Le Alpi Marittime sono un caleidoscopio dai mille volti, uno scenario mutevole che ama cambiare d’abito spesso, per stupire i suoi visitatori curiosi. Qui, in un tripudio di tinte e di luci mai uguali, sorge il comune di Valdieri, con i suoi circa 1000 abitanti e le sue atmosfere incantate.
Tranquillo borgo della provincia di Cuneo, nel cuore verdeggiante del Piemonte, Valdieri fa parte del Parco Regionale delle Alpi Marittime, e offre un repertorio sconfinato di passeggiate e attività all’aria aperta: in tarda primavera e in estate le montagne si popolano di villeggianti, alla ricerca di escursioni, mentre l’autunno distribuisce pennellate dorate sugli alberi e i prati, regalando i frutti di stagione più gustosi, tra cui funghi e castagne. Nella stagione fredda poi, quando la neve glassa le vette più alte, si possono praticare diversi sport invernali, per una vacanza all’insegna del divertimento e dell’emozione.
Storia
Paesello di neanche 1.000 abitanti, occupa l’area del cuneese un tempo soggetta all’influenza angioina prima dei Marchesi di Ceva e dei Savoia, dominanti qui fino al trattato di Cateau Cambresis, parliamo del 1559.Se il ‘600 fu un secolo contraddistinto dalla peste e da un’economia piuttosto precaria, meglio non fu il ‘700 a causa dell’occupazione francese e tanto meno l’Ottocento, segnato pesantemente dalle inondazioni e da diverse catastrofi naturali. Oggi di Valdieri colpiscono la serenità del quotidiano e l’imperturbabilità di un insediamento fatto di case e alcuni interessanti monumenti facenti capo al Municipio che si incontra giungendo in Piazza Vittorio Emanuele I, stabile del 1827 il cui pian terreno vede un continuum breve di portici e archi.
Cosa vedere a Valdieri
Valdieri è soprattutto luogo di chiese e cappelle, cosicché se si vuole organizzare un bel giro per scoprirle tutte, tanto vale iniziare dal seicentesco Santuario di Madonna del Colletto, che a 1.305 mt d’altezza risplende con la sua silhouette un po’ squadrata e il biancore che ne riveste l’intonaco alternandosi a un vivace azzurro esaltato dai raggi del sole durante le giornate a cielo terso. Ancora una volta dobbiamo discendere in Piazza Vittorio Emanuele I per incappare in un altro monumento ecclesiastico significativo, la Parrocchiale di San Martino, la cui costruzione avvenne fra il 1789 e il 1796. L’appariscente semplicità neoclassica investe sia la facciata che lo slanciato campanile e dai tre ingressi si accede all’aula interna dove a far da padrone è il marmo cipollino abbellente un contesto sacro di affreschi e incorniciante con degna sontuosità una Pietà marmorea, opera in bassorilievo dei fratelli Collino.La Parrocchiale di Sant’Anna è più piccola ma di bellezza superiore, mononavata risalente al 1819 la cui torre campanaria dotata di orologio si dispone posteriormente all’ingresso rappresentato da un ampio portico a triplice arco sovrastato da un tipico rosone tondo. Al genere appartiene anche la Chiesa della Confraternita dei Disciplinati di Santa Croce, dopodiché è un susseguirsi di cappelle atte a ornare il tessuto urbano, la Cappella della Visitazione in fondo a via Giuseppe Garibaldi (mostra affrescata la Visita di Maria alla cugina Elisabetta), la Cappella di San Lorenzo in frazione omonima, la Cappella di San Sebastiano presso Andonno(proverbiale meta di scalatori provetti impegnati a conquistare una delle falesie più grandi del paese) e, infine, la Cappella di Santa Croce.
Sant’Anna annovera non soltanto la presenza della sua parrocchiale ma persino di un vero complesso residenziale che reca l’impronta sabauda: i Savoia, infatti, soggiornarono in più occasioni creando un bacino di spazi a loro riservati, la Casa del Re per esempio, oppure la Casa della Principessa Giovanna, gli alloggi per il personale e poi il forno, le stalle, il magazzino e una ghiacciaia. Fra le palazzine di caccia rievocanti i tempi dell’istituzione della riserva, da vedere la Casa di Caccia al Valasco adiacente alla Casa della Bela Rosin in prossimità delle Terme Reali di Valdieri. Queste sono situate ai piedi del monte Matto, fortemente volute da Vittorio Emanuele II che dello stabilimento termale depose la prima pietra. Sulla stessa piazza si affaccia Casa Lovera, appartenuta a un’antica famiglia nobiliare del posto, con le sue sgargianti pitture settecentesche. In particolare attira l’attenzione l’immagine di un frate inginocchiato, che prega l’Immacolata, ritratto all’interno di una cornice barocca.
Le Terme di Valdieri
Procedendo verso Sant’Anna, ai piedi del Monte Matto e alla confluenza del vallone del Valasco con quello della Casa, si giunge infatti al complesso termale di Valdieri. Fu Vittorio Emanuele II in persona a porre la prima pietra, nel 1857, dell’attuale stabilimento, su preesistenti strutture finite in rovina. Qui, a 1370 metri di quota, nel profumo fresco di faggi e di pini, si stagliano tra la vegetazione l’albergo esclusivo a 3 stelle, con ben 105 camere e un totale di 207 posti letto, il centro per le cure con attrezzature all’avanguardia e ambienti confortevoli, le piscine con l’acqua ipertermale sulfurea, i campi da tennis, la palestra, e addirittura l’eliporto e la riserva di pesca.Il principio attivo, ingrediente principe delle acque miracolose, è lo zolfo, che combinandosi chimicamente con altri elementi svolge un’azione antinfiammatoria, antalgica, antisettica e broncodilatatoria. In più le acque, che scorrono a una temperatura di circa 50°C su ripiani e gradinate, producono un particolare tipo di alga perfetto per la cura di affezioni dermatologiche e reumatologiche.
L’acqua sembra essere il leit motif di Valdieri: elementi principali dell’arredo urbano sono proprio le sue fontane, monumentali quelle dedicate a Sant’Antonio, San Martino e alla bela Rosin.
Un’inesauribile fonte di cultura (qui l’acqua non c’entra) è data da un compartimento museale che inscrive nel proprio circuito l’Ecomuseo della segale, il più tradizionale Museo degli antichi mestieri, il Museo etnografico e il Museo della Necropoli allestito in un’area archeologica a riferimento protostorico.
Il Parco delle Alpi Marittime
Dopo aver fatto il pieno di visite culturali e trattamenti rivitalizzanti, ci si può abbandonare al richiamo della natura, e avventurarsi alla scoperta del Parco Regionale delle Alpi Marittime. Creato nel 1890 con lo scopo di proteggere fauna e flora locali, un tempo parte della Riserva di Caccia di Casa Savoia, il parco ha assunto la denominazione attuale nel 1995, quando è stato annesso alla Riserva del Bosco e dei Laghi Palanfré. L’incontro magico tra le montane e il mare, da cui il nome di Alpi Marittime, fa sì che l’ambiente sia davvero speciale: il camoscio, simbolo della riserva, convive con stambecchi, marmotte, volpi, aquile e gipeti.Eventi, sagre e manifestazioni
Alla natura selvaggia si contrappone l’ospitalità rassicurante del borgo, ricco di tradizioni senza tempo e feste che rendono l’atmosfera familiare. Una manifestazione caratteristica è “anin a balar cun masche e servan”, che fa rivivere un aspetto suggestivo della cultura occitana. Il mondo fiabesco delle “masche” e dei “servan”, ovvero di streghe e folletti, viene riprodotto per le vie allegre di Valdieri, con bancarelle vivaci, spettacoli e danze a tema.A Valdieri parte delle manifestazioni organizzate tributano un omaggio ai tempi andati, come la Festa della Lavanda di Andonno e la Festa della Segale che a fine agosto in località Sant’Anna ricorda il rito della battitura. La prima domenica di ottobre va invece in scena la Sagra del Garun, fiera locale dedicata ai principali prodotti ortofrutticoli e dell’artigianato. In Piazza della Resistenza le festività natalizie vengono puntualmente accompagnate dallo scenografico Presepe meccanico, allestito nella Confraternita di Santa Croce. Apogeo del folklore, Le Masche giocano con le leggende e le credenze popolari la cui atmosfera viene ricreata ad hoc nel corso di un evento che fonde religione, riti pagani, usi, costumi e l’enogastronomia.