Itinerario nel dipartimento del Tarn, Midi-Pirenei: Rabastens, Cordes-sur-Ciel, Albi e Lautrec
Tour in Francia nella regione dei Midi-Pirenei tra le cittą di Rabastens, Cordes-sur-Ciel, Albi fino al borgo di Lautrec.
Nel cuore dell'affascinante regione Midi-Pyrénées (1), uno dei dipartimenti più ricchi di storia è senza dubbio il Tarn, una porzione di terra che si estende ad est di Tolosa e che comprende cittadine come Albi, Cordes-sur-Ciel, Gaillac e Castres, solo per citarne alcune. L'idea viaggio per un weekend di tre giorni potrebbe prevedere un itinerario tra le località più interessanti della zona; dopo aver visitato Toulouse, basta noleggiare una macchina per spostarsi di poche decine di chilometri ed immergersi nella campagna del Tarn.
Lasciando Toulouse (2) sulla strada D888 e proseguendo sulla D988, la prima tappa potrebbe essere Rabastens, dove ad accogliere i visitatori nel piccolo museo locale è facile incontrare M.me Martine Bourdaries, una guida entusiasta di raccontare agli ospiiti le bellezze ed i tesori racchiusi nella chiesa Notre Dame du Bourg, risalente al XIII secolo.
Storica meta dei pellegrini del cammino di St. Jaques, dal 16 giugno 2006 è stata iscritta nella lista del Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO; la chiesa é il risultato della ricostruzione operata dagli inquisitori dominicani (nel XII secolo i Benedettini dell' abbazia di Moissa fondarono a Rabastens un importante priorato) dopo le crociate contro i catari (1230-1260) per accogliere la popolazione. Come sovente accadeva, l'edificio fu costruito in un punto strategico: la qualità dei vigneti nella ricca pianura del Tarn, l'esenzione del pedaggio di cui beneficiava l'abbazia per il vino trasportato fino a Bordeaux e la posizione di grande d'importanza commerciale sulla via che porta da Tolosa a Lione, furono determinanti nella scelta del luogo.
La chiesa é concepita come una vasta ed unica navata con pianta rettangolare, costruita in mattoni e a volta ogivale, sul modello della navata della cattedrale Saint-Étienne di Tolosa, all'epoca sul punto di essere terminata; il finanziamento dei lavori era assicurato dalle ammende e dalla confisca dei beni agli eretici catari che vissero nella regione, nonostante tutto, in piccoli gruppi fino a metà del XIV secolo.
All'interno della struttura spiccano per la luminosità e l'intensità dei propri colori alcuni dipinti perfettamente conservati nei secoli, ma l'elemento più curioso è certamente la presenza delle croci uncinate dipinte sul soffitto: non vi è in questo caso alcun legame con l'ideologia nazista, ma si tratta di un simbolo di origine indoeuropea che rappresenta il movimento e la vita; queste svastiche, legate alla Vergine Maria, evocano l'energia, la vita e l' ascesa al cielo del suo corpo.
La seconda tappa del tour del Tarn (3), lasciando Rabastens e proseguendo in direzione nord-est, prevede una visita all'incantevole Cordes-sur-Ciel (4), un piccolo villaggio medievale costruito su uno sperone di roccia: da questo meraviglioso punto panoramico si possono ammirare i vigneti di Gaillac e la maestosa foresta di Grésigne. Fondata nel 1222 da Raimondo VII conte di Tolosa, è un vero gioello di architettura gotica. Nelle intenzioni del conte, questa città avrebbe duvuto contrastare le truppe venute nord della Francia per eliminare i catari. Cordes-sur-Ciel ebbe una grande importanza economica grazie al commercio di pelli e tessuti; i mercanti e i nobili vi fecero costruire case eleganti come la Maison du Fauconnier la Maison du Grand Ecuyer o la Maison du Grand Veneure. Le forti mura di allora proteggono e racchiudono ancora oggi il piccolo borgo, visitabile comodamente a piedi girovagando a caso per i suoi stretti vicoli, dove è impossibile non notare le sculture delle case, colme di immagini di draghi, animali e curiosi personaggi, che contribuiscono a donare a Cordes-sur-Ciel un clima leggendario e misterioso.
Oggi il villaggio deve la sua fama ed il proprio sostentamento al tursimo ed all'attività di artigiani ed artisti, le cui botteghe sono disseminate per le strade del paese, senza lasciare spazio – per fortuna – ai negozietti di souvenir omologati ad un turismo di massa.
A meno di 30 km da qui, la tappa successiva ed imprescindibile del viaggio nel cuore del Tarn prevede una visita ad Albi, città episcopale e Patrimonio dell'Umanità dichiarato dall'UNESCO nel 2010 (5). La scoperta della località può cominciare dalla Vecchia Albi, la città vecchia, ad ovest della imponente cattedrale di St Cécile, dove le case in stile medievale fanno da sfondo ad una rilassante passeggiata nel quartiere. Qui si trova anche la collégiale St.Salvi, con il chiostro annesso, costruita con il brique foraine, il tipico mattone presente un po' ovunque negli edifici di Albi e Tolosa; la struttura risale al X secolo, anche se sono ben visibili le differenti fasi di realizzazione delle sue parti in epoca successiva grazie ai diversi stili architettonici che la costituiscono, i quali spaziano ampiamente dal romano al gotico.
Nei pressi dell'immensa cattedrale che domina la città si trova anche il mercato coperto, costruito dalla famiglia Michelin – proprio quella dei pneumatci – con una struttura in ferro ed utilizzando mattoni pigmentati. Non lontano da qui, il Museo della Moda, aperto nel maggio 2012, ospita una curiosa collezione di abiti antichi ed accessori da collezione, raccolti dal fondatore in anni di ricerche e che coprono un arco temporale che va dal XVIII secolo ai giorni nostri.
Dopo un giro per le strade del centro, è forse giunta l'ora di visitare la magnifica ed imponente Cattedrale di St. Cécile; impossibile non notarla da qualunque angolo della città, questo edificio in stile gotico meridionale è la più grande cattedrale al mondo costruita in mattoni. L'idea che doveva trasmettere al momento della sua costruzione, per volere esplicito di chi la commissionò, era quella di cattedrale-fortezza per mostrare agli eretici catari la potenza dei cattolici. Edificata a partire dal 1282 e terminata nel 1480, si erge su uno zoccolo di roccia che sovrasta la valle del Tarn.
All' interno della cattedrale si possono ammirare rispettivamente il più grande dipinto medievale al mondo del Giudizio Universale, l'impressionante rafigurazione della volta celeste ed i numerosi dipinti nelle diverse cappelle, opere di artisti modenesi. Non possono certamente passare inosservati nemmeno lo jubé e la tribuna del coro, nè tantomeno il maestoso organo, che per le dimensioni fuori dal comune e per le sue decorazioni è classificato tra i più belli di Francia.
Merita una visita anche il Museo Henri de Toulouse-Lautrec, ospitato all'interno del Palais de la Berbie; questo è uno dei più importanti musei contemporanei francesi e presenta una collezione completa del pittore che abbraccia per intero la sua opera, dai primi schizzi realizzati ai tempi della scuola fino alle ultime creazioni.
Il viaggio nel cuore dell'affascinante dipartimento del Tarn prosegue con una visita ad un borgo medievale che ha saputo conservarsi intatto e soprattutto proteggersi dall'attacco del turismo di massa: stiamo parlando di Lautrec (6), un villaggio di poche centinaia di abitanti dove il tempo sembra davvero essersi fermato.
Spostandosi da Albi in auto, si impiegano circa 40 minuti viaggiando in direzione sud (dunque verso Castres) per raggiungere Lautrec; pochi km dopo Realmont si incontra l'indicazione sulla destra per il piccolo borgo immerso tra le colline coltivate. Entrando in paese si trova subito l'ufficio turistico, che può fornire dépliant e spiegazioni sul villaggio, nonché suggerire gli angoli più nascosti da vedere che altrimenti potrebbero sfuggire ad un visitatore occasionale; in ogni caso sarà un piacere abbandonarsi alla scoperta dei vicoli e delle case caratteristiche di questa zona di Francia lasciandosi, come sempre suggeriamo, guidare dall'istinto.
Tra le principali attrazioni di Lautrec, in ogni caso, vi è sicuramente il Mulino a Vento, perfettamente conservato dal XVII secolo e restaurato nel 1991 per portarlo agli antichi splendori; ancora oggi è in grado di lavorare e di produrre farina ed è visitabile all'interno, dove il custode spiegherà ed eventualmente dimostrerà in pratica (vento permettendo) il funzionamento della struttura.
Nel villaggio c'è comunque molto altro da scoprire, dall'antica bottega-museo del sabotier (l'artigiano che costruiva i sabot, i tradizionali zoccoli d legno) alle caratteristiche pigeonniers (piccionaie) delle case, alcune delle quali veramente straordinarie, senza dimenticare la Collégiale St.Remy, una collegiata costruita sul finire del XIV secolo che è ancora oggi l'edificio religioso di riferimento del borgo.
Fuori dalle mura, la campagna circostante è sorprendentemente ricca di ulteriori punti d'interesse, rappresentati nuovamente da numerosi pigeonniers ed affascinanti castelli sparsi su un territorio che vanta anche la produzione di un prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta) come l'aglio rosa di Lautrec, l'unico aglio di tutta la Francia a beneficare della Label Rouge, l'etichetta che riconsce la qualità superiore di questo prodotto della terra.
A quanti poi, affascinati dal paesaggio mozzafiato, intendessero lasciare l'auto per esplorare la zona in mountain bike, si ricorda che da qui passa anche un percorso ciclabile che collega Albi a Castres; noleggiando una bici all'ufficio turistico e richiedendo la cartina degli ittinerari consigliati, si può pensare ad un'escursione attraverso le campagne alla scoperta dell'intensa vita agricola del Tarn, immersi in una quiete davevro speciale tra le terre che con i propri prodotti hanno fatto la storia della Francia sud-occidentale.
(1) Regione Midi-Pyrénées
www.turismo-midi-pyrenees.it
(2) Tolosa (Toulouse)
www.toulouse-tourisme.com
(3) Dipartimento del Tarn
www.tourisme-tarn.com
(4)Office de Tourisme de Cordes-sur-Ciel
www.cordesurciel.eu
(5) Cité épiscopale de Albi
www.cite-episcopale-albi.fr
(6) Office Tourisme de Lautrec
www.lautrec.fr
Visitate per maggiori informazioni: www.rendezvousenfrance.com
Lasciando Toulouse (2) sulla strada D888 e proseguendo sulla D988, la prima tappa potrebbe essere Rabastens, dove ad accogliere i visitatori nel piccolo museo locale è facile incontrare M.me Martine Bourdaries, una guida entusiasta di raccontare agli ospiiti le bellezze ed i tesori racchiusi nella chiesa Notre Dame du Bourg, risalente al XIII secolo.
Storica meta dei pellegrini del cammino di St. Jaques, dal 16 giugno 2006 è stata iscritta nella lista del Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO; la chiesa é il risultato della ricostruzione operata dagli inquisitori dominicani (nel XII secolo i Benedettini dell' abbazia di Moissa fondarono a Rabastens un importante priorato) dopo le crociate contro i catari (1230-1260) per accogliere la popolazione. Come sovente accadeva, l'edificio fu costruito in un punto strategico: la qualità dei vigneti nella ricca pianura del Tarn, l'esenzione del pedaggio di cui beneficiava l'abbazia per il vino trasportato fino a Bordeaux e la posizione di grande d'importanza commerciale sulla via che porta da Tolosa a Lione, furono determinanti nella scelta del luogo.
La chiesa é concepita come una vasta ed unica navata con pianta rettangolare, costruita in mattoni e a volta ogivale, sul modello della navata della cattedrale Saint-Étienne di Tolosa, all'epoca sul punto di essere terminata; il finanziamento dei lavori era assicurato dalle ammende e dalla confisca dei beni agli eretici catari che vissero nella regione, nonostante tutto, in piccoli gruppi fino a metà del XIV secolo.
All'interno della struttura spiccano per la luminosità e l'intensità dei propri colori alcuni dipinti perfettamente conservati nei secoli, ma l'elemento più curioso è certamente la presenza delle croci uncinate dipinte sul soffitto: non vi è in questo caso alcun legame con l'ideologia nazista, ma si tratta di un simbolo di origine indoeuropea che rappresenta il movimento e la vita; queste svastiche, legate alla Vergine Maria, evocano l'energia, la vita e l' ascesa al cielo del suo corpo.
La seconda tappa del tour del Tarn (3), lasciando Rabastens e proseguendo in direzione nord-est, prevede una visita all'incantevole Cordes-sur-Ciel (4), un piccolo villaggio medievale costruito su uno sperone di roccia: da questo meraviglioso punto panoramico si possono ammirare i vigneti di Gaillac e la maestosa foresta di Grésigne. Fondata nel 1222 da Raimondo VII conte di Tolosa, è un vero gioello di architettura gotica. Nelle intenzioni del conte, questa città avrebbe duvuto contrastare le truppe venute nord della Francia per eliminare i catari. Cordes-sur-Ciel ebbe una grande importanza economica grazie al commercio di pelli e tessuti; i mercanti e i nobili vi fecero costruire case eleganti come la Maison du Fauconnier la Maison du Grand Ecuyer o la Maison du Grand Veneure. Le forti mura di allora proteggono e racchiudono ancora oggi il piccolo borgo, visitabile comodamente a piedi girovagando a caso per i suoi stretti vicoli, dove è impossibile non notare le sculture delle case, colme di immagini di draghi, animali e curiosi personaggi, che contribuiscono a donare a Cordes-sur-Ciel un clima leggendario e misterioso.
Oggi il villaggio deve la sua fama ed il proprio sostentamento al tursimo ed all'attività di artigiani ed artisti, le cui botteghe sono disseminate per le strade del paese, senza lasciare spazio – per fortuna – ai negozietti di souvenir omologati ad un turismo di massa.
A meno di 30 km da qui, la tappa successiva ed imprescindibile del viaggio nel cuore del Tarn prevede una visita ad Albi, città episcopale e Patrimonio dell'Umanità dichiarato dall'UNESCO nel 2010 (5). La scoperta della località può cominciare dalla Vecchia Albi, la città vecchia, ad ovest della imponente cattedrale di St Cécile, dove le case in stile medievale fanno da sfondo ad una rilassante passeggiata nel quartiere. Qui si trova anche la collégiale St.Salvi, con il chiostro annesso, costruita con il brique foraine, il tipico mattone presente un po' ovunque negli edifici di Albi e Tolosa; la struttura risale al X secolo, anche se sono ben visibili le differenti fasi di realizzazione delle sue parti in epoca successiva grazie ai diversi stili architettonici che la costituiscono, i quali spaziano ampiamente dal romano al gotico.
Nei pressi dell'immensa cattedrale che domina la città si trova anche il mercato coperto, costruito dalla famiglia Michelin – proprio quella dei pneumatci – con una struttura in ferro ed utilizzando mattoni pigmentati. Non lontano da qui, il Museo della Moda, aperto nel maggio 2012, ospita una curiosa collezione di abiti antichi ed accessori da collezione, raccolti dal fondatore in anni di ricerche e che coprono un arco temporale che va dal XVIII secolo ai giorni nostri.
Dopo un giro per le strade del centro, è forse giunta l'ora di visitare la magnifica ed imponente Cattedrale di St. Cécile; impossibile non notarla da qualunque angolo della città, questo edificio in stile gotico meridionale è la più grande cattedrale al mondo costruita in mattoni. L'idea che doveva trasmettere al momento della sua costruzione, per volere esplicito di chi la commissionò, era quella di cattedrale-fortezza per mostrare agli eretici catari la potenza dei cattolici. Edificata a partire dal 1282 e terminata nel 1480, si erge su uno zoccolo di roccia che sovrasta la valle del Tarn.
All' interno della cattedrale si possono ammirare rispettivamente il più grande dipinto medievale al mondo del Giudizio Universale, l'impressionante rafigurazione della volta celeste ed i numerosi dipinti nelle diverse cappelle, opere di artisti modenesi. Non possono certamente passare inosservati nemmeno lo jubé e la tribuna del coro, nè tantomeno il maestoso organo, che per le dimensioni fuori dal comune e per le sue decorazioni è classificato tra i più belli di Francia.
Merita una visita anche il Museo Henri de Toulouse-Lautrec, ospitato all'interno del Palais de la Berbie; questo è uno dei più importanti musei contemporanei francesi e presenta una collezione completa del pittore che abbraccia per intero la sua opera, dai primi schizzi realizzati ai tempi della scuola fino alle ultime creazioni.
Il viaggio nel cuore dell'affascinante dipartimento del Tarn prosegue con una visita ad un borgo medievale che ha saputo conservarsi intatto e soprattutto proteggersi dall'attacco del turismo di massa: stiamo parlando di Lautrec (6), un villaggio di poche centinaia di abitanti dove il tempo sembra davvero essersi fermato.
Spostandosi da Albi in auto, si impiegano circa 40 minuti viaggiando in direzione sud (dunque verso Castres) per raggiungere Lautrec; pochi km dopo Realmont si incontra l'indicazione sulla destra per il piccolo borgo immerso tra le colline coltivate. Entrando in paese si trova subito l'ufficio turistico, che può fornire dépliant e spiegazioni sul villaggio, nonché suggerire gli angoli più nascosti da vedere che altrimenti potrebbero sfuggire ad un visitatore occasionale; in ogni caso sarà un piacere abbandonarsi alla scoperta dei vicoli e delle case caratteristiche di questa zona di Francia lasciandosi, come sempre suggeriamo, guidare dall'istinto.
Tra le principali attrazioni di Lautrec, in ogni caso, vi è sicuramente il Mulino a Vento, perfettamente conservato dal XVII secolo e restaurato nel 1991 per portarlo agli antichi splendori; ancora oggi è in grado di lavorare e di produrre farina ed è visitabile all'interno, dove il custode spiegherà ed eventualmente dimostrerà in pratica (vento permettendo) il funzionamento della struttura.
Nel villaggio c'è comunque molto altro da scoprire, dall'antica bottega-museo del sabotier (l'artigiano che costruiva i sabot, i tradizionali zoccoli d legno) alle caratteristiche pigeonniers (piccionaie) delle case, alcune delle quali veramente straordinarie, senza dimenticare la Collégiale St.Remy, una collegiata costruita sul finire del XIV secolo che è ancora oggi l'edificio religioso di riferimento del borgo.
Fuori dalle mura, la campagna circostante è sorprendentemente ricca di ulteriori punti d'interesse, rappresentati nuovamente da numerosi pigeonniers ed affascinanti castelli sparsi su un territorio che vanta anche la produzione di un prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta) come l'aglio rosa di Lautrec, l'unico aglio di tutta la Francia a beneficare della Label Rouge, l'etichetta che riconsce la qualità superiore di questo prodotto della terra.
A quanti poi, affascinati dal paesaggio mozzafiato, intendessero lasciare l'auto per esplorare la zona in mountain bike, si ricorda che da qui passa anche un percorso ciclabile che collega Albi a Castres; noleggiando una bici all'ufficio turistico e richiedendo la cartina degli ittinerari consigliati, si può pensare ad un'escursione attraverso le campagne alla scoperta dell'intensa vita agricola del Tarn, immersi in una quiete davevro speciale tra le terre che con i propri prodotti hanno fatto la storia della Francia sud-occidentale.
(1) Regione Midi-Pyrénées
www.turismo-midi-pyrenees.it
(2) Tolosa (Toulouse)
www.toulouse-tourisme.com
(3) Dipartimento del Tarn
www.tourisme-tarn.com
(4)Office de Tourisme de Cordes-sur-Ciel
www.cordesurciel.eu
(5) Cité épiscopale de Albi
www.cite-episcopale-albi.fr
(6) Office Tourisme de Lautrec
www.lautrec.fr
Visitate per maggiori informazioni: www.rendezvousenfrance.com