La verdeggiante piana del Coghinas disegna, nella parte più interna ai piedi del massiccio dell’Anglona, un territorio di forma triangolare, che ospita una costellazione ridente di cittadelle e villaggi: tra questi spicca Santa Maria Coghinas, che vanta alcune frazioni graziose e accoglienti, ottime mete turistiche. Una di queste, la più famosa, è la località sarda di Casteldoria, una borgata di quasi 1500 abitanti in provincia di Sassari, posizionata a 21 metri s.l.m.
In un regno di pace e di sole, accarezzato dal clima mediterraneo e popolato da genti cortesi, Casteldoria ha creato nei secoli una tradizione affascinante, fatta di prodotti semplici legati alla terra: l’attività principale dell’economia locale è infatti l’agricoltura, soprattutto la coltivazione dei carciofi, accompagnata dall’allevamento e, dulcis in fundo, da un fiorente settore turistico, che attira ogni anno un numero sempre crescente di visitatori.
Il Castello
A Casteldoria si possono ammirare alcuni edifici di grande pregio artistico e storico, primo fra tutti, come suggerisce il nome del villaggio, il Castello dei Doria risalente al XII secolo, oggi ridotto a poco più di un rudere ma comunque testimone prezioso della dominazione genovese della famiglia Doria. La struttura è composta da un’unica torre massiccia, a pianta pentagonale irregolare, con ai piedi una grande vasca per la raccolta dell’acqua piovana.Per arrivare al castello è necessario, dal centro di Santa Maria Coghinas, salire lungo il fianco del Monte Ortigo: da questa postazione incantevole, dominata dai resti misteriosi del maniero, si ammira un panorama incantevole che abbraccia la roccaforte di Castelsardo, la Piana del Coghinas fino alla foce del corso d’acqua, alcuni borghi dell’entroterra e la diga del piccolo lago del Coghinas. Inoltre si possono osservare le sottostanti terme di Casteldoria.
Le terme
Sono proprio le terme l’attrazione più importante e conosciuta di Casteldoria: queste sorgenti naturali, dette dagli abitanti del luogo ”li caldani”, sono costituite da polle di acqua caldissima, che raggiungono i 70 °C e si fondono col corso d’acqua del Coghinas. Il fiume scivola a valle scavandosi una conca tra il Monte Ruju e il Monte Ortigiu, e nei secoli ha intagliato nella dura roccia una gola sublime e pittoresca, dai profili bizzarri ispiratori di leggende. La profondità di questo abisso di roccia, sul cui fondo scorre il fiume bollente, insieme al magico effetto creato dalle nubi di vapore, ha generato nel tempo innumerevoli storie sinistre ed inquietanti, e pare che Omero in persona avesse riconosciuto in questo paesaggio nientemeno che l’Averno.Cosa vedere
Ma il paesaggio non regala soltanto panorami infernali o imponenti: molto più rassicurante, e decisamente accogliente, è la piccola caletta di sassi che se ne sta nascosta tra le pareti del Monte Ruju, abbracciata dalla vegetazione di palme, olivastri, pini secolari e profumatissimi eucalipti. In questa spiaggietta fluviale, laddove il Coghins forma il Lago di Casteldoria, si colloca l’impianto termale di Casteldoria, che malauguratamente non è ancora stato inaugurato: un tempo in questa stessa posizione sorgeva un piccolo complesso termale di inizio Novecento, costituito da umili strutture di legno, che aveva lo scopo di curare i reumatismi e veniva raggiunto a cavallo da chi era bisognoso di sabbiature; oggi l’antica struttura è stata sostituita da un palazzo moderno e elegante, che attende le autorizzazioni necessarie all’apertura.A breve distanza dalle terme di Casteldoria si possono ammirare i ruderi del monastero di San Giovanni, di cui resta in buone condizioni soltanto la graziosa chiesetta romanico-pisana. Pare che un tempo ci fosse un lebbrosario, comunicante tramite una galleria sotterranea con i miracolosi “caldani”, in modo che i salutari fanghi potessero essere trasportati agevolmente presso i malati.
Benché la struttura termale vera e propria non sia ancora entrata in funzione, è comunque possibile godere dei benefici delle acque termali: è sufficiente sostare nella caletta fluviale, dove potrete immergervi nelle acque salso-bromo-iodiche del fiume, toccare con mano i famosi fanghi miracolosi o semplicemente rilassarvi all’ombra del boschetto, immersi tra ulivi nodosi, corbezzoli e ginepri odorosi di fresco. L’elevata temperature delle acque termali consente di fare il bagno in questo tratto del Coghinas in ogni mese dell’anno, anche quando l’aria è più fredda.