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Soggiorno in convento, monastero, eremo, abbazia e santuario: ecco dove in Italia (10 pagine)

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Eremo e Monastero di Camaldoli in ritiro nei luoghi di San Romualdo

Collocati nel cuore di una vasta foresta, l’Eremo ed il Monastero di Camaldoli conservano intatta la loro spiritualità da più di mille anni. A fondarli, il monaco benedettino in Sant’Apollinare in Classe, originario di Ravenna, San Romualdo che, incoraggiato dal vescovo di Arezzo Teodaldo, sotto la cui giurisdizione si trovava quella località, eresse a Camaldoli 5 celle e un piccolo oratorio dedicato a San Salvatore Trasfigurato che costituirono il primo nucleo dell’eremo.

L’antica cella di San Romualdo, oggi inglobata nell’edificio della biblioteca dell’eremo, conserva ancora la sua struttura originaria: un corridoio che si snoda su tre lati sui quali si affacciano la stanza da letto, lo studio e la cappella. Questa struttura a chiocciola oltre ad offrire riparo dalle rigide temperature invernali simboleggia il percorso interiore del monaco che cerca di entrare in se stesso. La foresta nella quale si erge venne incamerata nel 1866 dal Demanio Statale con tutti i beni che essa comprendeva, quindi il Monastero, l’Eremo e le case poderali.

Dal gennaio 1991, è parte viva del nuovo Parco Nazionale del Monte Falterona, Campigna e delle Foreste Casentinesi, che copre un territorio di 35.370 ettari. Camaldoli ha sempre coniugato nel tempo la dimensione comunitaria espressa dal legame fra eremo e monastero a quella solitaria della vita monastica sulla quale si innesta la tradizione irlandese dei monaci pellegrini o evangelizzatori itineranti. Per tale vocazione, Camaldoli ha svolto per un millennio la funzione di ponte fra le tradizioni monastiche di oriente e di occidente. Con il Concilio Vaticano II è tornato a essere luogo d’incontro privilegiato del dialogo ecumenico e interreligioso.

Ma non solo. In questi mille anni Camaldoli è stato faro non solo di spiritualità ma anche di cultura. L’arte che si conserva nel monastero è un patrimonio universale, dalle 16 tele di Giorgio Vasari alle opere di Andrea della Robbia, fino alle moderne ceramiche di Angelo Biancini. Ma il monastero ha avuto un ruolo rilevante in vari ambiti, dal primo codice forestale europeo del 1278 al Codice di Camaldoli del luglio 1943, che gettò le basi alla rinascita della democrazia italiana dopo il fascismo. La Comunità apre le sue porte a credenti e non credenti, desiderosi di confrontarsi e di ospitarsi reciprocamente nel rispetto delle propri cammini personali.

Le modalità di accoglienza presenti all’Eremo e al Monastero di Camaldoli possono essere varie. Gli ospiti possono trascorrere periodi di condivisione dei ritmi della vita monastica, con la possibilità di partecipare alla preghiera liturgica ed, eventualmente, di colloqui personali. C’è anche l’ accoglienza nei tempi di Quaresima, Pasqua, Avvento e Natale per momenti di ritiro e di preghiera o legata al programma delle iniziative culturali e spirituali ed anche la possibilità di accogliere gruppi autogestiti per convegni, mediazioni e altro.

Informazioni e prenotazioni:
Sacro Eremo di Camaldoli
52010 Camaldoli - Arezzo
tel +39 0575 556021 fax +39 0575 556001
eremo@camaldoli.it


Monastero di Camaldoli
52010 Camaldoli - Arezzo
tel +39 0575 556012
fax +39 0575 556001
monastero@camaldoli.it

www.monasterodicamaldoli.it

 Pubblicato da il 01/03/2014 - 696.722 letture - ® Riproduzione vietata

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