A poco più di 10 km dalla celeberrima Urbino, graziosa località della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, la più anonima frazione di Schieti sgomita per ritagliarsi da tempo una sua nicchia d’attenzione ed entrare così nei favori dei visitatori ignari in buona parte dell’originalità del luogo. E’ questo un borgo piuttosto antico in cui primeggiano i tratti fortificati del castrum sulla sommità di una collina, in piena aderenza a uno stile medievale comune a molte altre realtà della regione.
Cenni di storia
Schieti, tuttavia, è molto più di quanto rivela attraverso la giacente fisionomia architettonica e strutturale, un crocevia di flussi umani legati a una tradizione contadina ma altresì allo sviluppo arcaico delle attività minerarie, in particolare nelle miniere di zolfo foriere di non pochi patimenti e sacrifici subiti da una preponderante percentuale di popolazione costretta a guadagnarsi il pane nei cunicoli ipogei.La frazione ha dalla sua l’esperienza dura e vissuta delle guerre mondiali, il periodo drammatico della Resistenza contro Fascismo e Nazismo e un dopoguerra contraddistinto da lotte politiche e campagne elettorali infuocate, preliminari al progressivo spopolamento del territorio per effetto dell’emigrazione alla volta della Svizzera, un assaggio della moderna crisi che ha ridotto gli abitanti dagli iniziali 1.200 ca. ai 300 attuali incidendo soprattutto nel corso degli anni ’60, quando scomparve persino la Caserma dei Carabinieri, chiusa definitivamente.
La parabola schietese è raccontata finemente dal libro "Storia di Schieti e delle sue genti", scritto da Raniero Bartolucci, autoctono ricercatore di fatti umani, leggende, vicissitudini etnografiche, foto e documentazioni a suffragio di un’epopea significativa descritta anche nel centro studi intitolato a don Italo Mancini, figura fondamentale stimata e compianta.
Cosa vedere a Schieti
Oggi Schieti è riuscita a guadagnare un’autonomia a lungo agognata, segno di un benessere che si riflette in primis nell’economia locale, pronunciata attraverso alcune distinte industrie, un florido commercio - in cui si inserisce il prestigioso marchio di abbigliamento Piero Guidi con annesso negozio storico - e un settore turistico in ascesa grazie alla vicinanza naturale a Urbino.Da vedere entro il centro urbano c’è sicuramente la Chiesa di San Giovanni Battista, costola dell’antica Abbazia di San Michele: consacrata nell’anno 1289, è in verità intitolata anche alla Madonna e a San Cataldo, sfoggia un preminente campanile e, all’interno, un bel fonte battesimale.