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La Moschea di Sidi Yahia a Timbuktu, patrimonio UNESCO, attaccata dai militari

Brutte notizie arrivano in questi giorni dal Mali, sconvolto in questi mesi da venti di guerra. Secondo testimoni oculari, alcuni militanti islamici hanno attaccato una delle moschee più famose della storica e bellissima città di Timbuktu, bombardando la porta del 15° secolo (porta della resurrezione) della moschea di Sidi Yahia, uno dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO di questa nazione africana.

Il gruppo Ansar Dine, che si dice di avere legami con al-Qaeda, aveva preso il controllo della città, all'inizio di quest'anno. Purtroppo questo gruppo ha già deliberatamente distrutto molti dei santuari della famosa città del deserto del Sahara, affermando che questi edifici sono in contrasto con una rigida interpretazione dell'Islam.

Secondo alcune stime quasi il 90% dei mausolei presenti nella regione, non in linea con la legge islamica, sono stati distrutti, dato che la Sharia non permetterebbe la costruzione di tombe più alte di 15 centimetri. Ma distruggere questo immenso patrimonio storico e culturale del Mali non è altro che un Crimine di Guerra. L'agenzia culturale delle Nazioni Unite, l'Unesco e il governo del Mali hanno invitato il gruppo di Ansar Dine a fermare questa assurda campagna di distruzione.

L'Unesco ha inoltre espresso la preoccupazione che molti manufatti preziosi e manoscritti possano essere contrabbandati fuori della regione e ha esortato i paesi vicini ad evitare questo mercato clandestino. Il sito di Sidi Yahia è una delle tre grandi moschee di Timbuktu, e la porta che è stata distrutta era sigillata in quanto portava alla sacra tomba dei santi.

Timbuktu deve la sua fama internazionale sia alla sua posizione particolare, al confine delle zone più aride del Sahara, sia al suo ruolo come centro di cultura islamica, e per ospitare tre grandi moschee, costrite nel 15° e 16° secolo. Timbuktu è anche conosciuta come "Città dei 333 santi", che hanno origine nella tradizione sufista dell'Islam. Il gruppo paramilitare di Ansar Dine ha invece convizioni salafite, e condannano il culto dei santi.

Il gruppo aveva preso il controllo di Timbuktu nel mese di aprile, dopo un colpo di stato che aveva lasciato l'esercito del Mali in disordine. Inizialmente il gruppo collaborava con i ribelli Tuareg che da secoli chiedono l'indipendenza per i territori a nord del deserto del Mali, ma di recente i gruppi si sono scontrati e le forze islamiste hanno preso il controllo dei tre centri principali:del nord del Mali e cioè Timbuktu, Gao e Kidal.
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