Caglio (Lombardia): visita al borgo immortalato dal Segantini
Caglio, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Caglio dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
L’aria salubre, i dolci paesaggi e una storia di antichi mestieri, unitamente alla limpida bellezza dell’abitato, fanno di Caglio una perla incontrastata del cosiddetto “triangolo lariano”, quella vasta porzione di territorio lombardo che inscrive le suggestive meraviglie della regione, prima fra tutte il lago di Como. Posta a solo un’ora di macchina da Milano, la località privilegiata nell’Ottocento da villeggianti altolocati provenienti dal capoluogo sprizza di eleganza, il cui connubio con la sua natura di borgo medievale completa un quadro straordinario.
Al maestro del Divisionismo è stata dedicata una bella mostra permanente a cielo aperto, il Percorso Segantini, inaugurata nel 2008 e articolata in un’emozionante esposizione en plein air di opere estremamente significative, e fra di esse Dopo il temporale, La benedizione delle pecore, La natura e Pascoli di primavera.
Questi funamboli dell’arenaria hanno scolpito elementi portanti dell’architettura locale, e dunque colonne, gradini, portali, archi, e poi nevere (luoghi di conservazione della neve) ed edicole sacre, facenti queste ultime parte del costrutto religioso permeante l’abitato.
Nel novero delle architetture adibite al culto è presente la piccola Chiesa di Santa Valeria, gioiellino romanico interno al parco privato complementare a Villa Giuliani. È da tenere da conto in ottica visita per il suo essere splendido contenitore di affreschi trecenteschi assai preziosi, nei quali vengono raffigurate la Madonna del Latte e Santa Valeria con i gemelli Gervaso e Protaso.
A non molta distanza si trova il Santuario della Madonna di Campoè, che custodisce una Madonna del Latte fra due angeli musicanti datata 1508.
Di antiche origini ma modificata e implementata di componenti barocchi a metà del ‘600, la Parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso si fa notare per un’imponente e alta facciata, per il robusto portale in pietra risalente al 1728 e le tele di Andrea Appiani. La Cappella della Beata Vergine del Carmine era sorta come lazzaretto volto a offrire rifugio alle vittime dell’epidemia di peste che afflisse il Vecchio Continente nel XVII secolo.
L’hinterland di Caglio, lo si può allora capire, era fino a non molto tempo fa zona di florida agricoltura. Oggi ci si limita a cogliere castagne per piacere e passatempo, ma lo fanno in tanti ed è bello vedere quanto amore e passione vi siano in questa piacevole e gratificante attività autunnale.
Da non perdere l’Oasi Faunistica aperta nel 2003, uno spazio protetto e creato per poter immergersi totalmente nell’habitat naturale di numerose specie animali. Si è inoltre provveduto a costruire un edificio di presidio che potesse servire da punto di riferimento per lo studio, l’incontro, la convivialità e persino la degustazione di prodotti tipici. Si è poi aggiunta una voliera atta a ospitare svariati uccelli, e dopo di questa sono sorti settori recintati per conigli, anatre e galline affiancati a un deposito del fieno e un piccolo magazzino per le attrezzature.
Il borgo di Giovanni Segantini
Già, un quadro, esattamente come quelli che al tempo dipingeva il famoso pittore Giovanni Segantini, artista stimato e incline a prolungati soggiorni a Caglio, dove dipinse alcuni dei suoi capolavori, si citi Alla stanga realizzato nel 1885.Al maestro del Divisionismo è stata dedicata una bella mostra permanente a cielo aperto, il Percorso Segantini, inaugurata nel 2008 e articolata in un’emozionante esposizione en plein air di opere estremamente significative, e fra di esse Dopo il temporale, La benedizione delle pecore, La natura e Pascoli di primavera.
Cosa vedere nel borgo di Caglio
Il borgo stesso si rende expo di una seconda arte fondante e molto più antica, profusa dagli scalpellini che qui compirono imprese memorabili lavorando in modo pressoché magistrale la pietra e rendendola materia mansueta, malleabile e modellabile per la creazione di scorci eccezionali di cui il centro storico è pieno.Questi funamboli dell’arenaria hanno scolpito elementi portanti dell’architettura locale, e dunque colonne, gradini, portali, archi, e poi nevere (luoghi di conservazione della neve) ed edicole sacre, facenti queste ultime parte del costrutto religioso permeante l’abitato.
Nel novero delle architetture adibite al culto è presente la piccola Chiesa di Santa Valeria, gioiellino romanico interno al parco privato complementare a Villa Giuliani. È da tenere da conto in ottica visita per il suo essere splendido contenitore di affreschi trecenteschi assai preziosi, nei quali vengono raffigurate la Madonna del Latte e Santa Valeria con i gemelli Gervaso e Protaso.
A non molta distanza si trova il Santuario della Madonna di Campoè, che custodisce una Madonna del Latte fra due angeli musicanti datata 1508.
Di antiche origini ma modificata e implementata di componenti barocchi a metà del ‘600, la Parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso si fa notare per un’imponente e alta facciata, per il robusto portale in pietra risalente al 1728 e le tele di Andrea Appiani. La Cappella della Beata Vergine del Carmine era sorta come lazzaretto volto a offrire rifugio alle vittime dell’epidemia di peste che afflisse il Vecchio Continente nel XVII secolo.
I dintorni di Caglio
L’abbraccio della natura si fa sentire tramite un esteso castagneto, area boschiva nella quale alcuni alberi sono rimasti contrassegnati da un numero, che in passato indicava la famiglia che li aveva ottenuti in comodato d’uso dal Comune: in questo modo si dava l’opportunità alla popolazione di gestire in autonomia i raccolti, di curare gli arbusti e talvolta ripiantare qualora fosse necessario.L’hinterland di Caglio, lo si può allora capire, era fino a non molto tempo fa zona di florida agricoltura. Oggi ci si limita a cogliere castagne per piacere e passatempo, ma lo fanno in tanti ed è bello vedere quanto amore e passione vi siano in questa piacevole e gratificante attività autunnale.
Da non perdere l’Oasi Faunistica aperta nel 2003, uno spazio protetto e creato per poter immergersi totalmente nell’habitat naturale di numerose specie animali. Si è inoltre provveduto a costruire un edificio di presidio che potesse servire da punto di riferimento per lo studio, l’incontro, la convivialità e persino la degustazione di prodotti tipici. Si è poi aggiunta una voliera atta a ospitare svariati uccelli, e dopo di questa sono sorti settori recintati per conigli, anatre e galline affiancati a un deposito del fieno e un piccolo magazzino per le attrezzature.