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Gerico, Palestina: visita alla cittą pił antica del mondo

Gerico, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Gerico dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Quando Ben Gurion, l'uomo che dedicò tutta la sua vita alla nascita dello Stato d'Israele, pensò al luogo dove avrebbe voluto riposare per sempre, non ebbe alcun tipo di esitazione: Gerico, la più antica città del mondo. In seguito, scelse poi un piccolo rettangolo di terra affacciato sui grandi deserti, su uno degli scenari più grandiosi che attraversano questo Paese. Un'immagine che evoca sconfinati silenzi dove le rocce si configurano in una primordiale struttura architettonica e l'aria appare incontaminata. Gerico si trova in prossimità del fiume Giordano (Cisgiordania) e conta più di 18.000 abitanti circa.

Ubicata quindi in una regione calda dal punto di visita politico e militare, nel 1994 Gerico è stata comunque la prima città a passare sotto il controllo della Autorità Nazionale Palestinese, certamente non senza attriti per le rivendicazioni israeliane. Ma a parte le continue contese e dispute di questi decenni, è la sua storiaa tagliare come una lama la linea del tempo di tutta l'umanità, rendendo questa città un patrimonio comune a tutti noi.

Gerico (Yeriho), viene considerata la più antica città del mondo (ha 10.000 anni) nonché la più "bassa" situata a 260 metri sotto il livello del mare. Il suo nome biblico - città delle palme - e il suo nome arabo - Er-Riha la profumata - già fanno intuire che si tratta di un'oasi la cui natura lussureggiante contrasta con l'asprezza del deserto circostante. Costruita sul Tell es-Sultan tra la sorgente di Eliseo e il centro moderno, in mezzo al deserto di Giuda, la grande abbondanza d'acqua e la fertilità del suolo ne spiegano le definizioni.

Il primo insediamento urbano sul luogo risale all'epoca mesolitica ma solo all'inizio del neolitico Gerico assunse l'aspetto di una città fortificata con mura, torri e fossato costruiti per difendersi dagli attacchi dei nomadi. A quest'epoca (7000 a.C. circa) risalgono varie statuette di divinità, soprattutto femminili, più alcuni singolari teschi umani ricoperti di argilla. La vita della città, che raggiunse già allora un considerevole sviluppo sociale, venne bruscamente interrotta da un terremoto o da un'epidemia (gli storici ipotizzano entrambe), che determinò l'abbandono del sito.

Nel corso della prima età del bronzo, fu eretta una nuova cinta fortificata e il rinvenimento di una grande quantità di legno nelle mura e nelle case fa pensare che la regione limitrofa, ora completamente desertica, fosse ricca di foreste. Verso il 2.300 a.C la città fu distrutta, ma nel millennio successivo Gerico conobbe un radicale cambiamento, coerentemente con le vicende storiche di tutto il Medio Oriente: gli Hyksos costruirono una nuova città alla quale appartengono i resti di mura altissime, ricoperte di gesso e creta e inclinate verso l'interno. Vi abitava una società contadina dominata da un'élite di guerrieri. Anche questo centro urbano ebbe una fine improvvisa, seguita da un lungo periodo di abbandono.

Gli scavi archeologici non hanno purtroppo restituito tracce della conquista ebraica. Il dettagliato racconto biblico, che descrive una città fortificata e ben organizzata, forse è molto idealizzato ma nell'attualità non esistono altri fonti storiche che possano illuminarci sulle vicende della città con certezza, ecco perché gli esperti di storiologia e fonti iconografiche si devono rifare (con il beneficio del dubbio) ai racconti sacri.

Secondo questi, Gerico ha subito moltissimi passaggi di potere. Il primo conquistatore fu Giosuè e creò la base delle successive operazioni militari in tutta la Palestina. In seguito all'esilio babilonese la città divenne parte del distretto persiano. Più tardi fu nuovamente fortificata dai Seleucidi. Dopo la conquista romana Erode la ricostruì: egli fu l'artefice di numerosi costruzioni tra cui un sontuoso palazzo e la strada che congiungeva Gerico a Gerusalemme, di cui si conserva qualche tratto. Distrutta da Vespasiano, fu poi ricostruita da Adriano.

Finalmente, nel IV secolo, Gerico conobbe un po' di quiete: divenne un importante centro cristiano ricco di monasteri, conventi, ospizi per i monaci e grotte per i pellegrini. I crociati la conquistarono nel 1099 e da allora essa conobbe una breve fioritura economica grazie ai numerosi visitatori che visitavano il luogo del battesimo di Gesù nel Giordano.

Nella modernità, una visita a Gerico tocca luoghi non sempre vicini tra loro. La città non offre attrattive di rilievo ma ad ogni modo è un centro piuttosto fiorente, ricco di costruzioni moderne e di verde. Uno dei luoghi più famosi è quello in cui sorge un grande sicomoro che ricorda l'episodio dell'incontro di Cristo con il publicano Zaccheo. La maggior parte degli edifici si rifà comunque alle fonti bibliche, ecco perché conoscerne la storia prima di viverla è consigliabile.

Tell es Sultan: a 2 km dal centro attuale è il luogo (ora National Park), dove sorgeva l'antica città conquistata da Giosuè. Sotto si trova la significativa Sorgente di Eliseo, così chiamata dal profeta che la risanò sempre secondo il racconto biblico. Le numerose campagne archeologiche effettuate sulla collina rinvennero un esteso insediamento neolitico con una massiccia torre in pietra risalente al 7000 a.C. al cui interno era una scala che scendeva giù per ben sei metri. Nel passaggio inferiore della torre di Gerico furono scoperti i resti i 12 scheletri, forse appartenenti ai guerrieri che la difendevano. Le rovine di un doppio muro difensivo, in un primo momento identificato con quello raso al suolo da Giosuè, risale invece al III millennio a.C. La trincea nella quale furono compiute le ultime scoperte mostra chiaramente la stratigrafia delle diverse epoche storiche.

Tutul Abu al-Alayiq: nell'angolo sud-occidentale dell'oasi sorgeva la città di Erode. Nel suo viaggio di ritorno in Palestina per prendere possesso del suo regno, Gerico fu una delle sue prime tappe. Erode fece di Gerico una tipica città ellennistica con grandiose costruzioni; gli scavi hanno portato alla luce vari edifici tra cui il palazzo invernale del re, con ampie sale, bagni e giardini; le camere e i cortili erano ornati da affreschi, marmi variopinti e colonne corinzie. Un acquedotto forniva acqua alla città e ai giardini del Palazzo Reale, rendendo anche possibile lo sviluppo agricolo della regione.

Gerico permette di osservare i resti di uno dei primi sistemi di irrigazione del mondo e, in tutta l'Oasi, sono straordinarie le testimonianze della sua storia. Da non perdere inoltre il Monastero della Tentazione raggiungibile con una comoda telecabina, che consente di ammirare il panorama migliore sulla città, la sinagoga Shalom Al Yisrael del 5-6° secolo con antichi mosaici, e merita una visita anche Palazzo Hirsham a Khirbet al-Mafjar, meravigliosa residenza dei califfi ommayyadi che si è meritata il titolo di "Versailles Araba".

Circondata da palmeti e piantagioni di banane, era nell'antichità una rinomata residenze invernale ed è cominciata proprio qui, l'autonomia palestinese. Pur essendo piccolo, Gerico presenta una tale varietà di climi da consentire di essere visitata praticamente in ogni stagione dell'anno. Certo in estate è molto caldo (temeratura media di circa 30-32 °C), ricordiamoci che siamo sotto il livello del mare, ed è necessario ripararsi contro il sole. Nonostante per molto tempo sia stata meta di un turismo quasi esclusivamente religioso, da diversi anni le strutture ricettive sono state potenziate notevolmente.

Di fronte a questa natura di imponenza biblica e di struggente suggestione sembra che il respiro si allarghi fisicamente e spiritualmente e si intuisce che esistono spazi, tempi e valori diversi da quelli che imbrogliano quotidianamente la vita occidentale. Proprio questi valori, hanno permesso a gente diversa, arrivata da ogni parte del mondo, di perseguire con indomabile determinazione e volontà di sopravvivenza una realtà economica e politica che sembrava pura utopia. Quest'avventura storica, politica, economica e culturale dei giorni nostri, oggi risponde al nome di Gerico.
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 Pubblicato da - 21 Maggio 2015 - © Riproduzione vietata

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