Dove è stato girato Basilicata coast to coast, nei luoghi del film

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Condividi Monia Savioli

26/09/2019

Sono 233 i chilometri che separano le due coste della Basilicata. Dal Tirreno allo Ionio, il percorso è delineato da città, borghi, monti, paesaggi e valli decisamente suggestivi. Il film "Basilicata coast to coast" ha permesso di scoprirle e di mostrarle al pubblico, valorizzando quella che sembra essere una delle regioni meno conosciute d'Italia, e proponendo una idea di trekking in 11 tappe, particolare ed affascinante.

La trama racconta di un gruppo di musicisti che decide di percorrere a piedi la distanza che separa Maratea, sul versante tirrenico, da Scanzano Jonico, sulla costa opposta, dove ha sede il Festival del Teatro-canzone.

Partenza dal Tirreno: Maratea


Maratea, città da cui inizia il viaggio, è l'unica ad affacciarsi sul mare in quel versante. La vista sul Golfo di Policastro che le ha valso il titolo di "perla del Tirreno" è bilanciata dalle meraviglie architettoniche che si possono ammirare all'interno. Maratea è infatti conosciuta come la "città delle 44 chiese". Non solo. A sovrastare l'abitato, sulla cima della montagna di San Biagio, c'è, di fronte al Santuario di San Biagio e accanto ai ruderi dell'antico Castello, la Statua del Cristo Redentore, innalzata nel 1965 nello stesso punto in cui si ergeva una croce commemorativa. Le sue dimensioni la rendono rivale della più famosa statua di Rio de Janeiro. I 21 metri di altezza, i 19 che intercorrono fra una mano e l'altra del Cristo e i 3 nei quali si sviluppa il volto della statua le garantiscono il secondo gradino del podio. Il Santuario di San Biagio, martire armeno divenuto il patrono di Maratea, ospita le reliquie del santo dal 732 d.C. Le rovine dell'antico castello ne ricordano la struttura difensiva. La sua distruzione risale, per mano dei francesi dopo il lungo assedio di cui fu protagonista, al 1806.

Seconda tappa: il borgo di Trecchina

Trecchina

Seconda tappa del viaggio è la località di Trecchina, caratterizzata dalla presenza di numerosi palazzi nobiliari. Due sono i livelli nei quali si sviluppa l'abitato, il Castello, che corrisponde all'antico borgo medievale fortificato costruito su uno sperone roccioso e il Piano che ospita il centro attuale. Cuore del paese è la piazza del Popolo sulla quale si affacciano i palazzi in stile liberty e la chiesa madre dedicata a San Michele Arcangelo, edificata fra il 1840 ed il 1878 grazie ai contributi raccolti fra i fedeli. Al suo interno sono custoditi importanti dipinti della scuola napoletana. Altrettanto importante, anche se più recente, è la chiesa di S. Antonio, costruita nei primi decenni del 1900. Da assaggiare è il pane di Trecchina, caratterizzato dalla lunga lievitazione che ne permette una conservazione prolungata nel tempo.

Continua il trekking: fino a Lauria


Proseguendo lungo il percorso verso Scanzano Jonico, si attraversa Lauria, paese natale di Rocco Papaleo, regista del film "Basilicata coast to coast" nel quale recita anche come protagonista. Fondata nel 400 a.C da una colonia di cretesi, è poi sbocciata nel 1150 grazie all'opera di una comunità di monaci Basiliani. L'artigianato fa da padrone con produzioni legate alla lavorazione della pietra, del ferro battuto e del vimine con il quale vengono realizzati cesti e setacci. Non lontano da Lauria, a Conserva, è possibile trovare piste da sci e aree attrezzate.

Quarta tappa: Moliterno

Moliterno

Da Lauria si passa a Moliterno. Il paese si è sviluppato attorno al castello feudale di epoca tardo-angioina dalla cui Torre Merlata ha preso il nome. Con un passato di fortezza e poi sede di una importante scuola di medicina, oggi Moliterno è conosciuta per i suoi viottoli, la chiesa dell'Assunta caratterizzata da una bella facciata settecentesca, la Chiesa francescana di Santa Croce, sorta nel 1600 e ricca di opere d'arte nei stili barocco e gotico e per la produzione del pecorino di Moliterno.

Tappa a Tramutola


Il nome di Tramutola risulta dalla contrazione dell'espressione "terra motola”, vale a dire ricca d’acqua. Un tempo, infatti si trattava di una zona paludosa, in seguito bonificata. Le sue sorti sono legate all'opera dei Benedettini di Cava dei Tirreni che svilupparono la coltura del gelso e l'allevamento del baco da seta offrendo al paese lo sviluppo dell'economia tessile.

A Tramutola è possibile visitare la chiesa madre della Madonna dei Miracoli, che custodisce il polittico del 1569 di Antonio Stabile e la chiesa del Rosario, caratterizzata da un portale ligneo datato 1671. L'antico lavatoio è stato utilizzato fino a poco tempo fa dalle donne del paese per lavare i panni.

Viggiano e la Val d'Agri


Prima di raggiungere Aliano, il paese dei calanchi, dove Carlo Levi trascorse un periodo di confino e e scrisse una delle sue opere più famose, "Cristo si è fermato a Eboli", il percorso propone un'altra tappa, a Viggiano sulla val d'Agri, dove forte, anzi fortissimo, è il richiamo della Madonna Nera del Sacro Monte. Il culto mariano nasce nella località fra il X e l'XI secolo e si rafforza al ritrovamento della statua della Madonna sulla montagna del paese. In quel punto, nel XIV secolo viene costruito il santuario, ora meta di numerosi pellegrinaggi.

Settima tappa: Aliano e i suoi calanchi


Pochi chilometri e si arriva ad Aliano. La sua posizione, su uno sperone argilloso, lo ha reso l' esempio più rappresentativo del tipico paesaggio dei Calanchi, dove l'erosione delle precipitazioni ha scavato nel terreno argilloso creando solchi paragonabili a rughe. Le origini antichissime ci riportano indietro nel tempo fino all'epoca di Pirro. La sua fama però è legata a tempi ben più moderni. La casa dove lo scrittore Carlo Levi visse durante il periodo fascista, si trova all'ingresso del paese. Visitare Aliano significa non solo ricordare le situazioni che hanno portato alla stesura di "Cristo si è fermato a Eboli" ma entrare anche nella chiesa di San Luigi Gonzaga, Patrono di Aliano, nel cui interno sono conservate tele del 1500, visitare il Museo della Civiltà Contadina che conserva le caratteristiche dell'antico frantoio in cui è stato collocato e percorrere le strade del "Borgo Antico" formato da case costruite con mattoni crudi di argilla. Il paesaggio che si sviluppa nei dintorni è conosciuto con il termine i "giardini di Aliano": una enorme e bellissima distesa di ulivi, pescheti e agrumeti.

Il paese fantasma di Craco


La strada verso la costa ionica incrocia l'abitato di Craco ed il suo fascino suggestivo. Craco è un paese fantasma, abbandonato da quando, nel 1963, fu vittima di una frana. La sua posizione strategica, fra le valli dei fiumi Cavone e Agri, ne hanno provocato in passato uno sviluppo importante, sottolineato dalla presenza nei suoi confini delle più potenti famiglie del Medioevo, dai Monforte agli Sforza ai Sanseverino. I palazzi del centro, caratterizzati da particolari architettonici, sono testimoni di quel periodo. Palazzo Maronna, Palazzo Grossi, Palazzo Carbone e Palazzo Simonetti si affiancano ai ruderi del torrione chiamato "il castello", alla chiesa di San Nicola e al convento di San Pietro. Per la sua particolarità, il paese è stato scelto come scenografia naturale di molte produzioni cinematografiche, da "Cristo si è fermato a Eboli" a "King David" fino alla "Passione di Cristo" diretta da Mel Gibson che ha utilizzato Craco come sfondo per la scena dell'impiccagione di Giuda. Il pericolo di crollo rende inavvicinabili le abitazioni. Tuttavia è possibile richiedere al comune la possibilità di effettuare visite guidate.

Il borgo medievale di Tursi


Da Craco ha inizio la discesa verso lo Ionio. Eccoci così a Tursi, località di origine medievale nota per il santuario di Santa Maria regina d’Anglona, costruito nel V secolo originariamente attorno al castello gotico che dominava la località. Dal 1999 il santuario è stato elevato a Basilica minore.

Policoro, la decima tappa


A Policoro, penultima tappa prima di raggiungere la meta, l'aria che si respira è ancora intrisa delle epiche atmosfere che salutarono il primo grande scontro fra i romani e l'esercito guidato da Pirro nel 280 a.C. Il Parco Archeologico, situato alle spalle del Museo Nazionale della Siritide, offre ai visitatori le testimonianze del passato di Policoro nata sulle ceneri dell'antica città di Siris-Heraclea. Sempre in prossimità del museo si possono visitare il Santuario di Demetra e il Tempio Arcaico dedicato a Dionisio risalente al VII sec. a.C. Policoro è anche un importante centro balneare ricco di strutture turistiche.

Ultima tappa: si raggiunge il mar Jonio


Dopo Policoro, si arriva alla meta. Scanzano Jonico, destinazione finale dei protagonisti del film, ha timide origini medievali. L'agglomerato dell'epoca era modesto e tale da dover essere ripopolato negli anni '40 a seguito delle opere di bonifica condotte dal regime fascista. Palcoscenico del Festival del teatro-canzone, la località gode oggi di un buon richiamo turistico legato alle attività balneari.

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