Non c’è trucco e non c’è inganno: tanto bello in ogni fotografia quanto dal vivo, Monte Grimano Terme – inscritto nella lista dei Borghi più belli d’Italia nonché nel circuito dei Comuni Virtuosi - rappresenta un pezzo vivo di realtà, un sogno a occhi aperti che si può toccare con mano, esplorare e visitare. Inserito fra le morbide colline che dominano la Valle del Conca, questo borgo beneficia di un’ideale posizione geografica incastonandosi nel territorio del Montefeltro dove Marche ed Emilia-Romagna arrivano a toccarsi.
Rientrante ogni modo nella provincia di Pesaro e Urbino, il voluttuoso paesello si è sviluppato tutt’intorno a un castello non più esistente, estendendosi in sinergica simbiosi con le sue esili viuzze, le ramificate stradine e le piazzette in cui i residenti sono soliti ritrovarsi per sana chiacchiera e compagnia. Nel reticolato urbano impostato “a chiocciola” rientrano poi archi a trionfare sulla via decumana, salite ripide fra intonaci scrostati di vecchie case e cantine riconoscibili per le imponenti volte.
La popolazione di Monte Grimano gode da tempo di un’invidiabile longevità, dovuta ad abitudini dettate dalla natura, assecondata mangiando prodotti della terra a filiera corta, bagnandosi nell’acqua termale e usufruendo di piante officinali che abbondano nei boschi circostanti come se fossero lì al servizio perenne degli abitanti.
Storia ed origine del nome
Il toponimo latino Mons Germanus si riferisce ai castelli gemelli di Monte Grimano e Monte Tassi, che nel Medioevo sorgevano qui. Prima ancora gli antichi documenti ritrovati raccontano di un villaggio romano divenuto poco prima dell’anno Mille feudo e ceduto nel 962 dall’imperatore Ottone I al nobile Ulderico di Carpegna. Intorno alla metà del Trecento, il cardinale Albornoz ne fece un proprio possedimento senonché, nelle vesti di podesteria, il borgo tornò ai Montefeltro per volontà esplicita di papa Bonifacio IX, sebbene aspramente conteso dai Malatesta e dai Signori di Urbino.Fu in quel periodo che tornò molto utile avere una rocca fortificata, di cui oggi non sopravvivono che pochi resti e mura medievali dall’indubbio valore archeologico, costeggiate dalla Passeggiata Panoramica “Carlo Bollini”.
Da ricordare tre date fondamentali: nel 1849 il paese concesse riparo a Giuseppe Garibaldi durante la sua fuga da Roma (all’eroe dei due mondi è stata intitolata la piazza principale di Monte Grimano, oggi ritenuta il suo salotto buono); nel 1860 si concretizzò l’annessione al Regno d’Italia; nel 2002 un referendum cittadino ottenne l’aggiunta della parola "Terme" al nome di "Monte Germano", decisione azzeccata soprattutto a fini turistici.
Cosa vedere a Monte Grimano Terme
Simbolo oggi predominante nel centro storico, la torre civica quattrocentesca s’impone prepotentemente alla vista del visitatore per la massiccia mole e la ragguardevole altezza di 18 metri. Originariamente in stile romanico, la torre venne rimaneggiata nel corso del Settecento, coperta a cupola e incrementata con tre campane ascrivibili rispettivamente al 1613, al 1797 e al 1811, ergo ognuna a rappresentanza di un secolo.Il monumento ospita mostre varie e ben tre sale di lettura circoscrivibili nel progetto "LiberaLibri". Ebbene sì, a Monte Grimano Terme l’amore per i libri non è un segreto e a suffragarlo si aggiungono sparsi nel territorio comunale venti postazioni di book crossing, casette in legno coloro lilla in cui poter prendere gratuitamente e lasciare opere letterarie.
La Parrocchiale di San Silvestro, elegante gioiello architettonico di stampo neoclassico, è ascrivibile alla fine del Settecento e il suo autore fu l’architetto allora in forza allo Stato Pontificio Cosimo Morelli di Imola. Il tesoro del luogo di culto consiste in un novero di otto grandi tele dipinte fra ‘600 e ‘800 (fra le quali una Madonna delle Grazie dipinta da Andrea Vicentino secondo i canoni della scuola del Tintoretto), un crocifisso cinquecentesco e un organo a canne assemblato da maestranze di Bologna e Verucchio.
Il Palazzo Comunale apparteneva nel XVII secolo alla famiglia Massaioli, edificio ibrido tenutario delle caratteristiche proprie di una residenza nobiliare e di una villa di campagna.