Nel deserto dell'Algeria: tour in 4x4 tra l'Erg Occidentale e l'Erg Chech
L’Algeria racchiude una grande porzione del Sahara nella parte centro occidentale due grandi sistemi di dune (erg) considerati impenetrabili fino a pochi anni fa ora percorribili, con fuoristrada e grazie alla sinergia tra le guide sahariane e le moderne tecnologie satellitari. Il percorso è sicuramente inedito e affascinante. Per la prima volta si attraversano due deserti che pochi viaggiatori hanno percorso: il grande erg occidentale e l’erg Chech con meta il fortino francese di Bordj Fly St. Marie.
Se si osserva la carta Michelin Africa Nord e Ovest questo avamposto non è che un puntino al centro di un mare di dune sconosciute.Il percorso parte dall’Italia via nave su Tunisi per poi entrare in Algeria. In questi viaggi possono partecipare sia chi possiede un fuoristrada ma anche chi non lo possiede come passeggeri sulle auto algerine
Occorre grande autonomia per le 4x4 circa 950km senza nessuna possibilità di rifornimento per l’erg occidentale e più di 1000km per l’Erg Chech. I mezzi quindi viaggeranno tutti belli carichi tenendo conto che le auto porteranno il cibo per tutti. Ma si sa che se si vuole vedere e percorrere i grandi spazi del Sahara occorre tanta autonomia
Le formalità di ingresso in Algeria via terra sono rapide e si risolvono in due ore. Si riparte percorrendo una strada secondaria che attraverso stupendi panorami di sabbie falesie e pinnacoli porta a Ghardaia . La zona è lo Mzab dove i locali mozabiti, vivono su alcuni villaggi costruiti sulla sommità di colline, professano un approccio totale alla religione mussulmana. Le donne sposate sono coperte da un mantello che lascia scoperto solo un occhio, gli uomini fanno della preghiera una delle principali attività della giornata.
L’approccio della gente con noi è gentile e cordiale e per una intera mattinata si può girovagare nella vecchia medina dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1982. Dopo questa visita sicuramente di grande interesse ci si organizza per gli ultimi preparativi per affrontare l’erg Occidentale : pienone di carburante, acqua frutta e verdura fresche, e via.
Si percorre un centinaio di km sulla strada che porta a El Golea e poi si esce dall’asfalto . Il terreno all’inizio è scorrevole con poche tracce e dopo pochi km iniziano subito i primi scollinamenti di dune. Si sgonfiano le gomme a 1 Atm davanti e 1.2 dietro. Il paesaggio è molto vario si viaggia attraverso dune a volte insidiose con cespugli che ricordano un po’ quelle tunisine ad ampi spazi . Ci sono parecchi pozzi di acqua ancora utilizzati ; è un deserto molto ricco dal punto di vista faunistico : si avvistano spesso gazzelle, ci sono parecchi falchi ed è presente il gufo reale.
Se si osserva la carta Michelin Africa Nord e Ovest questo avamposto non è che un puntino al centro di un mare di dune sconosciute.Il percorso parte dall’Italia via nave su Tunisi per poi entrare in Algeria. In questi viaggi possono partecipare sia chi possiede un fuoristrada ma anche chi non lo possiede come passeggeri sulle auto algerine
Occorre grande autonomia per le 4x4 circa 950km senza nessuna possibilità di rifornimento per l’erg occidentale e più di 1000km per l’Erg Chech. I mezzi quindi viaggeranno tutti belli carichi tenendo conto che le auto porteranno il cibo per tutti. Ma si sa che se si vuole vedere e percorrere i grandi spazi del Sahara occorre tanta autonomia
Le formalità di ingresso in Algeria via terra sono rapide e si risolvono in due ore. Si riparte percorrendo una strada secondaria che attraverso stupendi panorami di sabbie falesie e pinnacoli porta a Ghardaia . La zona è lo Mzab dove i locali mozabiti, vivono su alcuni villaggi costruiti sulla sommità di colline, professano un approccio totale alla religione mussulmana. Le donne sposate sono coperte da un mantello che lascia scoperto solo un occhio, gli uomini fanno della preghiera una delle principali attività della giornata.
L’approccio della gente con noi è gentile e cordiale e per una intera mattinata si può girovagare nella vecchia medina dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1982. Dopo questa visita sicuramente di grande interesse ci si organizza per gli ultimi preparativi per affrontare l’erg Occidentale : pienone di carburante, acqua frutta e verdura fresche, e via.
Si percorre un centinaio di km sulla strada che porta a El Golea e poi si esce dall’asfalto . Il terreno all’inizio è scorrevole con poche tracce e dopo pochi km iniziano subito i primi scollinamenti di dune. Si sgonfiano le gomme a 1 Atm davanti e 1.2 dietro. Il paesaggio è molto vario si viaggia attraverso dune a volte insidiose con cespugli che ricordano un po’ quelle tunisine ad ampi spazi . Ci sono parecchi pozzi di acqua ancora utilizzati ; è un deserto molto ricco dal punto di vista faunistico : si avvistano spesso gazzelle, ci sono parecchi falchi ed è presente il gufo reale.
... Pagina 2/2 ...A Timimoun vi aspetta una meritata birra ghiacciata sulla terrazza dell’hotel Gourara dove si gode uno stupendo panorama sulla sebka costituita da un enorme spianata che era un tempo un lago bordeggiato da dune e palmeti .Una giornata di relax per nell’oasi per vedere gli antichi sistemi di irrigazione e la città vecchia .
Dopo il meritato relax si riparte in direzione sud ovest vi aspetta un nuovo deserto: l’erg Raoui e l’erg Chech con il punto di arrivo al fortino di Bordj Fly St. Marie.
Dopo poche decine di Km le 4x4 escono dall’asfalto: all’inizio si percorrono sebke (laghi prosciugati o temporanei) su vecchie piste che spesso sono invase da dune ai margini dell’erg Chech. La maestosità dell’erg Chech ha paragoni solo con l’erg di Murzuk o con il Grande Mare di Sabbia tra Libia e Egitto.
Nei corridoi interdunari si viaggia veloci ma occorre spesso cambiare cordone e li veramente le auto e gli autisti danno il meglio di loro : le dune sono veramente alte si affrontano in seconda o terza per poi fermarsi in cima e ridiscendere in prima evitando assolutamente di toccare il freno anzi a volte accelerando per avere maggiore gestione del mezzo
Il forte francese di Bordj Fly St.Marie è un punto quasi irreale all’orizzonte ma che pian piano si materializza nelle sue forme . Il forte è perfettamente conservato e il pozzo al suo esterno offre acqua a soli 2 metri, si è in capo al mondo ...
Dopo il meritato relax si riparte in direzione sud ovest vi aspetta un nuovo deserto: l’erg Raoui e l’erg Chech con il punto di arrivo al fortino di Bordj Fly St. Marie.
Dopo poche decine di Km le 4x4 escono dall’asfalto: all’inizio si percorrono sebke (laghi prosciugati o temporanei) su vecchie piste che spesso sono invase da dune ai margini dell’erg Chech. La maestosità dell’erg Chech ha paragoni solo con l’erg di Murzuk o con il Grande Mare di Sabbia tra Libia e Egitto.
Nei corridoi interdunari si viaggia veloci ma occorre spesso cambiare cordone e li veramente le auto e gli autisti danno il meglio di loro : le dune sono veramente alte si affrontano in seconda o terza per poi fermarsi in cima e ridiscendere in prima evitando assolutamente di toccare il freno anzi a volte accelerando per avere maggiore gestione del mezzo
Il forte francese di Bordj Fly St.Marie è un punto quasi irreale all’orizzonte ma che pian piano si materializza nelle sue forme . Il forte è perfettamente conservato e il pozzo al suo esterno offre acqua a soli 2 metri, si è in capo al mondo ...
Fonte:
Associazione di viaggi e spedizioni sahariane
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