Cerca Hotel al miglior prezzo

Le Scarpe della Memoria: sulla riva del Danubio a Budapest, il monumento all'Olocausto

La 60 scarpe in metallo, opera del regista Can Togay sul Danubio, si trovano a Pest e rappresentano uno dei monumenti all'olocausto degli ebrei più emozionanti in europa.

Lungo le sponde incerte e blu del Danubio si sono combattute guerre e battaglie, regni ed imperi sono venuti al mondo, orgogliosi e grandiosi, e hanno conosciuto la vita nuovi stati e nuove nazioni, finalmente pronte a godere del loro momento di libertà e gloria. Il fiume ha cullato civiltà e costruito culture, ha preservato tradizioni e leggende, proteggendo le sue perle preziose, figlie delle sue acque. Per Budapest il Danubio è forza, speranza e potenza.

Quando la storia ungherese ha abbandonato le vestigi del suo passato glorioso, e ha iniziato, alla metà del 900, incerta e titubante, a seguire i risvolti crudeli della storia dell'Europa più moderna, allora il Danubio ha cambiato volto: non più il temerario fiume navigabile, padre e padrone delle terre lambite dal suo corso, ma è divenuto la tomba cruda e spietata della furia nazista delle Croci Frecciate ungheresi.

Per gli ebrei di Budapest il destino fu forse meno crudele che per altri: l'arrivo del nazismo in città fu più tardo che nel resto dell'Ungheria; per gli ebrei della capitale non ci furono deportazioni in campi di concentramento ma fu eretto un muro all'interno del ghetto, che li rese prigionieri nella loro stessa città. Alcuni degli ebrei che trovarono qui la morte ebbero la magra consolazione di morire cullati tra le braccia del fiume che ne aveva illuminato le giornate e rinfrescato l'aria per secoli; il Danubio fu infatti spesso protagonista di fucilazioni ed omicidi consumati ai bordi delle sue sponde, lì dove la sua profondità poteva nascondere ed occultare i misfatti. Man mano che la furia nazista dilagava il fiume accoglieva e custodiva sempre più vittime, macchiandosi del sangue dei suoi cittadini.

In fila lungo la riva, con alle spalle una Buda dimenticata e di fronte la maestosità del Parlamento che non era riuscito a proteggerli, gli ebrei venivano fucilati uno alla volta ed i loro corpi, esausti da sofferenze inumane, si abbandonavano alla morte. Non restava più nulla, di loro non rimaneva alcuna traccia se non quella delle loro scarpe lasciate sulla sponda, che erano costretti a levarsi prima di dare l'ultimo saluto alla vita. Le scarpe divennero così le orme lasciate sul loro cammino prima di lasciare questo mondo per sempre, testimonianze preziose del loro vissuto e del loro passaggio.

Oggi quelle stesse scarpe sono divenute il simbolo rispettoso di una tragedia intera: nel 2005 infatti, il lavoro comune del regista Can Togay e dello scultore Gyula Pauer, ha portato alla realizzazione del monumento delle “scarpe sul lungo danubio” (Cipők a Duna-parton). Una testimonianza preziosa, eretta a memoria di vittime innocenti, che vuole dare uno scacco definitivo a quell'altro male crudele chiamato oblio. Se il Danubio ha cancellato tutto, portandosi con sé, nella profondità dei suoi abissi, la vita, le storie e le tragedie di un popolo, Budapest, con questo monumento, vuole invece ricordare.

Le sculture di scarpe realizzate, 60 quanti erano gli anniversari dell'Olocausto, sono disposte disordinatamente lungo la riva, senza che vi sia un ordine preciso: ci sono scarpe di donna dentro le quali qualcuno ha riposto un fiore, oppure quelle di uomini, coraggiosi padri di famiglia o giovani temerari che niente hanno potuto di fronte alla furia del Male. Infine commuove la presenza di piccolissime scarpe, adagiate sul pavimento tra quelle più grandi di una mamma e di un papà, a simbolo di una tragedia che non risparmia nessuno.
Il monumento stupisce per la sua semplicità e la sua presenza pacata; nonostante il suo forte valore simbolico non vuole fatti apparire ma preferisce rimanere nell'ombra, perso nella maestosità e prorompenza dei monumenti tutt'intorno.

Il monumento pur nella sua immane e triste tragedia infonde una grande forza e speranza. Le scarpe sono logorate dal tempo e dalla vicinanza col fiume, ingiallite dalla ruggine e sbiadite dal sole, ma sono ancora lì, immobili lungo la sponda. Anche quando la città si addormenta, quando viene invasa dalla pioggia o imbiancata dalla neve, loro rimangono acquattate lungo quella riva, aggrappate con forza al terreno. Sono ancora lì a ribadire per sempre il loro struggente attaccamento alla vita.

Scarpe sul Danubio (Cipők a Duna-parton)
Dove si trova: Pest, passeggiata lungo il Danubio
Come raggiungerlo: Linea Metro 2/ tram numero "/ autobus numero 15

 Pubblicato da il 11/04/2015 - 30.736 letture - ® Riproduzione vietata

19 Aprile 2024 La Sagra de Su Pani Saba a Sini

Giovedì 25 aprile 2024 torna per la XXIX edizione la Sagra de Su ...

NOVITA' close