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Craco (Basilicata), visita al borgo chiamato la cittą fantasma

Craco, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Craco dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Ci si ferma nel centro della cittadina e ci si mette in ascolto: fruscio di alberi in lontananza, il soffio leggero della brezza, qualche cinguettio e il frinire accaldato delle cicale che si alza dalla campagna vicina. Questi i suoni che dominano a Craco, borgo della Basilicata di origine medievale in provincia di Matera: non perché sia una località particolarmente quieta, o i suoi abitanti siano tipi silenziosi. La particolarità di Craco, che l’ha resa famosa in Italia e nel mondo, è che si tratta di una città fantasma, completamente disabitata sin dagli anni Sessanta del Novecento.

Agghindata da piantagioni di cereali e uliveti, la cittadina è una scultura di case strette le une alle altre, abbarbicate alla roccia calcarea, ricamata di stradicciole e scalinate ripide e dominata dalle sagome imponenti di una torre normanna e di un castello risalente al XIII secolo. Di lontano pare di ammirare un’unica grande montagna: i colori delle abitazioni, delle chiese, delle fortificazioni sono gli stessi della natura, simili alle tinte della rupe rugosa su cui poggiano.

Avvicinandosi si scoprono le tracce delle rovinose frane che, nella seconda metà del Novecento, costrinsero la popolazione ad abbandonare l’abitato: da quel giorno di paura, quando nel 1963 ci fu una scossa più violenta delle altre, la natura si è impossessata del borgo, mentre le persone del posto si trasferirono a valle, in località Craco Peschiera. Dimenticato lo spavento di quei giorni, oggi si può dire che le frane abbiano costituito la fortuna del paese: senza di esse non sarebbe, ai giorni nostri, uno scenario così magico e affascinante, tanto da essere stato scelto numerosissime volte come set cinematografico da registi importanti.

Immerso in un paesaggio surreale, arso dal sole, a metà strada tra il mare e l’Appennino Lucano, il borgo è circondato dai calanchi, solchi profondi che scalfiscono il terreno cretoso come rughe testimoni del tempo, generati dallo scorrere verso valle delle acque piovane. Chi si lascia incantare dal panorama e decide di visitare il cuore di Craco rimane stupito di fronte al centro intatto, conservato così come gli ultimi abitanti l’hanno lasciato. Ad eccezione di qualche strumentazione cinematografica insolita, il paese raccoglie le stesse belle testimonianze che lo caratterizzavano in passato: camminando per le strade si può dare un’occhiata all’interno delle vecchie abitazioni, scoprendo le dimore dei nobili e le case della civiltà contadina e pastorale.

Come formule leggendarie, i nomi delle contrade cittadine evocano la storia ricca e misteriosa di questi luoghi abbandonati. Il nome “Canzoniere” deriva da quello di un’antica taverna posta lungo un tratturo molto frequentato. Secondo la tradizione era gestita da una donna bellissima che, proprio come la maga Circe, tratteneva i malcapitati clienti in suo potere, sfruttando il suo potere di seduzione.

Il nome della contrada San Lorenzo riprende quello di un’antica fontana a volta, situata lungo la strada che va verso il Cavone, adornata di palme slanciate e ulivi dalla chioma argentea. Sullo sfondo ci sono le sagome rassicuranti delle vecchie masserie, costruzioni rurali austere, vere opere d’arte della cultura di campagna. La contrada Sant’Eligio è invece dedicata al protettore dei maniscalchi, cui è intitolata anche una splendida cappella decorata da splendidi affreschi, forse cinquecenteschi, che rappresentano alcune scene di santi intorno al Cristo crocifisso.

Tra gli edifici storici di maggiore interesse artistico e architettonico vale la pena di ammirare il castello, eretto nel XIII secolo e tuttora dotato del bel portale d’ingresso e della torre, la chiesa di San Vincenzo, e la chiesa di San Nicola con i suoi altari barocchi in marmi policromi e due tele raffiguranti la Madonna col Bambino e l’arcangelo Raffaele. In periferia c’è la chiesa dei frati minori osservanti dedicata a San Paolo, con l’interno a due navate culminanti in cui si possono ammirare l’altare barocco, una splendida tela del 1600 e un pregevole coro ligneo.

Ma Craco, nonostante le case siano disabitate da tempo, non è soltanto una città fantasma da guardare, ma anche un luogo incantato da vivere e assaporare: ad esempio, presso l’ex monastero dei frati minori, ogni sera d’estate si svolgono grandi concerti di musica classica, sacra e profana, che accrescono il fascino del piccolo borgo senza tempo.

Per raggiungere Craco ci sono diverse possibilità. Chi viaggia in auto deve percorrere l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, uscire a Sicignano degli Alburni/Potenza, continuare sulla E847 fino a Pisticci Scalo poi sulla SS176 fino a Peschiera, e infine sulla SS103 fino a Craco. Per chi sceglie il treno la stazione più vicina è quella di Pisticci Scalo, mentre l’aeroporto più vicino è quello di Bari, a 119 km.

Giunti a destinazione verrete accolti da un clima piuttosto piacevole, che vicino alla costa è di tipo mediterraneo e si fa poco più fresco verso l’interno. Nella zona di Craco le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 2°C a una massima di 10°C, mentre il luglio e agosto si passa dai 16°C ai 30°C. Le precipitazioni, scarse nella stagione estiva, si concentrano soprattutto in autunno: nel mese di ottobre, che è il più piovoso, cadono in media 69 mm di pioggia.
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