I venti sono così forti e salati da impedire la crescita di una vegetazione rigogliosa: ecco perché le isole che appartengono all’arcipelago delle Cíes Islands sono terre aspre e ruvide, arse dal sole e addolcite da pochi arbusti. Ondeggiano costantemente nella brezza i ciuffi delle ginestre, le piante di asparago, le timide rose del mare, gli eucalipti e i pini, diffondendo nell’aria profumi freschi e resinosi. È selvaggia l’indole di questo arcipelago, e allo stesso tempo estremamente invitante: sono ormai numerosi i turisti che in estate scelgono di recarsi qui, al largo della Spagna occidentale. Le Cies Islands appartengono alla Galizia e al comune di Vigo e si trovano a breve distanza dalla costa di Pontevedra, di fronte all’imboccatura della Rìa, vicino al confine portoghese.
Il fascino isolano ha dato vita, nel corso dei secoli, a svariate leggende riguardo a queste terre, e non è facile distinguere il mito dalla realtà quando si parla di pirati, naviganti fenici e grandi condottieri celti o romani che toccarono – a quanto pare – queste sponde, magari disseminandovi i propri tesori. Qualcuno le ha addirittura soprannominate “Illas dos Deuses”, ovvero “Isole degli Dei”, e il successo riscosso negli anni non fa che confermare la loro natura quasi divina.
I riconoscimenti che hanno ottenuto nel tempo sono vari, a partire dalla nomina a Riserva Naturale ottenuta nel 1980. Dal 2002 l’arcipelago appartiene al Parco Nazionale Marittimo e Terrestre delle Isole Atlantiche della Galizia, e nel 2007 la spiaggia di Rodas (Praia das Rodas), sull’isola di Monteagudo, è stata definita “la più bella spiaggia del mondo” dal giornale britannico The Guardian. Le meraviglie paesaggistiche non mancano, distribuite sulle tre isole principali che si chiamano appunto Monteagudo, do Faro (o Montefaro) e San Martiño, e negli isolotti minori che costellano i dintorni.
Mentre la più piccola delle tre, l’isola di San Martiño, rimane sempre isolata nell’abbraccio turchese dell’oceano, le altre due sono collegate tra loro dal tombolo della spiaggia di Rodas, lungo ben 1200 metri, che si rivela ben più di una passerella sabbiosa o di un ponte tra Montefaro e Monteagudo: proprio qui, a detta di molti, si assaporano le acque più cristalline dell’arcipelago e si ammirano gli scorci più sublimi. Quando la marea si alza le onde scivolano tra le due isole, invadendo la spiaggia e dando magicamente vita a una laguna di sabbia e rocce. Ma il panorama non è dominato da acqua e linea costiera: a ridosso del litorale si ergono fieri alcuni rilievi, il più elevato dei quali, l’Alto das Cies di Monteagudo, è alto 197 metri. In effetti l’origine delle isole giustifica la presenza di qualche vetta, poiché tutte e tre costituivano in passato le cime delle montagne costiere, in seguito quasi inghiottite dal mare.
Il lato occidentale dell’isola maggiore è una imponente parete rocciosa che si getta a picco tra i flutti: qui le scogliere sono verticali e superano i 100 metri di altezza, sono frastagliate di caverne scavate dall’erosione e generano scorci quasi surreali. A oriente invece la costa è più lineare e piatta, frusciante di arbusti e boschi antichi, e ed essendo protetta dai venti oceanici ha delle spiagge amene in cui rilassarsi, modellate di dolci dune. Le passeggiate sulla battigia e lungo gli scogli, le giornate trascorse sotto il sole e le lunghe nuotate nell’acqua limpida sono certamente i passatempi preferiti dai visitatori che arrivano sulle isole, talvolta per passare qualche notte in campeggio. I posti sono al massimo 800, e non vi si può soggiornare per più di due settimane, per cui è bene prenotare con anticipo e richiedere la tessera da campeggiatore, senza la quale non sarà possibile pernottare a Cies Islands.
Chi ama camminare troverà numerosi itinerari appassionanti, come l’ascesa del Monte Faro, da cui si gode una vista stupenda, o la visita al Monastero di San Estevo, che oggi ospita un Centro Interpreti. Il Parco Nazionale propone visite guidate con personale specializzato, che gratuitamente saprà accompagnarvi al meglio lungo i percorsi segnalati, partendo sempre dal punto d’informazione sull’isola di Monteagudo. Oltre al già citato sentiero del Monte Faro, impareggiabile per l’effetto scenografico, si può camminare verso il Faro da Porta, situato a minore altitudine: giunti al faro, lanciando lo sguardo verso nord, si riconoscono i resti di Castro das Hortas, antico borgo che rappresenta il sito archeologico mai scoperto fino ad ora sull’arcipelago. Un ultimo percorso consigliato è quello dell’Alto do Principe, quasi interamente ombreggiato dalle fronde degli alberi, che attraversa le dune della zona protetta di Mucieiro.
Chi ha deciso di esplorare questa feta selvaggia di Spagna può imbarcarsi su uno dei catamarani che regolarmente, nella stagione estiva, collegano l’arcipelago alle città di Vigo, Baiona e Cangas. Non essendoci aeroporti sulle isole, l’unico modo per conquistarle è affrontare la traversata in mare, servendosi delle compagnie marittime Naviera Mar de Ons o Naviera Isla de Ons. L’aeroporto di Vigo, uno dei più piccoli della Spagna, non è direttamente raggiungibile dall’Italia, ma ha collegamenti frequenti con Barcellona e Malaga.
Il clima della zona è caratterizzato da temperature miti, dovute al benefico influsso del mare, ma allo stesso tempo l’esposizione all’oceano fa sì che i venti, talvolta abbastanza freddi, soffino costantemente e portino frequenti piogge, soprattutto nel periodo invernale. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 7°C a una massima di 13°C, mentre in luglio e agosto, i mesi più caldi, variano tra 15°C e 23°C.