Novara di Sicilia, annoverato fra i borghi più belli d’Italia, è un comune posto in provincia di Messina al confine tra i monti Nebrodi e i Peloritani, che si è plasmato con l’agricoltura ed emancipato con il turismo.
Imperla il panorama fin dalla preistoria, quando non si mostrava ovviamente come adesso ma prevedeva solo insediamenti e rifugi scavati nella roccia che, ad ogni modo, diedero slancio alla progressiva trasformazione di quell’ibrido abitativo in un vero e proprio borgo organizzatosi in piena regola in epoca medievale, senza tuttavia perdere il carattere fondante di Paese di Pietra, nomignolo attribuitogli per via dell’attività storica dei maestri scalpellini, specializzati nell’arte del taglio e della lavorazione della pietra.
Quest’elemento contrassegna l’intero impianto urbano, fatto di stradine, vicoli pervasi da ciottoli, sovrastati da archi ed edifici che si dividono equamente il blasone sia in accezione religiosa che in quella civile. Di sicuro uno dei più notoveli borghi della Sicilia.
Oggi Novara di Sicilia può ampiamente testimoniare l’abilità scalpellina vivendo della bellezza data da sontuosi palazzi, dimore signorili e luoghi di culto apprezzabilissimi, la cui estetica sommaria vanta l’implemento decorativo incarnato da splendidi portali, colonne monolitiche e capitelli a cui si aggiungono rifinite cornici inerenti le balconate, mensole e altri sigilli ovunque rilevabili.
Il castello saraceno
La modernità ha inflazionato l’uso duro e intensivo del cemento, ma l’anima di Novara di Sicilia resta in pietra arenaria, come i ruderi dell’antico castello saraceno posti su una rupe a strapiombo: i turisti vi arrivano non tanto per ammirare i resti di una vecchia gloria ormai tramontata, quanto per godere di una visione a tutto tondo sull’abitato e i circostanti idilli che inducono gli occhi a viaggiare per l’hinterland, in cerca dell’antica Tindari, del mare e delle Eolie iridescenti. Un orizzonte che vale il “prezzo del biglietto”, in questo caso la salita fino alla sommità del poggio impervio.Cosa vedere a Novara di Sicilia
Dobbiamo tuttavia parlare delle meraviglie ancora disponibili all’ammirazione dell’avventore, meraviglie che si possono dunque toccare, scrutare e visitare. Imboccando via Dante Alighieri scendendo giù dalla rocca s’incappa piacevolmente nel poco discreto cinquecentesco Duomo di Santa Maria Assunta, la chiesa maggiore dell’abitato per dimensioni e importanza. La facciata, manco a dirlo, è in pietra arenaria, monumentale nella sua veste tardo rinascimentale rinvigorita da quattro pilastri e abbellita dal portone centrale con timpano triangolare. L’interno è da applausi, molto ricco e raffinato, a tre navate ove si dispongono copiosi ben 12 altari magnificamente affrescati e decorati in armonia con la beltà indiscussa di presbiterio, battistero, fonte battesimale in marmo cipollino coronati da uno stuolo di sculture (statua dell’Assunta) e opere artistiche (pala d’altare delle Anime Purganti).La sacrestia accoglie numerosi arredi lignei, mentre la cripta sottostante l’abside secreta mummie di arcipreti e canonici. Meno appariscente si mostra la Chiesa di San Francesco, addirittura duecentesca, la più piccola del comune, contraddistinta da un’arte minimale in puro stile francescano. La seicentesca Chiesa dell’Annunziata vale una visita per ammirare l’organo a canne del ‘700 e il trittico di statue afferenti l’Annunciazione scolpite da Giovambattista Mazzola nel 1531.
Bisogna giungere alla parte alta del paese per trovarsi di fronte la Chiesa di Sant’Ugo Abate, forte di un crocifisso ligneo, un reliquiario e la giara di Sant’Ugo. Completa il tour ecclesiastico la Chiesa di San Nicolò, ubicata nel centro storico, settecentesca gemma molto appagante dal punto di vista visivo. In verità sono ancora stimabili le chiese di San Giorgio Martire e di Sant’Antonio Abate, quest’ultima degna di nota per il portale normanno e il campanile che svetta con la sua particolare guglia.
Il patrimonio architettonico s’adorna di altri splendori e fra questi i più significativi risultano certamente il Palazzo Municipale e Palazzo Stancanelli, nel quale si colloca il museo etno-antropologico. Non è macabro recarsi al cimitero storico: qui si trovano i monumenti a San Francesco e a Michele Bertolami, due ottimi motivi per superare ogni paura. Un po’ più distaccati ma comunque ampiamente entro confine comunale, pongono le relative apoteosi Palazzo Salvo Risicato e Casa Fontana, suggellati dalla vicinanza al Teatro Riccardo Casalaina con i suoi tre livelli di palchi disposti ad anfiteatro.