C’è una zona della Campania in cui gli Appennini descrivono una grande conca, orlata come un’immensa culla dalle vette dei Pincentini e del Partenio, circondata dal monte Faliesi a sud-ovest e dal Montevergine a nord-est: qui, in questo rifugio naturale e imponente, se ne sta Avellino con i suoi 57 mila abitanti, le sue bellezze storico-artistiche e le sue tradizioni affascinanti, solari come si addice a una località dell’Italia meridionale.
Capoluogo della provincia omonima della Campania, Avellino è una città viva, immersa in un paesaggio rigoglioso dove prevale la coltivazione delle pregiate ‘nocciole avellane’, forte di una storia ricca e travagliata, di usanze suggestive e di un territorio ameno, pronto ad accogliere i turisti in ogni stagione.
A dire il vero il clima di Avellino è tra i più freddi della regione, essendo il centro incorniciato da colline e montagne boscose, ma ciò non toglie che le temperature si rivelino gradevoli e ideali per scoprire le bellezze paesaggistiche dei dintorni: la temperatura media di gennaio, il mese più freddo, si aggira intorno ai 6°C, mentre in luglio si mantiene sui 22°C. Unico neo le precipitazioni, che cadono abbondantemente anche d’estate sotto forma di temporali fugaci, ma toccano in picco massimo di dicembre con una media di 220 mm di pioggia.
Sono numerosi i monumenti e gli edifici che meritano uno sguardo attento durante l’esplorazione di Avellino. È il caso del Duomo di Santa Maria Assunta, cattedrale della diocesi locale, costruito tra il 1132 e il 1166 secondo il gusto romanico ma modificato più volte nel corso dei secoli, con influssi barocchi e neoclassici. Fu l’architetto Pasquale Cardola, tra il 1857 e il 1868, ad aggiungere i dettagli neoclassici per volere del vescovo Francesco Gallo, mentre l’interno venne curato da Vincenzo Varriale che vi si dedicò alla fine dell’Ottocento. Nella chiesa sono custodite le reliquie di San Modestino vescovo e martire, patrono della città e della diocesi avellinese.
Un’altra chiesa interessante è quella di Santa Maria delle Grazie, che ne sta sulla cima della collina dei Cappuccini ed è affiancata dal Convento dei Cappuccini. Entrambi gli edifici, uniti in una struttura unica, risalgono agli ultimi decenni del Cinquecento. Nella chiesa è venerata la Madonna delle Grazie, un bel trittico di un anonimo cinquecento, e le si dedica tuttora una grande festa molto sentita di fedeli della città, che si svolge all’inizio di luglio e prevede cerimonie solenni ma anche concerti e spettacoli pirotecnici.
Da vedere anche il Casino del Principe, residenza nobiliare realizzata alla fine del Cinquecento in stile rinascimentale, commissionata da Camillo Caracciolo e adibita, dopo un’ingente opera di restauro, a pinacoteca per ospitare mostre varie di opere d’arte. È invece settecentesco il Palazzo de Concilii realizzato dall’architetto Maria Luigi de Conciliis, che ospitò un giovane Victor Hugo in occasione del suo ricongiungimento col padre proprio nel cuore di Avellino, dopo che vi si era trasferito per essere stato nominato Governatore militare della provincia.
Tra i luoghi d’incontro più vivi e rappresentativi di Avellino c’è piazza Kennedy, ricavata nella vecchia autostazione dei trasporti pubblici e dotata di un’area verde di circa 30 mila mq in cui ci si può rilassare, i bambini possono giocare, ci si può ristorare nei chioschi delle bibite e si può assistere in certi periodi dell’anno a feste e manifestazioni all’aperto.
Un altro polmone verde di Avellino è il parco urbano di Santo Spirito, inaugurato nel luglio del 2010 e composto da prati, piste ciclabili, campi da gioco di ogni genere, un anfiteatro a cielo aperto e stand gastronomici in cui si possono assaporare alcuni prodotti tipici dell’Irpinia.
Le delizie tradizionali di Avellino e dintorni sono innumerevoli: da assaggiare ad esempio i paccheri, maccheroni fatti a mano conditi con ragù di carne e pomodoro, ma anche i fusilli, i cavatelli, le tagliatelle, le orecchiette e i gustosi ravioli. Il condimento più utilizzato, semplice e genuino ma estremamente saporito, è il buon olio d’oliva prodotto nella campagna della regione, ma non mancano ingredienti pregiati come il tartufo nero e i funghi. Veri simboli di Avellino sono però le nocciole avellane e le ‘castagne del prete’, mentre il Fiano di Avellino è tra i vini d’Irpinia che hanno ottenuto il marchio DOCG. Di colore giallo paglierino, profumo intenso e un gradevole gusto secco, è ottimo con i frutti di mare e in generale coi piatti di pesce.
Queste e altre delizie possono essere gustate in occasione delle feste, che nell’arco dell’anno sono numerose e pittoresche. Tra le occasioni da non perdere ci sono il carnevale, le cerimonie del Venerdì santo, la processione di Santa Rita da Cascia e i festeggiamenti di ferragosto.
In agosto si svolge in particolare il Palio della Botte, una sfida di origine medievale che vede competere le sette contrade di Avellino, facendo rotolare mediante una spranga curva una botte del peso di circa due quintali, spingendola in salita lungo il Corso Umberto I: il rione che, nel minor tempo possibile, raggiunge la Fontana di Bellerofonte, si aggiudica la gara e il premio.
Arrivare ad Avellino non è difficile, grazie alle buone vie di comunicazione stradale o ferroviaria. Chi viaggia in auto e viene da nord può percorrere l’autostrada A1 fino a Caserta, la A30 fino a Nola e la A16 fino al casello di Avellino, mentre chi viene da sud può prendere l’autostrada A3. La stazione ferroviaria locale è efficacemente collegata con le principali città italiane, e l’aeroporto più vicino è quello di Napoli Capodichino, distante una quarantina di chilometri dalla meta.