Il Museo della Figurina a Modena

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Condividi Annalisa Costantino

Un luogo di incontro adatto a grandi e bambini, dove scoprire in un appassionante visita il mondo delle figurine. Un mondo nel quale la parola stessa “figurina” è inevitabilmente associata al suo maggiore esponente ed ideatore, Giuseppe Panini, che fondò nel 1961 l’azienda omonima insieme ai suoi tre fratelli.
Per gli appassionati di album da collezione, per chi da bambino non vedeva l’ora di spezzare le lezioni a scuola con scambi e baratti serrati delle figurine doppie e per i più piccini che si affacciano a questo mondo fantastico solo ora, il Museo della Figurina di Modena è un must have.

Aperto nel 2006 presso il Palazzo Santa Margherita, il Museo espone un microcosmo che spazia dalle figurine vere e proprie alla realtà che gravita intorno ad esse: dai materiali di produzione a stampe antiche, da scatole di fiammiferi e carta moneta, da menu ad album pubblicati creati da collezionisti e tanto altro ancora. Il Museo della Figurina è, a tutti gli effetti, unico nel suo genere per quantità e qualità dei materiali esposti, per la rarità di alcuni esemplari ammirabili e per l’enorme lavoro di catalogazione fatto nel corso degli anni.
L’esposizione permanente, cui si accede attraverso un “tunnel delle meraviglie” si sviluppa in una sala espositiva, lungo sei macro-tematiche sistemate all’interno di contenitori pensati come grandi album da sfogliare. Scopriamoli insieme.

Gli antecedenti.
Questa sezione è un vero e proprio tuffo nella storia. Propone incisioni d’epoca, matrici originali e duplicazioni di immagini a stampa che hanno influenzato e fatto la storia delle illustrazioni delle figurine. Le figurine apparvero in Europa già dal XV secolo e, all’epoca, venivano impresse seguendo le tecniche della xilografia e della calcografia. In questa sezione si possono ammirare incisioni riprodotte ed accuratamente selezionate tra le più antiche ed importanti della storia, a partire da quelle più antiche a tema religioso, per arrivare a quelle laiche odierne, in un interessante excursus attraverso le figurine a tema satirico e cronachistico. Nella sezione degli antecedenti i temi trattati sono l’antico, la divinità, il mondo e le creature, l’uomo, il corpo e la mente.

La cromolitografia.
I segreti della nascita delle figurine e della loro immensa diffusione, soprattutto nel periodo che parte dalla metà dell’Ottocento, non avranno più segreti. In questa sala si potrà scoprire il metodo di stampa, la cromolitografia appunto, che portò ad una vera e propria rivoluzione in termini di arti grafiche. Nonostante la tecnica dell’incisione permettesse già di ottenere delle immagini policrome di un certo pregio e con la tecnica dell’acquerello a mano si potessero realizzare delle ottime stampe a mano, è con la cromolitografia che fu possibile creare un enorme numero di immagini di qualità, con la possibilità di sfruttare una gamma cromatica notevolmente ampliata e una precisione fino ad allora impensabile, a basso costo. Nella sezione degli antecedenti vengono trattati temi quali le pietre cromolitografiche, l’arte della cromolitografia, le progressive di stampa, il foglio di stampa intero, i bozzetti originali e le stampe, gli utilizzi della cromolitografia.

La nascita e la diffusione.
Forse non tutti sanno che la nascita e la fortuna delle figurine ebbero origine in Francia, durante il periodo della Rivoluzione Industriale. A quei tempi, le figurine svolgevano il compito di veicolare dei messaggi pubblicitari, erano prodotte in gruppi da sei o dodici figurine ed erano accumunate da uno stesso soggetto. Regalate da negozi e grandi magazzini, il loro scopo principale era quello di invogliare i clienti a tornare per i loro futuri acquisti. E l’escamotage funzionò così bene che le litografie dell’epoca cominciarono a produrre sempre più figurine associate ad un brand specifico, lasciando in alcuni casi degli spazi bianchi sulle stesse in cui i negozi potevano inserire messaggistica ad hoc, immagini sull’attività e altro ancora. Le sottosezioni che rendono la visita di questa area ancora più interessante sono, tra le altre, gli esordi in Francia, le esposizioni universali, gli album tedeschi, l’Italia, il mondo anglosassone.

La Liebig.
Avete presente quell’azienda produttrice di estratto di carne, marchio storico della gastronomia in cucina? Ebbene, è proprio questa la realtà cui si deve un apporto importantissimo alla storia delle figurine, visto l’incredibile volume di business creato proprio unitamente ai famosi cartoncini stampati. L’azienda Liebig divenne famosa anche per la produzione di figurine, ma non solo: dai gadget agli oggetti stampati, dai calendari ai segnaposto, la Liebig fece dell’immagine stampata uno dei suoi migliori cavalli di battaglia. L’area del Museo dedicata alla Liebig si compone di altre interessanti sottosezioni, quali Justus Von Liebig e la nascita dell'estratto, le favolose Liebig, la donna nella Liebig, le massaie Liebig, la tavola e altro ancora.

Non solo figurine.
Con l’avvento della cromolitografia e il boom di produzione di immagini stampate, si prospettò all’uomo dell’Ottocento l’incredibile possibilità di “viaggiare” per Paesi sconosciuti ed affascinanti, di conoscere animali esotici, di sognare di mondi e cose lontanissimi dalla propria realtà quotidiana. Visto l’enorme potenziale delle immagini a colori e la loro rapida e fortunata diffusione, moltissime aziende cominciarono ad operare attività di pubblicizzazione dei loro prodotti proprio tramite le figure. Nacquero così etichette di ogni foggia e colore, scatole di fiammiferi, biglietti da visita. In quest’area le sottosezioni visitabili raccontano dei mondi del cinema e della televisione, dei calendari e dei menu, del legame tra la cromolitografia e il tabacco e ancora, per citarne un altro, dei giornalini per ragazzi.

La figurina moderna.
L’ultima sezione di questo meraviglioso Museo è dedicato alla figurina così come la intendiamo oggi. Cosa portò un semplice pezzettino di carta colorato ad avere, ancora oggi, una fortuna così sfacciata? Nel dopoguerra, l’Italia rialzava la testa da una cocente sconfitta e una delle pochissime cose che ancora teneva unito il nostro Paese era lo sport. Con quest’attività e grande passione a fungere da collante, dal calcio al ciclismo, la figurina moderna si inserisce di diritto come raccoglitrice di sogni. E si svincola quasi definitivamente da tutti gli altri prodotti. Quest’ultima area del Museo permetterà a grandi e piccini di scoprire il ruolo della figurina come gioco, le figurine non solo legate al calcio, ma ad altre discipline, le figurine legate a fumetti e cartoni. E tanto, tantissimo altro ancora.

Il Museo della Figurina in (alcuni) numeri

6 grandi armadi espositori
12 i metri della vetrina per le mostre temporanee
300 circa i materiali esposti in ogni mostra
2.500 i materiali dell'esposizione permanente
44.000 le figurine Liebig conservate in archivio
500.000 le figurine e i materiali affini conservati
1961 l'anno della pubblicazione di Calciatori, primo album Panini

Durata media della visita: per visitare bene il Museo ritagliatevi circa un’ora e mezza. Si sconsiglia la visita con bambini sotto i 3 anni d’età.

Informazioni utili.
Indirizzo: Corso Canalgrande, 103, 41121 Modena MO
Il Museo della Figurina è aperto dal mercoledì al venerdì, dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. Il sabato, la domenica e i festivi è aperto con orario continuato, dalle 10.30 alle 19.30. Giorni di chiusura: lunedì e martedì. L’ingresso è gratuito.

Maggiori informazioni: www.comune.modena.it/museofigurina

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