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Turismo sostenibile: Mar Rosso, arriva l'ecoturista subacqueo

Non molti lo conoscono ma il nostro paese, ed in particolare l'Università di Bologna, è portatore di un importante progetto chiamato Scuba Tourism for the Environment (Turismo subacquo per l'ambiente), o più semplicemente STE, che da oltre un anno sta cercando di responsabilizzare il turismo subacqueo in un area tra le più a rischio di degrado a causa del boom turistico: il Mar Rosso

Obiettivi del progetto, partito nel gennaio 2007, sono quelli di coinvolgere i turisti subacquei nella raccolta di dati inerenti alla biodiversità marina dell’area di Sharm el Sheikh e del Mar Rosso egiziano in genere. Promuovere e favorire l’educazione all'ambiente e rafforzare la consapevolezza naturalistica dei turisti.Favorire e promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile, valorizzando le risorse naturalistiche del Mar Rosso, contribuendo alla protezione e conservazione delle barriere coralline del Mar Rosso.
Per questo scopo è stata creata una scheda per il rilevamento dati che ciascun turista subacqueo può compilare con il risultato delle proprie osservazioni. Un piccolo gesto, ma che sommato al numero elevato di subacqueei che frequentano il reef del Mar Rosso diventa un importante mezzo di analisi sullo stato del mare e sulla catalogazione delle specie viventi dell'area.

Dopo il primo anno di raccolta dati è stato pubblicato un rapporto che fotografa la situazione attuale e può servire per guidare le azioni di interventi volti a proteggere e salvare il Mar Rosso dall'impatto violento dell'urbanizzazione delle sue coste.
E' stato creato un indice di qualità ambientale da cui risulta essere l'aerea di Hurghada a soffrire di più la pressione turistica, specialmente nella località di El Aruk Gigi (bollino rosso)che presenta un indici di qualità basso, ma con tutti glia ltri siti di immersioni che non riescono ad andare al di là di un livello "mediocre".
A Sharm el Sheik, a Tiran e a Dahab la situazione si presente leggermente migliore con una alternanza tra siti mediocri a bollino giallo e discreti, marchiati con il bollino verde.
E' da sottolineare come il primo anno di rilevazioni non abbia registrato siti dotati di bollino blu, e cioè di indice ambientale "buono".
Il lavoro per la salvaguardia del Mar Rosso sarà quindi ancora lungo e difficile.

Fonte: La Stampa

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