Ai piedi del monte Mutria e in una zona ammorbidita dal correre languido di piccoli torrenti, Guardiaregia e i suoi appena 800 abitanti sfruttano un placido fazzoletto di terra della provincia di Campobasso in quel Molise che vede passare inverni freddi ed estati molto calde, condizioni meteorologiche capaci di accordarsi alla bellezza del territorio fomentando un bel sano turismo.
Storia
Le origini del borgo, purtroppo, giacciono nell’ignoto a causa delle devastazioni del sisma datato 1805, una tragedia che ha interessato anche le fonti documentaristiche in grado di ricostruire buona parte del viatico storico. Si sa, mescolando realtà e leggenda, che Guardiaregia deriva dal breve stanziamento dei Sanniti in area italica: subentrarono i Romani e quel minuscolo avamposto ebbe il nome di IV Regione al Sannio, tale da perdurare fino al Medioevo, quando il toponimo cambiò in Guardia di Campochiaro definendo un feudo posseduto nell’ordine dai Pandone, dai Di Capua, dai Franco e infine dai Sampogna. Al concludersi dell’era feudale, Guardiaregia venne annesso al Regno d’Italia.Oasi WWF di Guardiaregia
La sua è una posizione alquanto curiosa dal punto di vista geografico, trovandosi l’abitato proprio a ridosso di un precipizio ma protetto nell’altro versante da un folto scudo di querceti e faggete (i denominati Tre Frati corrispondono ai faggi più vecchi e uno di loro ha addirittura 500 anni) ma altresì da una flora il cui sottobosco regala la somma delizia delle fragoline, che qui sono saporitissime. D’altronde, non dobbiamo dimenticare che esiste dal 1997 l’Oasi WWF di Guardiaregia, la quale riassume molteplici meraviglie del comprensorio naturalistico (le gole del Quirino, il canyon, selve, caverne e cascate) per un totale di 2.187 ettari ancora sommariamente bradi: è la seconda oasi più estesa dello Stivale. I turisti devono considerare la possibilità di organizzare escursioni volte a esplorare luoghi paesaggisticamente eccezionali e, talvolta, non accessibili come ad esempio le enigmatiche Grotte Rumita sul fianco del Monte Capraro. Più agevole raggiungere le cavità di Cul di Bove e Pozzo della Neve fino a Campitello di Guardiaregia, un balcone a 1.500 metri di altitudine dal quale è garantita una lungimirante visione su tutto il territorio compreso in un panorama favolistico confezionato con accentuazione dalle valli del Biferno e del Tammaro.Cosa vedere a Guardiaregia
A Guardiaregia, salito alle cronache moderne come il paese della lavorazione dell’argilla (famosi i pignatari autori di pregevoli manufatti), imperano essenzialmente due edifici di richiamo e sono entrambi di matrice religiosa. Il primo coincide con la suggestiva Chiesa di San Nicola in località Tremonti: inizialmente di stampo medievale, si ripropone dopo il terremoto del 1805 in stile neoclassico, è a tre navate con pianta basilicale e facciata scandita da tre portali con fiancheggio del campanile cuspidato. Il secondo si trova fuori dell’abitato ed è la settecentesca Chiesa della Madonna della Neve, struttura molto semplice organizzata su unica navata.Dopo aver visitato queste due semplici attrazioni, chi capita a Guardiaregia si concentri nella visione contemplativa del verdeggiante Matese mentre si trova a passeggiare per gli angusti ma graziosi vicoletti del paese, che nulla vuole e nulla pretende di più di qualcuno che sappia apprezzare il suo docile porsi e la sua natura di borgo inviso alla moderna concitazione dei tempi.