Seguite le conchiglia e calzate scarpe buone. Per qualcuno il segreto per affrontare il Cammino di Santiago è tutto qui. Per altri, pellegrini di fede, la chiave è nel valore spirituale del viaggio.
Per tutti, in ogni caso, è una sfida che, al giorno d’oggi, nell’epoca veloce dei jet e delle frecce su rotaia, 800 km da sorbirsi rigorosamente a piedi, sembrano uno sforzo impossibile. Anche se, in verità, da più di mille anni quelle strade conoscono il passo lento di chi viaggia verso la tomba di San Giacomo. E verso la fine della terra.
Cos'è il Cammino di Santiago?
È infatti almeno dall’anno Mille che Santiago di Compostela, nella settentrionale regione spagnola della Galizia, è il punto di arrivo di una delle decine di autostrade lastricate di fede e fatica seguite dai pellegrini europei che, con l’unico mezzo disponibile allora, le proprie gambe, partivano per raggiungere un luogo sacro e speciale: la tomba di San Giacomo. Uno degli apostoli, è ovvio, ma anche il primo vescovo di Gerusalemme, l’evangelizzatore della Spagna e, soprattutto, un fiero nemico dei Mori.
È per questo che in molti quadri è effigiato a cavallo, con la spada in mano. A vederlo più che un santo sembra un legionario. Ma questo lo si scoprirà solo alla fine del viaggio, una volta arrivati faccia a faccia con gli affreschi nella cattedrale a Santiago. Prima di allora però molta strada ci aspetta.
Ottocento chilometri almeno, abbiamo detto. E innanzitutto occorre decidere che itinerario seguire. Il cammino infatti non è uno. Sono molti: almeno quattro, e con le varianti minori e le deviazioni chissà quanti di più.
C’è quello detto francese – il più frequentato – e quello del nord. Quello portoghese, che parte da Lisbona, e quello della Plata che ha origine al sud, a Siviglia. Insomma, il catalogo è vasto. Sta a voi scegliere. E mettervi in marcia.
Il Cammino Francese
Il Cammino Francese è, attualmente, quello più battuto. Inizia in Francia, a Saint Jean Pied de Port (foto sopra) sui Pirenei, e scollina fino a Roncisvalle, in Navarra. Sono solo 25 km, ma di salita. Se vi sembrasse una fatica improba sappiatevi regolare: avete appena iniziato.
Da qui prosegue tra saliscendi fino alla mitica Pamplona, terra di corride e racconti hemingwayani, per poi proseguire sulle colline della Navarra e de La Roja fino a Burgos. E la sosta in questa cittadina gioiello servirà a farvi riposare le stanche membra. Quindi la lunga scarpinata sulle strade sterrate delle mesetas - l’altopiano - della Castilla fino a Leon.
Siete stanchi? È grave perché è da qui che partono i picchi e inizia la fatica. Si sale infatti fino ai 1300 metri del passo del Cebreiro. Da lì in poi sarà un viaggio tra i boschi della Galicia fino all’arrivo a Santiago.
Bene; siamo arrivati allora? Sì, anzi no. Perché la vera fine del viaggio è, per molti, una novantina di chilometri più in là.
Finisterre
Oltre Santiago. Vuole la tradizione infatti che i pellegrini proseguano il cammino verso Fisterra (foto). In lingua gallega si dice così, ma in realtà si chiama Finisterre.
La traduzione è semplice: per gli antichi era il confine del mondo. Oltre non c’era più nulla. Noi sappiamo che non è così ma per i pellegrini poco conta. Per loro la prassi è un’altra: si raggiunge la spiaggia di Langosteira, si fa il bagno nell’Oceano – attenzione, è sempre gelato - e si brucia un indumento usato per il viaggio. Quindi, finalmente, si sospira: la sfida è vinta.
Camino del Norte
Ma oltre alla via francese ne esiste un’altra: è il camino del Norte. E il nome si spiega buttando l’occhio alla cartina visto che passa attraverso le regioni più settentrionali: Paesi Baschi, Cantabria, Asturia e infine Galicia.
Questo percorso è più antico rispetto a quello francese. Il motivo è semplice: nei primi secoli del pellegrinaggio la zona a nord, vicino alla costa, era più sicura perché governata e controllata dagli eserciti cristiani. Più a sud, nell’area della attuale via francese, c’era invece il regno dei Mori.
Inutile dirlo: i viandanti preferivano passare lontani. Di conseguenza la via del Norte sfiora assai spesso il mare: non illudetevi però. È più faticosa perché la costa qui è scoscesa.
Si parte da Irun e si procede lungo una infinita serie di saliscendi che senza vette particolari spaccano comunque le gambe. Non solo: è di almeno una cinquantina di km più lunga della gemella a sud. Se ci si aggiunge che anche i punti di accoglienza, gli albergues, sono meno frequenti e la segnaletica evanescente si capisce perché molti lo snobbino. Nei Paesi Baschi addirittura gli ostelli non ci sono e si dorme ospiti dei frati nella Collegiata di Zenarrutza.
Dicono però i pellegrini che l’hanno percorso che i panorami dai colli verso il mare ripagano di ogni fatica. E sedere all’ombra di un hòrreo, una delle tipiche e antiche costruzioni delle Asturias, sbirciando l’azzurro in fondo tra le colline è una emozione che non si dimentica.
La via portoghese
Per chi voglia una opzione più breve (anche se si tratta sempre di 750 km almeno) esiste poi la via portoghese.
Parte da Lisbona, o da Porto per chi ha fretta, e sale fino a Santiago. Rispetto agli omologhi spagnoli è meno frequentata e anche meno segnalata. Il rischio per di più è quello di perdersi e finire, magari, nel bel mezzo di uno svincolo autostradale. Per un pellegrino appiedato può essere un'esperienza terrorizzante. In compenso questo percorso offre la possibilità di visitare alcune città splendide. Lasciandosi alle spalle Lisbona si possono scoprire Porto, Coimbra e, con una deviazione, Fatima.
Pare che il tratto più duro dell’intero percorso sia l’ultimo, quando manca poco a Santiago. Ma ormai il più è fatto.
La Via de la Plata
Infine l’ultima delle classiche vie per i pellegrini: la Via de la Plata. Sono oltre 900 km di storia e fatica e segue quasi integralmente la strada Augusta tracciata dai Romani.
Le pietre su cui si cammina in alcuni tratti probabilmente hanno visto i calzari delle legioni. Oltre che impegnativo per la lunghezza, questo camino è duro per la presenza di rilievi.
La vetta più alta, il Pico de la Dueñas, raggiunge i 1400 metri ma ogni tanto, come nella valle della Sanabria, ci sono altri picchi oltre i mille metri. E poi le mesetas obbligano a continui cambi di pendenza. Non sono ripidi ma alla fine sulle gambe si fanno sentire.
Questo percorso, però, consente di concedersi una sosta rilassante in alcune splendide città: Siviglia, da cui si parte proprio di fronte alla cattedrale, ma anche Merida, Salamanca e Zamora. Chi sceglie questo itinerario sappia che le tappe possono essere più lunghe rispetto ad altre opzioni, condizionate dalla distanza tra i centri abitati, ma si prepari anche a esperienze indimenticabili nella natura. Camminare nel silenzio della campagna dell’Extremadura tra mandrie di mucche e greggi di agnelli regala la sensazione di un salto indietro nel tempo.
Quanto tempo occorre per fare il Cammino di Santiago?
Per percorrere integralmente un cammino come quello francese, ad esempio, la consuetudine vuole un periodo compreso tra i 25 e i 30 giorni. Vesciche e mal di gambe permettendo.
In ogni caso esistono delle tabelle per aiutarci nel calcolo. Normalmente, salvo maratoneti e primatisti olimpici, le tappe vengono stabilite tra i 15 e i 40 km al giorno. Non sorridete: anche 15 km con lo zaino pieno su una strada in salita e sotto il sole bastano a stroncare il fiato.
Altro dettaglio: è opportuno, per evitare di passare notti romantiche ma umide sotto le stelle, di ricordarsi di controllare che nella località scelta per la sosta ci sia un ostello (un albergue, come si dice in spagnolo).
Dove dormire
Per la sosta della notte dei pellegrini ci sono infatti gli “albergues”. Sono strutture spartane sparse lungo il cammino. Sono volenterosamente accoglienti, capillari per distribuzione ed economiche. Ma se si è abituati agli hotel 5 stelle è meglio prepararsi a qualche delusione.
Fondamentalmente gli albergues offrono posti letto, spesso in camerata, talvolta in stanze coi letti a castello. Qualcuno, da un po’ di tempo, propone anche camere più piccole e riservate. In più per i pellegrini ci sono servizi igienici, docce calde e uno spazio per lavarsi la biancheria. D’altra parte chi viaggia con lo zaino in spalla il cambio se lo deve procurare in qualche modo.
I prezzi sono veramente bassi: ci sono addirittura alcuni ostelli che chiedono solo un'offerta libera, altrimenti ce la si può cavare con cifre che vanno dai 5 ai 15 euro.
Alcuni di questi ostelli dispongono anche di una cucina dove il pellegrino si può preparare qualcosa mentre altri hanno anche una specie di ristorante. Comunque, in ogni località di sosta lungo il cammino, si trova almeno un locale che propone menu del viandante a prezzi ridotti. La cena dopo tanta fatica almeno è garantita.
La gestione degli albergues è varia: ci sono quelli privati e quelli di organizzazioni religiose, quelle dei comuni e delle associazioni di “amici” del cammino di Santiago. Tutti hanno regole comuni: ci si può fermare solo per una notte, non si accettano le prenotazioni e per essere ammessi occorre la “credencial”.
La credencial del pellegrino
Una volta, nel lontano passato, il pellegrino si riconosceva dalla conchiglia che portava cucita al mantello. Era la conchiglia di San Giacomo (ovvero la capasanta) che i viandanti trovavano sulle spiagge della Galizia e che diventava il segno del viaggio compiuto.
Ancora oggi questo simbolo è quello che ovunque – su cartelli stradali, insegne, indicazioni multilingue – segnala il percorso dei vari cammini verso Santiago. Ma il pellegrino moderno ora usa un altro simbolo: si chiama “credencial” ed è un cartoncino che riporta i dati di chi viaggia.
Quindi, oltre al nome, la data e il logo della partenza, la meta e, giorno dopo giorno, i timbri impressi dai gestori dei vari albergues dove si è fatta sosta. Senza credencial gli ostelli non ospitano i pellegrini. E senza credencial non si è pellegrini, ma semplici viaggiatori. Quindi attenzione: si rischia di dormire all’aperto.
Per ottenere la credenziale ci si può rivolgere alla confraternita di San Giacomo di Compostela (Via del Verzano, 49 - Perugia - tel 075 5736381) che ha sede centrale a Perugia e distaccamenti in ogni parte d’Italia. In alternativa, è disponibile visitando il sito www.confraternitadisanjacopo.it
I pellegrini
Un’ultima annotazione: il cammino piace. E i pellegrini crescono. Lo dicono le statistiche: nel 1987 erano poco più di diecimila all’anno. Nel 2000 sono passati a sessantamila. Nell’anno dedicato a San Giacomo 2005 circa centottantamila. E la tendenza era in crescita prima della pandemia.
La Spagna ovviamente è il Paese da cui viene il maggior numero di camminatori, ma dopo la Germania, l’Italia è al terzo posto. I mesi preferiti ovviamente sono quelli estivi: luglio, agosto e settembre. Fa caldo. Anche il bagno ai “confini delle terre” nelle onde dell’oceano può essere un brivido di piacere.
Per tutte le tappe consigliamo di consultare il sito ufficiale del turismo spagnolo o la pagina del Cammino di Santiago in Galizia.
Ora mettevi in marcia e ultreya! suseya! (sempre più avanti, sempre più in alto!).
Cerchi idee per un viaggio? Visita il nosto canale dedicato agli itinerari in Spagna.