Frazione amena di Campello sul Clitunno, Pissignano spalma il proprio abitato su un territorio che fra Trevi e Spoleto si presenta sia pianeggiante che collinare, nell’angolo forse più suggestivo dell’Umbria, irrorato di bellezza naturalistica e sacre emozioni che affondano nell’antico. In questo quadro geografico, le pennellate più marcate sono d’idropittura, nel senso che l’acqua si è affermata come elemento fondante i più begli scorci del comprensorio.
Cosa vedere a Pissignano
Un esempio primario lo offre il
Clitunno, fiume che integra il nome di Campello dando pieno adito alle celebri
Fonti osannate da
Plinio il Giovane,
Byron e
Carducci (famoso il componimento "
Alle fonti del Clitunno", compreso nelle "
Odi barbare"), incantevole laghetto sul quale si affaccia il
Tempietto di ricostruzione longobarda, iscritto nel 2011 fra i
Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Si tratta di una piccola chiesa che ha le esatte forme di un
tempio corinzio la cui parte più in vista e maggiormente apprezzata risulta la facciata con le quattro slanciate colonne a sostegno di trabeazione e frontone. Procedendo verso l’interno, si scorge da subito la cella coperta da palesi volte a botte e in fondo l’abside rivela l’affresco de
Il Salvatore tra i santi Pietro e Paolo e angeli. Numerosi interventi successivi al VII secolo hanno reso l’edificio insistentemente classicheggiante e proprio tale aspetto piace al turista in visita per via di un diretto collegamento al modus operandi romano.
Origine del nome
Pissignano denota infatti una fondazione latina, come indicato dal primigenio nome
Pissinianum, tradotto con "piscina di Giano" (più corretta la derivazione da
Piscina Janis Regis Italiae in riferimento al re italico
Giano Bifronte che sulle rive del Clitunno sposò secondo la leggenda la ninfa
Camesana). Entrato negli onori della storia, il borgo fu oggetto di contesa tra Trevi e Spoleto, sicché fu quest’ultima ad aggiudicarselo con la conferma regia di
Federico II, nulla osta per la costruzione del
castello che fu la casa base dei proprietari del feudo, i
Sansi. All’inizio dell’Ottocento, Pissignano salutò l’egida spoletina per passare alle terre comunali di Campello.
Il Castello di Pissignano
La Rocca di
Campello Alto, un audace maniero che di diritto deve essere inserito nella lista del
borghi più belli dell'Umbria, risale al XII secolo, conserva una forma tipicamente triangolare (consueta per i manieri che sorgono a pendio) rafforzata da torri angolari che seguono l’andamento a terrazza: la torre pentagonale posta in posizione intermedia funge da campanile annesso alla
Chiesa di San Benedetto, nobilitata quest’ultima dalla
Resurrezione dipinta da
Fabio Angelucci da Mevale nel corso del ‘500. Al 1545 risale una
Madonna con Bambino posta entro quel che resta dell’antico
Palazzetto della Comunità. La
Chiesa di San Biagio si staglia distaccata in un cantuccio campestre, è del Trecento e reca sbiadite tracce di vecchi affreschi.
Eventi, sagre e manifestazioni
Tutto ciò è quanto Pissignano può offrire al turismo lento del XXI secolo, lusingandolo con dell’ottimo olio prodotto grazie all’abbondanza di risorse primarie di tipo agricolo e un ricco
Mercatino dell’Antiquariato e del Collezionismo noto in tutta la regione in primis per la sua puntualità: si tiene ogni prima domenica del mese.
Come arrivare a Pissignano
Dall’Autostrada A1 uscire a Orte, raggiungere Terni e immettersi sulla SS 3 in direzione di Spoleto fin quando non si incontrano le indicazioni per Pissignano a precedere quelle per Campello sul Clitunno; la stazione di Spoleto è collegata alla frazione da autobus extraurbani; l’aeroporto di Perugia è quello di riferimento.
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