Borgo di 4.900 abitanti a vocazione agricola e industriale del maceratese nelle Marche, Castelraimondo è stato battezzato dalla storia in molteplici fasi e occasioni, tanto che lo si conosceva in passato come Castrum Raymundi, Castrimonno e Lu Cassero. Quest’ultima denominazione si deve al monumento distintivo dell’abitato, un imponente torrione trecentesco di 37 metri d’altezza sopravvissuto alla struttura che la comprendeva, ovvero il Castello Raimondo - opera dei Da Varano - fortezza militare a sua volta preceduta da una roccaforte duecentesca poi smantellata.
Il Cassero consta di due torri, una che fa da base all’altra più esile, entrambe costruite in conci di pietra arenaria e restaurate nel 1927. Affaccia sulla piazza principale del paese, al cui centro si colloca la Fontana dei Leoni che dal 1893 sfoggia un gruppo di quattro leoni in ghisa.
Storia
Nato dunque intorno a un solido nucleo castellano fra il 1311 e il 1318, Castelraimondo era in quel periodo protetto da possenti mura e 11 torri di avvistamento e difesa, un sistema di alta ingegneria militare che includeva peraltro un doppio fossato. Successivamente sorsero sul suolo urbano le oramai scomparse Chiesa di San Bartolomeo e la Cappella della Maestà, seguite a ruota dall’antica Parrocchiale di San Biagio che, assunta importanza plebana nel ‘500, fu ristrutturata nel ‘700 e ampliata subito dopo il terremoto del 1799 con la facciata realizzata nel 1802. Il suo campanile è un recupero mirato della torre del complesso fortificato, che dal ‘600 conta la campana civica e l’orologio. Sotto il pavimento si registra la presenza di un ossario.Cosa vedere a Castel Raimondo
Da vedere per l’originale forma la Chiesa della Sacra Famiglia, il cui tetto è sostenuto da due travi a V che poggiano su un trittico di plinti. L’unica navata interna conduce all’abside sopraelevato dove presiedono l’altare e l’ambone; lungo la parete si snoda una Via Crucis mentre il fonte battesimale si mostra chiuso da un muretto. L’Eucarestia non potrebbe avere sfondo più bello, regalato dalla Cappella Jemalis e dall’artistico tabernacolo valorizzato dalla tela raffigurante la Vergine con Bambino.Intaccata dai numerosi terremoti ma dalla bellezza mai sfiorita, la Chiesa di San Giovanni dà sfoggio di particolari architettonici di assoluto rilievo, una ricca selezione di archi in cotto a tutto sesto che fanno da scenografia al rosone tamponato. In località Lanciano s’erge quello che potrebbe essere definito un secondo Cassero, una torre con base a scarpa che reca vive tracce di una porta d’accesso alla rocca, un porticato e una sala al piano terra recante alcuni accenni d’affresco. Fa parte delle Rocche Celesti oggi utilizzate per fare da osservatori alla volta del cielo.
Nello specifico, il Castello di Lanciano funge attualmente da dimora-museo unica nel suo genere, tale per l’abbondanza di arredi, quadri e richiami storici latenti. È dunque sede del Museo “Maria Sofia Giustiniani Bandini”. Il Museo Civico occupa invece gli spazi del sottotetto del Palazzo Municipale, elegante esempio di neoclassicismo architettonico di fine ‘800. Storia, arte e cultura hanno interessato da vicino non soltanto il centro storico di Castelraimondo bensì anche le frazioni, in particolare Brondoleto, Carsignano e Crispiero.