L'Eremo delle Carceri ad Assisi: ritiro spirituale sul monte Subasio
L'eremo delle Carceri sorge nei pressi di una grotta in cui Francesco d'Assisi si rifugiņ per pregare e meditare tra il 1205/1206.
Ci sono luoghi al mondo dove la suggestione pregna ogni angolo, dove incombe un misticismo forte e prorompente, stracciando tutti gli schemi prefissati di ogni buon viaggiatore. Ci sono luoghi senza regole, dove anche le parole possono poco, tracciando solo un labile ed estemporaneo racconto, fatto di note e chiusure e di descrizioni impercettibili. Ci sono luoghi dove, indipendentemente dal tuo credo, dal tuo essere e dalla tua vita, una passeggiata vale più di mille.
Lontano da un' Assisi più turistica e movimentata, adagiato dolcemente negli anfratti delle verdeggianti montagne umbre, lì dove il tempo scorre lento abbandonandosi ad una quiete profonda, è raccolto l'Eremo delle Carceri: un luogo idilliaco di speranza e di decoro che il Santo patrono d'Italia, Francesco, scelse come suo rifugio, alla ricerca della pace e della serenità.
Carcere, dal latino “carceres”, significa luogo solitario ed isolato, quindi il luogo ideale e perfetto per un uomo in cerca di qualcosa di trascendentale.
Il Monte del Subasio che accoglie l'Eremo, è un luogo ricco di verde, in cui si fanno strada, nella roccia, grotte naturali utilizzate, già in età paleocristiana, come rifugi appartati nei quali abbandonarsi alla preghiera. San Francesco scelse per lui una grotta in particolare, la più piccola e solitaria, posta vicino ad un fosso, ricavata tra due rocce. Il Santo, che aveva abbandonato una vita mondana di eccessi e brutture, cominciò a frequentare il monte tra il 1205 ed il 1206, intento a ricercare, tra quella valle perduta, un dialogo con Dio.
Della sua grotta speciale Francesco ne fece la sua casa, il suo piccolo e dolce riparo, sospeso su una montagna fertile ed abbracciato dalla terra più selvaggia. San Francesco e la grotta, ancora oggi visitabile, si appartenevano l'un l'altro: nascosto in un bosco fitto di lecci e cunicoli sparsi nei recessi del monte, il Santo pregava e meditava, abbandonandosi alla contemplazione della natura che regalava a lui la sua potenza e la sua bellezza più sincera. La natura era per Francesco il dono più grande che gli uomini avessero mai ricevuto da Dio, ed era proprio tra quella valle, in mezzo a quel silenzio soave solleticato dal canto degli uccelli e dal frusciare del vento, che Francesco ritrovava se stesso, dormendo e pregando sopra uno spoglio giaciglio di roccia.
Nel 1400 San Bernardino da Siena ampliò l'Eremo, con la costruzione della Chiesa di Santa Maria delle Carceri, che inglobava una precedente piccola cappella, ed un piccolo convento che accoglie ogni anno tanti pellegrini e visitatori, ancora intensamente suggestionati da questo luogo di pace e di amore. Un piccolo chiostro, abbellito da due pozzi in pietra, conduce al convento ed alle celle dei frati, mentre attraverso una piccola scala si raggiunge la Grotta di San Francesco.
L'Eremo è abbellito da alberi ed arbusti dai mille colori, tra i quali potrete passeggiare e fermarvi anche voi a contemplare la bellezza della natura. Lungo un piccolo sentiero incorniciato da grotte di preghiera, si trova il leccio dove erano soliti posarsi gli uccelli per ascoltare le parole di San Francesco e dove ancora le colombe amano riposarsi. Proseguendo lungo la via potete raggiungere la sommità del monte Subasio ed ammirare la montagna che si perde lungo la vallata, lì dove fiorisce la bella Assisi.
Persi tra il silenzio di questo luogo lontano, addormentati in mezzo ad una natura ancora perfettamente incontaminata, prendono vita miti e leggende legate a questo lembo di terra di misticismo e fede: si dice che il burrone, che si trova nei pressi del monastero, fosse, in passato, un fiume rigoglioso le cui acque furono però prosciugate da Francesco, perché il loro corso disturbava la sua meditazione. Nella grotta del Santo è poi ancora presente un buco nel terreno dal quale si intravede il fondo del burrone. La leggenda racconta che fu provocato dal demonio, sprofondato nell'abisso quando venne scacciato da San Rufino.
Per tutti i viaggiatori che fanno tappa ad Assisi l'Eremo delle Carceri è un itinerario obbligato: l'Eremo è un luogo semplice e spartano, vicino alla filosofia del Santo che non amava gli eccessi e ricercava un'assoluta e gaia semplicità; in questo luogo di spiritualità si ritrova la pace ed anche una qualche flebile speranza che esista un mondo, oltre quello eccessivamente meccanico e pratico in cui noi agiamo ogni giorno, dove trionfi la vita, la serenità e quella calma sincera della quale spesso abbiamo dimenticato l'esistenza.
Informazioni utili:
Eremo delle Carceri di S. Francesco, Assisi.
L'Eremo si trova a 4 chilometri dal centro di Assisi ed è possibile raggiungerlo sia a piedi, sia con la propria macchina personale.
Orario visite: 8.30 - 18.30 (ora legale)
8.30 - 17.30 (ora solare)
Visite guidate (su richiesta): mattina 9.00-11.30
pomeriggio 14.30-17.30 (ora solare 14.30-16.30)
Sito web: www.eremodellecarceri.it
e-mail: eremo.carceri@tiscali.it
Lontano da un' Assisi più turistica e movimentata, adagiato dolcemente negli anfratti delle verdeggianti montagne umbre, lì dove il tempo scorre lento abbandonandosi ad una quiete profonda, è raccolto l'Eremo delle Carceri: un luogo idilliaco di speranza e di decoro che il Santo patrono d'Italia, Francesco, scelse come suo rifugio, alla ricerca della pace e della serenità.
Carcere, dal latino “carceres”, significa luogo solitario ed isolato, quindi il luogo ideale e perfetto per un uomo in cerca di qualcosa di trascendentale.
Il Monte del Subasio che accoglie l'Eremo, è un luogo ricco di verde, in cui si fanno strada, nella roccia, grotte naturali utilizzate, già in età paleocristiana, come rifugi appartati nei quali abbandonarsi alla preghiera. San Francesco scelse per lui una grotta in particolare, la più piccola e solitaria, posta vicino ad un fosso, ricavata tra due rocce. Il Santo, che aveva abbandonato una vita mondana di eccessi e brutture, cominciò a frequentare il monte tra il 1205 ed il 1206, intento a ricercare, tra quella valle perduta, un dialogo con Dio.
Della sua grotta speciale Francesco ne fece la sua casa, il suo piccolo e dolce riparo, sospeso su una montagna fertile ed abbracciato dalla terra più selvaggia. San Francesco e la grotta, ancora oggi visitabile, si appartenevano l'un l'altro: nascosto in un bosco fitto di lecci e cunicoli sparsi nei recessi del monte, il Santo pregava e meditava, abbandonandosi alla contemplazione della natura che regalava a lui la sua potenza e la sua bellezza più sincera. La natura era per Francesco il dono più grande che gli uomini avessero mai ricevuto da Dio, ed era proprio tra quella valle, in mezzo a quel silenzio soave solleticato dal canto degli uccelli e dal frusciare del vento, che Francesco ritrovava se stesso, dormendo e pregando sopra uno spoglio giaciglio di roccia.
Nel 1400 San Bernardino da Siena ampliò l'Eremo, con la costruzione della Chiesa di Santa Maria delle Carceri, che inglobava una precedente piccola cappella, ed un piccolo convento che accoglie ogni anno tanti pellegrini e visitatori, ancora intensamente suggestionati da questo luogo di pace e di amore. Un piccolo chiostro, abbellito da due pozzi in pietra, conduce al convento ed alle celle dei frati, mentre attraverso una piccola scala si raggiunge la Grotta di San Francesco.
L'Eremo è abbellito da alberi ed arbusti dai mille colori, tra i quali potrete passeggiare e fermarvi anche voi a contemplare la bellezza della natura. Lungo un piccolo sentiero incorniciato da grotte di preghiera, si trova il leccio dove erano soliti posarsi gli uccelli per ascoltare le parole di San Francesco e dove ancora le colombe amano riposarsi. Proseguendo lungo la via potete raggiungere la sommità del monte Subasio ed ammirare la montagna che si perde lungo la vallata, lì dove fiorisce la bella Assisi.
Persi tra il silenzio di questo luogo lontano, addormentati in mezzo ad una natura ancora perfettamente incontaminata, prendono vita miti e leggende legate a questo lembo di terra di misticismo e fede: si dice che il burrone, che si trova nei pressi del monastero, fosse, in passato, un fiume rigoglioso le cui acque furono però prosciugate da Francesco, perché il loro corso disturbava la sua meditazione. Nella grotta del Santo è poi ancora presente un buco nel terreno dal quale si intravede il fondo del burrone. La leggenda racconta che fu provocato dal demonio, sprofondato nell'abisso quando venne scacciato da San Rufino.
Per tutti i viaggiatori che fanno tappa ad Assisi l'Eremo delle Carceri è un itinerario obbligato: l'Eremo è un luogo semplice e spartano, vicino alla filosofia del Santo che non amava gli eccessi e ricercava un'assoluta e gaia semplicità; in questo luogo di spiritualità si ritrova la pace ed anche una qualche flebile speranza che esista un mondo, oltre quello eccessivamente meccanico e pratico in cui noi agiamo ogni giorno, dove trionfi la vita, la serenità e quella calma sincera della quale spesso abbiamo dimenticato l'esistenza.
Informazioni utili:
Eremo delle Carceri di S. Francesco, Assisi.
L'Eremo si trova a 4 chilometri dal centro di Assisi ed è possibile raggiungerlo sia a piedi, sia con la propria macchina personale.
Orario visite: 8.30 - 18.30 (ora legale)
8.30 - 17.30 (ora solare)
Visite guidate (su richiesta): mattina 9.00-11.30
pomeriggio 14.30-17.30 (ora solare 14.30-16.30)
Sito web: www.eremodellecarceri.it
e-mail: eremo.carceri@tiscali.it