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Il Monastero de la Cartuja a Siviglia, sulle sponde del Rio Guadalquivir

Il Monastero di Santa Maria de las Cuevas, meglio conosciuto come Monastero de la Cartuja si trova sull'omonima isola del Rio Guadalquivir, non distante dal centro di Siviglia. Fu una delle sedi dell'EXPO 1992, qui si ricorda Cristoforo Colombo.

Completamente recuperato durante la campagna di rinnovamento in previsione dell’Esposizione Universale del 1992, il Monastero de la Cartuja (o Monastero di Santa Maria de las Cuevas) è un’attrattiva turistica di grande valore storico e artistico non molto conosciuta e quindi trascurata da troppi visitatori. Il complesso si trova al di fuori del centro storico, sulla sponda occidentale del Rio Guadalquivir, a nord del quartiere di Triana, sulla cosiddetta Isla de la Cartuja. Effettivamente, fino al 1992, il terreno su cui sorge il monastero era una vera e propria isola circondata dalle acque del fiume, poi collegata alla terraferma e incorporata nel sito dell’Expo.

L’inizio del cantiere del Monastero de la Cartuja risale al 1399, quando l’arcivescovo di Siviglia don Gonzalo de Mena, finanziato dal nobile Ruy González de Medina, commissionò la posa della prima pietra. In precedenza, nella medesima area sorgeva una chiesetta trecentesca gestita da monaci francescani intitolata a Santa Maria delle Cave, a cui si riconduce una leggenda secondo la quale nelle cave d’argilla che costellavano la zona sarebbe stata rinvenuta un’icona della Vergine nascosta durante il periodo di dominazione musulmana. La realizzazione del monastero si protrasse per molti anni e solo verso la fine del Quattrocento giunse a compimento. All’epoca, ad approfittare dell’ospitalità dei monaci certosini fu anche Cristoforo Colombo, che sull’isola pianificò la sua seconda spedizione americana. Successivamente, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, l’edificio entrò in una fase di semiabbandono indotta dal terremoto del 1755 e dal saccheggio delle truppe napoleoniche del 1810. Nel 1839, l’imprenditore inglese Charles Pickman rilevò l’intero complesso destinandolo a fabbrica di ceramica, di cui si notano ancora molteplici testimonianze, prima che il definitivo restauro iniziato nel 1986 restituisse il complesso alla cittadinanza al massimo del suo splendore.

Per celebrarne la rinascita, durante lo svolgimento dell’Esposizione Universale del 1992 il Monastero de la Cartuja fu sede del Padiglione Reale. Terminata la rassegna internazionale, che sancì un’autentica svolta per il futuro di Siviglia, il complesso fu scelto per ospitare il Centro Andaluz de Arte Contemporáneo, ruolo che riveste tutt’ora. Il museo ospita una ricca collezione di arte moderna andalusa, oltre a frequenti esposizioni temporanee. Dell’allestimento permanente fanno parte opere di vario genere dagli anni ’50 del secolo tra cui numerose tele del celebre pittore sivigliano Luis Gordillo, considerato tra i più grandi innovatori dell’arte moderna spagnola. Al suo fianco figurano altri nome eccellenti, come quelli di Francisco Mateos, Francisco Cuadrado, Teresa Duclós, Manuel Barbadillo e José Ramón Sierra.

Il Centro Andaluz de Arte Contemporáneo è aperto tutti i giorni tranne il lunedì (festività escluse). Da martedì l’orario di apertura va dalle 11.00 alle 21.00, la domenica dalle 11.00 alle 15.00. Il biglietto di ingresso al monumento e alle esposizioni temporanee costa 1.80 €, mentre per la visita completa si pagano 3 €; martedì e venerdì sera, dalle 19.00 alle 21.00, e per tutta la giornata di sabato, il sito è invece visitabile gratuitamente. Per maggiori informazioni, conoscere il programma delle mostre e prenotazioni potete visitare il sito www.juntadeandalucia.es/cultura/caac.

Accanto al Centro Andaluz de Arte Contemporáneo si può visitare un’ulteriore controversa testimonianza dell’Expo ’92: El Pabellon de la Navegación (www.pabellondelanavegacion.es). Quest’ultimo, progettato dall’architetto sivigliano Guillermo Vázquez Consuegra, è il secondo edificio contemporaneo inaugurato a Siviglia dopo il Metropol Parasol, in Plaza de la Encarnacion. Come il predecessore, anche il Padiglione della Navigazione fu oggetto di numerose critiche e, terminata la manifestazione, rimase sostanzialmente inutilizzato, eccezion fatta per la celebrazione di qualche evento. Da circa un paio d’anni, dopo un’accurata campagna di restauro, la struttura ha riaperto i battenti e le quattro sale dell’esposizione permanente sono tornate a ospitare mostre incentrate sulla navigazione, i marinai e la vita di bordo. Acquistando il biglietto di ingresso (4.90 € intero, 3.50 € ridotto) si ha diritto di accedere anche alla vicina torre Schindler, da cui si gode di un bel panorama sul fiume e la sua sponda orientale.

Se siete in compagnia di bambini di qualunque età, per chiudere la visita all’Isla de la Cartuja potete trascorrere qualche ora all’Isla Mágica (www.islamagica.es), il grande parco divertimenti tematico in stile coloniale costruito nei pressi del monastero. L’ingresso è piuttosto caro (29 € intero, 20 € ridotto), ma il parco è ricco di giostre e attrattive adrenaliniche che non deluderanno nemmeno i genitori amanti del brivido. Fate attenzione agli orari di apertura, che variano di frequente, e informatevi sul sito prima di partire.

 Pubblicato da il 27/10/2014 - 13.569 letture - ® Riproduzione vietata

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