La valle degli orologi in Svizzera, tra arte e storia, nei musei dedicati al settore
È nel Canton Giura, nella Svizzera nord-occidentale, che si concentra il 90% della produzione orologiaia del paese. Un'immensa “Watch Valley” che scorre per circa 200 km attraverso 38 tappe che danno vita a un pellegrinaggio fra le più famose fabbriche e musei specializzati.
Di seguito raccontiamo alcuni dei luoghi simbolo degli orologi svizzeri in cui scoprire curiosità e approfondire la storia di uno degli oggetti più amati.
La nascita dell’iindustria artigianale orologiaia svizzera vanta un debito importante nei confronti di Giovanni Calvino, il severo riformatore religioso che proibì ogni forma di ostentazione della ricchezza legata soprattutto, nella prima metà del XVI secolo, alla esibizione di gioielli. Gli orefici quindi dovettero per forza cercare altri sbocchi per valorizzare la propria arte che venne dirottata prontamente verso la misurazione dell'ora esatta.
Da Ginevra, fulcro delle prime produzioni, l’arte orologiaia, si diffuse in altre regioni della Svizzera competitive nella realizzazione di orologi da tasca e a pendolo – famosi quelli di Neuchatel che a partire dal XVIII secolo fecero concorrenza per vent’anni a quelli parigini.
La crescita si interruppe soltanto verso la seconda metà del XIX secolo quando i costruttori di orologi americani iniziarono a produrre componenti di massa tanto precisi da essere utilizzati per i modelli più svariati. Così, la via commerciale verso gli Stati Uniti perse il 75% del suo valore.
In ogni caso, la produzione di orologi rappresenta ancora oggi uno dei fiori all’occhiello della Confederazione svizzera abilmente valorizzata dalla presenza di sedi museali importanti.
Fra i musei principali il posto d’onore spetta al Museo Internazionale dell’Orologeria di La Chaux-de-Fonds che lega la sua origine, nel 1865, alla scuola di orologeria.
La collezione di orologi formatasi a scopo didattico per la volontà di professori e allievi, venne trasformata nel 1902 nel Museo, collocato inizialmente in una sala della scuola. Fra alti e bassi, come la crisi del 1931 dovuta alla necessità di una ristrutturazione che temporeggia fino al 1952, il museo continua a crescere fino a trasformarsi nel 1968 nel Museo Internazionale di Orologeria “L’uomo e il tempo”. In quell’anno viene lanciato anche un concorso di architettura che nel 1972 porta all’inaugurazione di una parte della nuova sede, caratterizzata da una architettura d’avanguardia che otto anni dopo viene completata dall’installazione del carillon monumentale.
Eventi e iniziative collaterali rendono il museo un punto di riferimento importante. La Fondazione e il Museo dell’orologeria di Le Sentier sono oggi al centro di un importante progetto che dovrebbe trasformare entrambi in un museo di nuova generazione perfettamente integrato alla regione e al cantone.
Le loro origini risalgono al 1917 quando la Maison Zénith fece costruire due fabbriche, una a Charbonnières e l’altra a Sentier. Dieci anni più tardi l’impresa passò di mano e ne divenne proprietario Jacques David LeCoultre. Nel 1979 il comune di Le Chenit acquista la vecchia officina di orologerie, ne conserva il nome e la trasforma in un centro di attività socio culturali. Quel ruolo viene conservato fino al 1995, anno in cui sotto la guida di qualche professore appassionato di tecnica l’Espace Horloger diviene il primo museo di arte orologiaia della regione. Due piani di esposizione che accolgono oltre 200 pezzi, in cui è possibile comprendere le tecnologie orologiaie di alto livello e scoprire la diversità dei movimenti .
Il viaggio attraverso i musei più significativi continua con lo spazio dedicato a uno dei marchi più noti, Audemars Piguet, fondato nel 1875 e da quel momento mai controllato da altri se non dalla stessa famiglia che lo ha creato. Il museo occupa la più antica casa di Le Brassus e ripercorre non solo la storia ma anche l’influenza che Audemars Piguet esercita sul settore. Dal 1992, legata al gruppo, è la Fondazione che contribuisce a garantire la conservazione delle foreste nel mondo.
A Ginevra si trova il museo dedicato ad un altro grande marchio, Patek Philippe. Situato nel cuore del quartiere di Plainpalais, in una palazzina degli inizi del ventesimo secolo, il museo propone in ogni piano la storia dell’orologio attraverso le produzioni svizzera, ginevrina ed europea dal XVI al XX secolo.
Da Ginevra si passa alla collezione Omega, a Bienne, che comprende oltre 4000 orologi da polso ed il banco da lavoro su cui tutto iniziò oltre 160 anni fa. Il marchio famoso per essere apparso al polso di James Bond più volte, da Golden Eye del 1995 fino all’ultimo Skyfall, ha aperto nel gennaio del 1984 il suo museo, il primo ad essere monomarca, quindi dedicato ad un unico brand. In mostra sono non solo gli orologi che hanno accompagnato gli astronauti dell’Apollo ma anche quelli di re, regine, presidenti, esploratori.
La carrellata termina con il museo IWC a Sciaffusa. Nata nel 1868 da un americano, Florentine Ariosto Jones , IWC ha deciso di raccontare il suo passato nel 2007 quando ha convertito in museo il piano terra del suo quartier generale nei locali in cui venivano create le varie componenti. Oggi sono esposti oltre 230 pezzi.
Ti piaccionio gli orologi? Leggi anche il nostro articolo sulla Strada degli Orologi nella Foresta Nera, in Germania.
Di seguito raccontiamo alcuni dei luoghi simbolo degli orologi svizzeri in cui scoprire curiosità e approfondire la storia di uno degli oggetti più amati.
Storia dell'orologio in Svizzera
La nascita dell’iindustria artigianale orologiaia svizzera vanta un debito importante nei confronti di Giovanni Calvino, il severo riformatore religioso che proibì ogni forma di ostentazione della ricchezza legata soprattutto, nella prima metà del XVI secolo, alla esibizione di gioielli. Gli orefici quindi dovettero per forza cercare altri sbocchi per valorizzare la propria arte che venne dirottata prontamente verso la misurazione dell'ora esatta.
Da Ginevra, fulcro delle prime produzioni, l’arte orologiaia, si diffuse in altre regioni della Svizzera competitive nella realizzazione di orologi da tasca e a pendolo – famosi quelli di Neuchatel che a partire dal XVIII secolo fecero concorrenza per vent’anni a quelli parigini.
La crescita si interruppe soltanto verso la seconda metà del XIX secolo quando i costruttori di orologi americani iniziarono a produrre componenti di massa tanto precisi da essere utilizzati per i modelli più svariati. Così, la via commerciale verso gli Stati Uniti perse il 75% del suo valore.
In ogni caso, la produzione di orologi rappresenta ancora oggi uno dei fiori all’occhiello della Confederazione svizzera abilmente valorizzata dalla presenza di sedi museali importanti.
I principali musei sugli orologi svizzeri
Fra i musei principali il posto d’onore spetta al Museo Internazionale dell’Orologeria di La Chaux-de-Fonds che lega la sua origine, nel 1865, alla scuola di orologeria.
La collezione di orologi formatasi a scopo didattico per la volontà di professori e allievi, venne trasformata nel 1902 nel Museo, collocato inizialmente in una sala della scuola. Fra alti e bassi, come la crisi del 1931 dovuta alla necessità di una ristrutturazione che temporeggia fino al 1952, il museo continua a crescere fino a trasformarsi nel 1968 nel Museo Internazionale di Orologeria “L’uomo e il tempo”. In quell’anno viene lanciato anche un concorso di architettura che nel 1972 porta all’inaugurazione di una parte della nuova sede, caratterizzata da una architettura d’avanguardia che otto anni dopo viene completata dall’installazione del carillon monumentale.
Eventi e iniziative collaterali rendono il museo un punto di riferimento importante. La Fondazione e il Museo dell’orologeria di Le Sentier sono oggi al centro di un importante progetto che dovrebbe trasformare entrambi in un museo di nuova generazione perfettamente integrato alla regione e al cantone.
Le loro origini risalgono al 1917 quando la Maison Zénith fece costruire due fabbriche, una a Charbonnières e l’altra a Sentier. Dieci anni più tardi l’impresa passò di mano e ne divenne proprietario Jacques David LeCoultre. Nel 1979 il comune di Le Chenit acquista la vecchia officina di orologerie, ne conserva il nome e la trasforma in un centro di attività socio culturali. Quel ruolo viene conservato fino al 1995, anno in cui sotto la guida di qualche professore appassionato di tecnica l’Espace Horloger diviene il primo museo di arte orologiaia della regione. Due piani di esposizione che accolgono oltre 200 pezzi, in cui è possibile comprendere le tecnologie orologiaie di alto livello e scoprire la diversità dei movimenti .
Il viaggio attraverso i musei più significativi continua con lo spazio dedicato a uno dei marchi più noti, Audemars Piguet, fondato nel 1875 e da quel momento mai controllato da altri se non dalla stessa famiglia che lo ha creato. Il museo occupa la più antica casa di Le Brassus e ripercorre non solo la storia ma anche l’influenza che Audemars Piguet esercita sul settore. Dal 1992, legata al gruppo, è la Fondazione che contribuisce a garantire la conservazione delle foreste nel mondo.
A Ginevra si trova il museo dedicato ad un altro grande marchio, Patek Philippe. Situato nel cuore del quartiere di Plainpalais, in una palazzina degli inizi del ventesimo secolo, il museo propone in ogni piano la storia dell’orologio attraverso le produzioni svizzera, ginevrina ed europea dal XVI al XX secolo.
Da Ginevra si passa alla collezione Omega, a Bienne, che comprende oltre 4000 orologi da polso ed il banco da lavoro su cui tutto iniziò oltre 160 anni fa. Il marchio famoso per essere apparso al polso di James Bond più volte, da Golden Eye del 1995 fino all’ultimo Skyfall, ha aperto nel gennaio del 1984 il suo museo, il primo ad essere monomarca, quindi dedicato ad un unico brand. In mostra sono non solo gli orologi che hanno accompagnato gli astronauti dell’Apollo ma anche quelli di re, regine, presidenti, esploratori.
La carrellata termina con il museo IWC a Sciaffusa. Nata nel 1868 da un americano, Florentine Ariosto Jones , IWC ha deciso di raccontare il suo passato nel 2007 quando ha convertito in museo il piano terra del suo quartier generale nei locali in cui venivano create le varie componenti. Oggi sono esposti oltre 230 pezzi.
Ti piaccionio gli orologi? Leggi anche il nostro articolo sulla Strada degli Orologi nella Foresta Nera, in Germania.
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