Itinerario di 5 giorni in Val d'Orcia

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Condividi Fiamma Larosa

28/03/2024

È una delle valli più belle della Toscana, tanto da essere stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità Unesco: è la Val d’Orcia, un angolo di paradiso dove arte e natura si incontrano e non si lasciano più. Sensuali colline su cui troneggiano cipressi isolati, infinite distese di campi dorati su cui riposano profumate balle di fieno e, ovviamente, filari ordinati di ulivi e viti che incorniciano piccoli borghi arroccati sulle pendici, vecchi casolari e antiche pievi che da secoli presidiano questi luoghi.

Ma dove si trova la Val d’Orcia con esattezza? Siamo in provincia di Siena e in parte in quella di Grosseto, a nord-est del Monte Amiata, uno dei comprensori sciistici della Toscana più importanti, quasi al confine con l’Umbria, e mai come in questi luoghi si respira l’anima bucolica della regione, quella radicata profondamente non solo nella terra fertile, ma anche nel DNA dei suoi abitanti; qui l’agricoltura si eleva a forma d’arte, diventa nobile e segna la storia di una zona dello Stivale che, non a caso, vanta un numero di gioielli naturalistici da Guinnes dei Primati.

I paesaggi da fotografare


Lungo il corso del fiume che dà il nome alla valle e la taglia nel mezzo, fuoriuscendo poi da una profonda e suggestiva spaccatura del terreno, spiccano scure lamine lapidee che testimoniano l’antico spirito vulcanico della zona - il Monte Radicofani e il Monte Amiata stesso sono antichi vulcani spenti - ne sottolineano il fascino immortale e rappresentano una delle più importanti testimonianze paesaggistiche che rientrano obbligatoriamente nell’elenco di cosa vedere in Val d’Orcia.
Sono sicura, infine, che non avrete difficoltà a credermi se vi garantisco che la tradizione enogastronomica locale è succulenta e prestigiosa: è qui che viene prodotto il sontuoso Brunello di Montalcino, tanto per farvi un esempio, ed è sempre qui che viene allevata la Cinta Senese, antichissima razza di suino nostrano che regala carni pregiate.

Ce n’è abbastanza per partire per una gita fuori porta in Toscana, vero? E allora facciamoci coraggio e prepariamoci ad affrontare il nostro itinerario in Val d’Orcia, lungo, almeno in parte, la Via Cassia, l’antica strada consolare romana sopravvissuta nei secoli che oggi taglia con eleganza la valle e permette ai visitatori di godere delle sue bellezze.

La Val d’Orcia in tavola


Mentre preparate i bagagli vi racconto velocemente cosa troveremo in tavola durante questo nostro viaggio, che, lo dico per gli appassionati del settore, si presta benissimo ad essere considerato anche un perfetto tour enogastronomico.
Del Brunello di Montalcino DOCG vi ho già detto, mentre del Nobile di Montepulciano DOCG ancora no. Che posso aggiugere di più se non che stiamo parlando di due dei più importanti vini italiani e mondiali? Rossi, corposi, dai tannini intensi, raffinati, però, dalla lunga permanenza nel legno durante il periodo di invecchiamento.

Due big della tradizione vinicola li abbiamo messi nel calice. Che manca? Beh, oltre ai gustosissimi salumi di Cinta Senese, cui ho già accennato, gli altri protagonisti delle tavole della Val d’Orcia sono indiscutibilmente il Pecorino di Pienza, dal gusto tutto particolare grazie alla stagionatura in barrique di rovere, e i Pici all’Aglione, caratteristici sia per il formato di pasta che per il condimento a base di un tipo di aglio particolarmente delicato e raffinato, Presidio Slow Food.

Ma non è finita mica qui, sapete? Un’assaggiata, infatti, la meritano anche il Raviggiolo, cacio tenero che anticamente veniva fatto sgrondare su foglie di felce, perfetto condito con olio e sale, il Ciaccino, la versione moderna dell’antica Focaccia con i Friccioli o Frizzoli, ossia i ciccioli di maiale, il Pansanto, una fetta di pane condita con cavolfiore lessato, olio e aceto, la Panzanella o la Minestra di Pane, a base di pane raffermo ravvivato, e la Ciancifricola, una sorta di frittata condita con uno sbattuto di olio, aglio e pomodoro.
Ciaccia, la schiacciata locale, pane sciocco, che se no gli altri sapori si offendono, un filo d’Olio Extravergine di Castiglione d’Orcia a contorno completano l’opera artistica della tradizione enogastronomica della Val d’Orcia.

Prima tappa dell'intinerario in auto: Montalcino


Partiamo da Montalcino, facilmente raggiungibile da Siena percorrendo, per poco più di 40 km, la SS2, ossia la Cassia, verso sud. Il piccolo borgo di origine etrusca si staglia orgoglioso sugli ultimi colli che degradano poi verso la Maremma, li abbarbicato a 564 m. s.l.m. e circondato dalle mura che ancora conservano parte dei 19 torrioni originali.

L’atmosfera nel borgo è quasi fiabesca, come se qui il tempo avesse avuto il buongusto di non portare le novità del nuovo millennio, se non, con molta discrezione, quelle fondamentali: stradine acciottolate e suggestive, sulle quali si aprono le botteghe artigiane che propongono i prodotti della tradizione, si inerpicano fino in cima, dove si trova la spettacolare fortezza del XIV secolo, dalla terrazza della quale potrete spingere i vostri occhi su panorami mozzafiato che vanno dal vicino Monte Amiata fino al non lontanissimo mare.
Lungo la passeggiata incontreremo sicuramente il Palazzo dei Priori, imponente e turrito, che con le sue arcate gotiche a tutto sesto non passa di certo inosservato, il Duomo, che ha le sue origini in un’antica pieve romanica, nella cui cappella si può ammirare un bel dipinto rinascimentale di scuola senese che raffigura l’Arcangelo Gabriele intento a scacciare gli angeli ribelli dal Paradiso.

Propongo una piccola deviazione, che aggiungerà un decina di chilometri al nostro itinerario, per raggiungere la suggestiva Abbazia di Sant’Antimo, la cui fondazione sembra possa essere fatta risalire fino al IX secolo e possa essere attribuita a Carlo Magno in persona; da segnalare che l’abbazia è una delle più importanti testimonianza di architettura monastica di epoca romanica.
Tra l’altro, tanto per non dimenticarci di "Messer Stomaco" e "Cavalier Palato Fino", lungo la strada che vi conduce fin qui trovate l’azienda agricola NostraVIta, dove, ovviamente, potrete perdervi in qualche degustazione da urlo.
Ah, non dimenticatevi di comprare una bottiglia di Brunello in una delle tante botteghe del centro storico. Ci servirà sicuramente durante il viaggio.

Seconda tappa: San Quirico d’Orcia


A 14 chilometri da Montalcino, proseguendo in direzione ovest su quello che a detta di tutti è il tratto più spettacolare della Via Cassia, si trova San Quirico d’Orcia, meta obbligata della Val d’Orcia in itinerari in auto, o in moto, da programmare in zona.
Da lontano ci accoglie la Collegiata del XII secolo, arricchita, però di importanti elementi gotici e barocchi, e ci dà il benvenuto nel piccolo, piccolissimo, borgo. Sulla via principale si affacciano negozi, chiese, botteghe e numerosi ristoranti, perché, nonostante le dimensioni contenute, il borgo è sempre stato sia punto di riferimento per i pellegrini che percorrevano la via Francigena sia interessante centro economico e culturale per la favorevole posizione logistica sulla Via Cassia di cui ha sempre goduto.

Agli appassionati d’arte consiglio di spingersi fino alla fine del borgo - tanto non è che ci voglia tantissimo - per ammirare la spoglia ma affascinante Chiesa di Santa Maria Assunta, anch’essa testimonianza preziosa del periodo romanico; gli appassionati di panorami e aria buona, invece, li mando a visitare gli Horti Leonini, splendidi giardini all’italiana realizzati nel 1580, dalle terrazze dei quali si gode di una vista stupenda su tutta la valle sottostante.
L’ultimo consiglio lo lascio per i golosi: la Cantina Osenna si trova proprio nel cuore del borgo e vi propone non solo calici di alta qualità, ma anche piatti della tradizione cucinati con maestrìa e passione.

Terza tappa: Pienza


Ripartiamo alla volta di un altro borgo immortale: Pienza, la capitale del pecorino toscano. Sulla strada è d’obbligo fermarsi per dare un’occhiata alla Cappella della Madonna di Vitaleta, piccolo edificio sacro che si erge su una minuta collinetta e rappresenta una delle maggiori attrazioni della Val d’Orcia negli itinerari fotografici, non tanto per le sue qualità architettoniche, ma piuttosto perché testimonia con potenza la sintesi tra arte e paesaggio che questa valle riesce ad essere.

Per andare verso la nostra prossima tappa dobbiamo lasciare per qualche ora la strada panoramica della Val d’Orcia, ossia la già tanto citata Via Cassia, per proseguire, per circa una decina di chilometri, sulla SP146 che collega la Toscana e l’Umbria.
Pienza è una vera e propria città d’autore, fatta edificare dal suo illustrissimo cittadino Papa Pio XII, da cui il nome, che qui nacque quando il borgo si chiamava ancora Corsignano e versava in condizioni pessime.
Con questa premessa c’è poco da aggiungere, poiché qualsiasi cosa vi troviate a visitare, state certi che non vi deluderà. Potete, ad esempio, partire dal Duomo, con il suo stile misto a cavallo tra il gotico e il rinascimentale, dare un'occhiata a Palazzo Piccolomini, ubicato proprio lì accanto, che con i suoi giardini prensili sicuramente vi incanterà e terminare la visita ai monumenti della città con l’elegantissimo Palazzo Vescovile, che ospita il Museo Diocesano, raffinata raccolta di arredi sacri, arazzi e opere d’arte sacra.

A mangiare vi mando, anche se vi dovete spostare verso Montepulciano e percorrere una decina di chilometri in più, in quello che da queste parti è una vera e propria istituzione: il Caseificio Cugusi, dove, statene certi, potrete trovare il vero Pecorino di Pienza, insieme ad altre squisite specialità.

Quarta tappa: Castiglione d’Orcia


Il prossimo step della nostra giornata in Val d’Orcia ci fa ritornare verso la Via Cassia, a Castiglione d’Orcia per la precisione, piccolo borgo edificato durante il Sacro Romano Impero, diventato poi possedimento della famiglia Aldobrandeschi, la cui Rocca, o meglio ciò che ne rimane, spicca vistosa, in cima al cucuzzolo su cui Castiglione si adagia.
Ovviamente resta immancabile la solita passeggiata per le vie del centro storico, come sempre suggestivo, durante la quale vi capiterà di incontrare la Sala d’Arte San Giovanni, dove si possono ammirare interessanti opere pittoriche appartenenti alla Scuola Senese del XIV e XV secolo.
Anche la piazza principale del borgo, dedicata al "Vecchietta", pittore, scultore e orafo del 1400 che qui ebbe i suoi natali, merita la nostra attenzione: la sua pavimentazione è realizzata con ciottoli di fiume riquadrati da decorazioni in mattoni, per un risultato altamente suggestivo, anche se i tacchi sono sconsigliati.

Stanchi di cibare la mente? Bene, sono d’accordo. Andiamo a cibare prima il corpo a Bagno Vignoni, uno dei più importanti stabilimenti termali della Toscana che si trova a soli 6 km da qui, e poi lo stomaco, alla Cisterna nel Borgo, rinomato ristorante dove la tradizione antica è di casa tutti i giorni.
Ritempratevi per bene perchè il nostro viaggio non è ancora finito.

Quinta tappa: Radicofani all'ombra del vulcano


Ripartiamo, infatti, alla volta dell’ultimo comune del Parco della Val d’Orcia: Radicofani, il borgo di Ghino di Tacco, il leggendario brigante reso celebre da Giovanni Boccaccio che tagliò la testa al giudice che aveva decretato la morte di suo padre ma poi fu graziato da Papa Bonifacio VIII.
Anche questo borgo ci accoglierà con quell’atmosfera vergine e intatta che contraddistingue tutti i borghi di questa zona, tra i più belli di tutta la Toscana. Spettacolari anche i suoi contributi architettonici, a partire dalla Rocca, che ha più di mille anni sui ruderi, portati benissimo, sia gli anni sia i ruderi; sempre mille sono i metri a cui vi troverete se decidete di arrampicarvi fin su in cima al colle che accoglie l'antica fortezza, da dove, è quasi inutile dirlo, godrete di una vista mozzafiato.

Scendendo nel cuore del centro storico del paese, invece, fermatevi a dare un’occhiata alla Chiesa di San Pietro e al suo bellissimo portale duecentesco, e alla statua dedicata al brigante più affascinante della zona, l’indomito Ghino di Tacco di cui vi ho già parlato.
L’ultima cosa che vi chiedo di vedere, prima di invitarvi tutti a mangiare, è l’Antica Stazione di Posta, fatta costruire dai de’ Medici, l'ultima stazione di sosta per i pellegrini, prima di affrontare l’ultimo tratto di Via Francigena e arrivare finalmente a Roma.
Già, l’invito a pranzo! Dove vi porto? Alla Trattoria Le Ginestre dall’Ada, per gustare i sapori autentici della Val d’Orcia e non solo. Buon appetito!

Il nostro tour in Val d'Orcia, in sintesi


Percorso:
Lunghezza totale percorso: 68 km.
Cosa vediamo: Fortezza e Duomo di Montalcino (Montalcino), Abbazia di Sant’Antimo (Montalcino), Collegiata e Chiesa di Santa Maria Assunta (San Quirico d’Orcia), Duomo, Palazzo Piccolomini e Palazzo Vescovile (Pienza), Rocca Aldobrandesca, centro storico e Piazza Lorenzo di Pietro “il Vecchietta” (Castiglione d’Orcia), Rocca, Chiesa di San Pietro e statua di Ghino di Tacco (Radicofani)
Cosa assaggiamo: Brunello di Montalcino DOCG, Nobile di Montepulciano DOCG, salumi di Cinta Senese, Pecorino di Pienza, Pici all’Aglione, Raviggiolo, il Pansanto, la Panzanella, la Minestra di Pane, Ciancifricola, l’Olio Extravergine di Castiglione d’Orcia.
Enoteche, Cantine e Ristoranti: Azienda Agricola NostraVita (Montalcino), Cantina Osenna (San Quirico d’Orcia), Caseificio Cugusi (Pienza), Cisterna nel Borgo (Castiglione d’Orcia), Ristorante Le Ginestre dell’Ada (Radicofani)
Musei e attrazioni: Horti Leonini (San Quirico d’Orcia) Museo Diocesano (Pienza), Sala d’Arte San Giovanni (Castiglione d’Orcia), Bagni Vignoni (Castiglione d’Orcia), l’Antica Stazione di Posta (Radicofani).

Se ti interessa l'argomento, visita anche il nostro canale dedicato agli itinerari in Toscana.

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