Le grotte calcaree di Saint-Cezaire-sur-Siagne, il complesso carsico della Costa Azzurra
Le grotte di Saint-Cézaire-sur-Siagne sono tra i complessi carsici più interessanti della Costa Azzurra, e si trovano a pochi km da Grasse.
Alpi Marittime, 15 chilometri a ovest di Grasse, capitale francese del profumo. Un suggestivo villaggio arroccato su uno sperone di roccia - da qui il panorama sul golfo della Napoule è davvero grandioso – ospita a 2 km dal suo centro storico le grotte di Saint-Cézaire che devono il suo nome proprio a quello dell’omonimo comune francese situato nel dipartimento delle Alpi Marittime nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
A Saint-Cézaire-sur-Siagne la principale attrazione turistica è in calcare e la si può ammirare a 40 metri di profondità nel sottosuolo. Un percorso lungo circa 200 metri (sui 5.000 conosciuti) alla scoperta di stalattiti e stalagmiti in quello che nell’era glaciale era un antico fiume sotterraneo.
A scoprirne l’ingresso, per puro caso nel 1890, fu un agricoltore della zona, tale Léon Dozol, che spostando un grosso macigno nel suo campo si accorse che questo nascondeva una profonda cavità. Per anni vi gettò all’interno arbusti e terriccio ma poiché non si riempiva mai decise di esplorarla.
La scoperta fu di quelle inaspettate: una grotta in calcare formatasi oltre 6 milioni di anni fa con i colori di stalattiti e stalagmiti dovuti a minerali, acidi e calcari trasportati sin lì dalle acque di quel vecchio corso fluviale.
Dopo alcuni anni di lavori di messa in sicurezza, nel 1900 la grotta venne aperta al pubblico grazie anche alla sistemazione delle scale necessarie per accedervi e con l’illuminazione affidata alla luce delle candele. Diventata ben presto una delle più interessanti attrazioni turistiche di quell’epoca, dopo la Grande Guerra la famiglia Dozol decise di abbandonare l’attività agricola per dedicarsi alla promozione della grotta di Saint-Cézaire fra turisti e abitanti della zona.
Nel 1920 un film con Charles-Marie Vanel, attore e produttore francese, dal titolo Phroso e tratto da un romanzo d’avventura, venne girato in questa grotta da Louis Mercanton: grazie alla pellicola e soprattutto ai potenti proiettori utilizzati per illuminare gli scenari le formazioni calcaree vennero valorizzate in tutto il loro splendore. Dall’anno successivo, le candele furono sostituite da lampade a acetilene mentre qualche anno più tardi i fratelli Dozol fecero costruire l’edificio che oggi accoglie l’ingresso alla grotta e la boutique che espone oggetti di ogni genere per gli appassionati di geologia.
Chiusa nel 1940 per via della seconda guerra mondiale, venne riaperta al pubblico sei anni più tardi, periodo durante il quale i vecchi generatori utilizzati per l’illuminazione interna vennero sostituiti da altri azionati da motori diesel.
La visita alla grotta inizia scendendo delle strette scale che accompagnano alla scoperta di formazioni calcaree dalle forme e dai colori più bizzarri. Ad iniziare dalla grande stalattite che si ritiene risalga a 150 mila anni fa con un ritmo di crescita di circa un millimetro ogni 100 anni. Il caratteristico colore arancione della roccia è dovuto alla presenza di ossido di ferro mentre l’umidità dell’ambiente, l’argilla e soprattutto la luce portano alla formazione del muschio che si trova poco più in alto.
Situata sotto la stalattite, la relativa stalagmite ha anch’essa una particolare colorazione, molto simile a quella di cioccolata al latte, dovuta in questo caso all’acqua che attraversa gli strati di terreno che contengono ossido di ferro.
Procedendo la visita, a 18 metri sotto terra, si raggiunge la sala conosciuta come “del drappeggio” dove si può ammirare un’antichissima formazione geologica con le sembianze di una cascata. Formatasi con l’acqua piovana proveniente dalla superficie tramite 2 fori sul soffitto, proprio il lentissimo scorrere acqueo ha depositato il calcare sulla roccia obliqua creando il singolare effetto di un drappeggio. Gli schizzi d’acqua con il calcare hanno inoltre creato una formazione che somiglia ad un corallo frastagliato.
Da non perdere durante la discesa nel sottosuolo neppure un’altra singolare creazione della natura, questa volta in calcare bianco, chiamata “scheletro” per via della caratteristica forma dovuta a stalattiti e stalagmiti che unendosi sembrano formare gli arti inferiori umani. Suggestive sono anche le stalattiti musicali, una sorta di tastiera magica formata da concrezioni minerali che contengono ossido di ferro e che sfiorate con un apposito martelletto creano differenti melodie così come la sala “dei cannelloni o fistolose”, un insieme di sottili tubi bianchi vuoti all’interno dove vi scorre l’acqua.
Scendendo ancora nelle profondità della terra, si arriva in una zona della grotta dove un deflusso di acqua (l’intensità è variabile in base alle piogge o ai temporali) proveniente dalla superficie ha creato una suggestiva cascata: in alto si possono osservare una stalattite e una stalagmite che fra circa mille anni formeranno una colonna.
Una scalinata, sovrastata sul soffitto da alcune bizzarre formazioni fra cui una stalattite a forma di coda di maiale e altre a grappoli d’uva, accompagna il pubblico al punto visitabile più profondo della grotta di Saint-Cézaire (40 metri) dove si trova una voragine che si può osservare da una balconata panoramica. Se anche qui il soffitto è rivestito da sottili formazioni di colore biancastro, quando piove sulle pareti scorrono invece due cascate di acqua appositamente colorata con della fluorescina (tonalità verde) per renderne più evidente lo scorrimento creando, a luci spente, un’atmosfera alquanto suggestiva. Questa acqua piovana alimenta il fiume sotterraneo che scorre sotto il villaggio per poi gettarsi nel Siagne.
La temperatura della grotta è di 15° costante durante tutto l’anno per cui si consiglia un abbigliamento adatto così come si raccomanda anche prudenza nella visita sia per la presenza di eventuali stalattiti e stalagmiti sopra la testa e lungo il percorso sia nell’affrontare i gradini che possono rivelarsi scivolosi. Consentite le foto senza flash.
La grotta, che si trova al 1481 di Route des Grottes (06530 Saint-Cézaire-sur-Siagne), è aperta al pubblico 7 giorni su 7: dal 1° febbraio al 31 marzo e dal 1° settembre all’11 novembre in orario 10/12 e 14/17; dal 1° giugno al 31 agosto dalle 10 alle 18. Chiuso invece dal 12 novembre al 31 gennaio.
Il ristorante L’Aragonite, con piatti tipici della gastronomia provenzale, e la boutique con souvenir sono aperti tutto il giorno.
Le visite guidate, della durata di una ventina di minuti, sono in lingua francese e inglese. Tariffe d’ingresso: 8 € adulti, 7 € over 60 e 5,50 € bambini dai 6 ai 12 anni.
Sito di riferimento http://www.grotte-saintcezaire.com
A Saint-Cézaire-sur-Siagne la principale attrazione turistica è in calcare e la si può ammirare a 40 metri di profondità nel sottosuolo. Un percorso lungo circa 200 metri (sui 5.000 conosciuti) alla scoperta di stalattiti e stalagmiti in quello che nell’era glaciale era un antico fiume sotterraneo.
A scoprirne l’ingresso, per puro caso nel 1890, fu un agricoltore della zona, tale Léon Dozol, che spostando un grosso macigno nel suo campo si accorse che questo nascondeva una profonda cavità. Per anni vi gettò all’interno arbusti e terriccio ma poiché non si riempiva mai decise di esplorarla.
La scoperta fu di quelle inaspettate: una grotta in calcare formatasi oltre 6 milioni di anni fa con i colori di stalattiti e stalagmiti dovuti a minerali, acidi e calcari trasportati sin lì dalle acque di quel vecchio corso fluviale.
Dopo alcuni anni di lavori di messa in sicurezza, nel 1900 la grotta venne aperta al pubblico grazie anche alla sistemazione delle scale necessarie per accedervi e con l’illuminazione affidata alla luce delle candele. Diventata ben presto una delle più interessanti attrazioni turistiche di quell’epoca, dopo la Grande Guerra la famiglia Dozol decise di abbandonare l’attività agricola per dedicarsi alla promozione della grotta di Saint-Cézaire fra turisti e abitanti della zona.
Nel 1920 un film con Charles-Marie Vanel, attore e produttore francese, dal titolo Phroso e tratto da un romanzo d’avventura, venne girato in questa grotta da Louis Mercanton: grazie alla pellicola e soprattutto ai potenti proiettori utilizzati per illuminare gli scenari le formazioni calcaree vennero valorizzate in tutto il loro splendore. Dall’anno successivo, le candele furono sostituite da lampade a acetilene mentre qualche anno più tardi i fratelli Dozol fecero costruire l’edificio che oggi accoglie l’ingresso alla grotta e la boutique che espone oggetti di ogni genere per gli appassionati di geologia.
Chiusa nel 1940 per via della seconda guerra mondiale, venne riaperta al pubblico sei anni più tardi, periodo durante il quale i vecchi generatori utilizzati per l’illuminazione interna vennero sostituiti da altri azionati da motori diesel.
La visita alla grotta inizia scendendo delle strette scale che accompagnano alla scoperta di formazioni calcaree dalle forme e dai colori più bizzarri. Ad iniziare dalla grande stalattite che si ritiene risalga a 150 mila anni fa con un ritmo di crescita di circa un millimetro ogni 100 anni. Il caratteristico colore arancione della roccia è dovuto alla presenza di ossido di ferro mentre l’umidità dell’ambiente, l’argilla e soprattutto la luce portano alla formazione del muschio che si trova poco più in alto.
Situata sotto la stalattite, la relativa stalagmite ha anch’essa una particolare colorazione, molto simile a quella di cioccolata al latte, dovuta in questo caso all’acqua che attraversa gli strati di terreno che contengono ossido di ferro.
Procedendo la visita, a 18 metri sotto terra, si raggiunge la sala conosciuta come “del drappeggio” dove si può ammirare un’antichissima formazione geologica con le sembianze di una cascata. Formatasi con l’acqua piovana proveniente dalla superficie tramite 2 fori sul soffitto, proprio il lentissimo scorrere acqueo ha depositato il calcare sulla roccia obliqua creando il singolare effetto di un drappeggio. Gli schizzi d’acqua con il calcare hanno inoltre creato una formazione che somiglia ad un corallo frastagliato.
Da non perdere durante la discesa nel sottosuolo neppure un’altra singolare creazione della natura, questa volta in calcare bianco, chiamata “scheletro” per via della caratteristica forma dovuta a stalattiti e stalagmiti che unendosi sembrano formare gli arti inferiori umani. Suggestive sono anche le stalattiti musicali, una sorta di tastiera magica formata da concrezioni minerali che contengono ossido di ferro e che sfiorate con un apposito martelletto creano differenti melodie così come la sala “dei cannelloni o fistolose”, un insieme di sottili tubi bianchi vuoti all’interno dove vi scorre l’acqua.
Scendendo ancora nelle profondità della terra, si arriva in una zona della grotta dove un deflusso di acqua (l’intensità è variabile in base alle piogge o ai temporali) proveniente dalla superficie ha creato una suggestiva cascata: in alto si possono osservare una stalattite e una stalagmite che fra circa mille anni formeranno una colonna.
Una scalinata, sovrastata sul soffitto da alcune bizzarre formazioni fra cui una stalattite a forma di coda di maiale e altre a grappoli d’uva, accompagna il pubblico al punto visitabile più profondo della grotta di Saint-Cézaire (40 metri) dove si trova una voragine che si può osservare da una balconata panoramica. Se anche qui il soffitto è rivestito da sottili formazioni di colore biancastro, quando piove sulle pareti scorrono invece due cascate di acqua appositamente colorata con della fluorescina (tonalità verde) per renderne più evidente lo scorrimento creando, a luci spente, un’atmosfera alquanto suggestiva. Questa acqua piovana alimenta il fiume sotterraneo che scorre sotto il villaggio per poi gettarsi nel Siagne.
La temperatura della grotta è di 15° costante durante tutto l’anno per cui si consiglia un abbigliamento adatto così come si raccomanda anche prudenza nella visita sia per la presenza di eventuali stalattiti e stalagmiti sopra la testa e lungo il percorso sia nell’affrontare i gradini che possono rivelarsi scivolosi. Consentite le foto senza flash.
La grotta, che si trova al 1481 di Route des Grottes (06530 Saint-Cézaire-sur-Siagne), è aperta al pubblico 7 giorni su 7: dal 1° febbraio al 31 marzo e dal 1° settembre all’11 novembre in orario 10/12 e 14/17; dal 1° giugno al 31 agosto dalle 10 alle 18. Chiuso invece dal 12 novembre al 31 gennaio.
Il ristorante L’Aragonite, con piatti tipici della gastronomia provenzale, e la boutique con souvenir sono aperti tutto il giorno.
Le visite guidate, della durata di una ventina di minuti, sono in lingua francese e inglese. Tariffe d’ingresso: 8 € adulti, 7 € over 60 e 5,50 € bambini dai 6 ai 12 anni.
Sito di riferimento http://www.grotte-saintcezaire.com
- Meteo Saint-Cezaire-sur-Siagne
- Mappa Saint-Cezaire-sur-Siagne
- Guida Saint-Cezaire-sur-Siagne
- Foto Saint-Cezaire-sur-Siagne