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Sant'Anastasia (Campania), la cittą alle pendici del Monte Somma

Sant'Anastasia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sant'Anastasia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La suggestiva posizione del comune di Sant’Anastasia concede liberamente un panorama che fa sognare gli amanti del bel vedere. Questa cittadina di 27.000 abitanti si trova infatti alle pendici del Monte Somma, che altro non è che il vecchio cratere del Vesuvio: un’area morfologicamente interessante dell’hinterland di Napoli in Campania, integrante il Parco Nazionale del Vesuvio ed espansa su una striscia di territorio dal forte dislivello oscillante fra i 34 e i 1.086 metri s.l.m., proprio dove si staglia la Strada del Vino Vesuvio e dei Prodotti Tipici Vesuviani, serpeggiante tra le sorgenti dell’Olivella e le sorgenti Chiatanelle.

La località trae il proprio nome da una Santa Vergine venerata dai Greci, il cui culto s’insediò in terra italica esattamente come gli ellenici che intesero unirsi alla popolazione indigena intorno al 552 formando una comunità coesa riconosciuta per la prima volta in un incartamento del 1090 con il nome – probabilmente frutto di un errore – di Santo Nastaso. Il periodo della dominazione angioina presagì il difficile passaggio agli aragonesi, sotto i quali la popolazione anastasiana partecipò con i napoletani alla rivolta contro il dominio spagnolo, sostegno pagato a caro prezzo e flagellato a più riprese da un’epidemia di peste che nel 1647 mieté migliaia di vittime. A questo si aggiunse la perpetua schermaglia che anteponeva Somma a Santo Nastaso e poi, in piena rivoluzione partenopea, non giovò l’alleanza con i Borbone durante il ‘700, alla fine del quale le truppe napoleoniche fecero man bassa delle cittadine ribelli spegnendo il proprio ardore bellico solo con la caduta dell’imperatore transalpino.

Il 1810 segna la svolta, in quanto Sant’Anastasia divenne comune autonomo, affrancandosi definitivamente dall’egida borbonica e rinascendo grazie a importanti mutamenti all’interno dell’apparato infrastrutturale, incentivati da opere d’implementazione come l’acquedotto, la stazione ferroviaria e l’impianto elettrico pubblico. Il tutto fece da precursore all’economia odierna, basata essenzialmente sull’agricoltura e l’industria di trasformazione delle materie prime in prodotti commerciabili (olive, mozzarelle, salumi e latticini); l’artigianato è invece interamente dedito alla cultura del rame, lavorato finemente sin dall’epoca romana da abili maestri gelosi della loro particolare arte, ch’è poi un tratto distintivo di Sant’Anastasia. Bacino importante è contraddistinto dal culto per l’enogastronomia, nella quale molti piatti della tradizione napoletana si sono ulteriormente emancipati unendo alle classiche preparazioni un tocco di veracità in grado di fare la differenza in pietanze come la minestra maritata (fatta con verdure di stagione e pezzi di carne), gli stintinelli (interiora di capretto con patate), capretto al forno e melanzane al cioccolato accompagnati da vini d’eccezione quali il Catalanesca e il Lacrima Christi.

I tre antichi quartieri, ovvero Ponte, Capodivilla e Casamiranda si sono accorpati nel bel centro storico insieme al quarto e ultimo arrivato Trivio, sede del Municipio e della cinquecentesca Chiesa di Santa Maria La Nova, danneggiata dal terremoto dell’Irpinia ma prontamente restaurata: la sua maggior attrattiva è rappresentata dal campanile a cuspide ottagonale realizzato da Giuseppe Nuvolo. Nell’abitato sorge il secondo santuario della Campania, il Santuario della Madonna dell’Arco, meta di pellegrinaggio e complesso monumentale grandioso corredato di cupola, il cui interno si fregia di un altare barocco (posto dove un tempo sorgeva l’edicola miracolosa della Vergine Maria con Gesù Bambino), un coro ellittico ligneo, tavolette votive alle pareti, la Cappella del Rosario e il chiostro a colonnato con pozzo al centro del giardino. Nel cuore del centro storico, in Piazza San Francesco, si trova il Convento di Sant’Antonio, ultimato nel ‘600 e sfoggiante all’interno il dipinto Consegna del cingolo a San Francesco di Cornelis Smet, rinomato pittore fiammingo. La casa-museo di Francesco Maria Castelli prende posto nelle immediate vicinanze insieme a una graziosa cappellina.

Di costrutto civico sono invece Villa Tortora Brayda e Palazzo Nicola Amore, nato come magazzino per gli strumenti agricoli e divenuto in seguito dimora della contessa Margherita Marigliano, che qui era solita ospitare monaci ed eremiti prima che si decidesse di adibire la struttura a residenza estiva, oggi purtroppo lasciata colpevolmente degradare. Concludono Palazzo Marra e Palazzo Siano, quest’ultimo sede principale del Municipio.
Da non perdere la Sagra dell'Albicocca Vesuviana e la Sagra del Capretto. A Sant’Anastasia è particolarmente sentito il Natale, tanto che la manifestazione più partecipata risulta il Presepe Vivente, che si tiene proprio alla Vigilia dell’Avvento.

Come arrivare a Sant’Anastasia
Sant’Anastasia dista 17 km da Napoli e ci si può arrivare in auto percorrendo la A3/E45 uscendo a San Giovanni; la stazione ferroviaria si trova lungo la linea Napoli-Sarno, che seguono in circumvesuviana anche i bus; l’aeroporto di riferimento è quello di Napoli.
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