Cerca Hotel al miglior prezzo

Il quartiere di Josefov: le sinagoghe e il vecchio cimitero ebraico di Praga

Si trova anord della Piazza centrale di Praga: č il quartiere Josefov all'interno di Stare Meseto. Qui si trova il quartiere ebraico con varie sinagoghe e un importante museo. Da non perdere il vecchio cimitero ebraico, luogo di grande fascino.

Tra le aree più antiche e suggestive di Praga c’è il quartiere ebraico di Josefov, la zona di Staré Mĕsto delimitata da Kaprova, Dlouhá e Kozi. Josefov è un tassello intriso di storia inserito in un mosaico urbano variegato, ricco di stili architettonici differenti, all’interno del quale si sono consumate alcune vicende di grande importanza. Del tessuto edilizio storico, purtroppo, sono sopravvissute solo alcune sinagoghe, il municipio ed il Vecchio Cimitero Ebraico, mentre quasi tutti gli altri edifici furono demoliti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento nell’ottica di una radicale riqualificazione di uno degli angoli più degradati della capitale.

I cambiamenti che hanno sensibilmente modificato l’aspetto architettonico del quartiere non hanno però riguardato il nome, Josefov, da sempre dedicato all’imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena (1741-1790) che, nel 1781, ordinò l’abolizione di ogni tipo di misura discriminatoria nei confronti dei cittadini ebrei. A livello urbanistico, invece, a cavallo del XX secolo si procedette al tracciamento dell’ampio viale rettilineo di Pařižská třida, che intersecava il cuore della zona più degradata. In quegli anni l’architettura europea veniva sconvolta dagli stilemi dell’art nouveau, a cui si ispirano i prospetti di quasi tutti i palazzi della strada, su cui si affacciano pittoresche vetrate policrome e spettacolari bassorilievi floreali.

Da qualche anno Pařižská třida è diventata un’elegante via dello shopping, punteggiata di boutique di marchi esclusivi di livello internazionale. Ad ovest del viale, verso il corso della Moldava, si estende námĕsti Jana Palacha (Piazza Jan Palach), il cui nome è legato a quello del giovane studente patriota dell’Università Carlo che, nel gennaio del 1969, si suicidò dandosi fuoco in segno di protesta contro l’invasione sovietica; a ricordare l’accaduto, all’estremità orientale della piazza, nei pressi dell’ingresso della Facoltà di Filosofia, è stata affissa una targa in bronzo in memoria del defunto. Tra gli edifici maggiormente significativi spicca il Rudolfinum, il palazzo neorinascimentale ultimato nel 1884 su progetto degli architetti Josef Schulz e Josef Zitek sede dell’Orchestra Filarmonica Ceca.

Qualche decina di metri a nord della piazza si trova il Museo delle Arti Decorative (www.upm.cz), inaugurato nel lontano 1900 con l’intento di sottolineare l’importanza dei valori estetici in piena Rivoluzione Industriale. Le quattro sale che lo compongono sono un trionfo di manufatti datati tra il XVI e il XIX secolo, tra cui porcellane, arazzi, mobili e oggetti di cristallo, ma vale la pena di accedervi anche solo per visitare il palazzo, mirabile esempio di architettura neorinascimentale. Da notare la scalinata che dall’ingresso conduce i visitatori all’esposizione vera e propria, al secondo piano, riccamente decorata da ceramiche e vetrate policrome, a cui fa seguito la splendida Sala Votiva. Quest’ultima ospita il Tesoro di Karlštejn, la ricca collezione di argenteria trecentesca rimasta nascosta per secoli nelle mura dell’omonimo castello, mentre sulla sinistra spicca la Sala dei Cristalli e delle Ceramiche, traboccante di vetreria, porcellane e mobili in stile art nouveau. Le didascalie sono in ceco, ma ogni sala dispone di testi piuttosto dettagliati in inglese e francese.

Riattraversando Pařižská třida in direzione nord-est si giunge ai piedi del Klášter sv Anežky (Convento di Sant’Agnese), il più antico edificio gotico di Praga. Al suo interno, al primo piano, è esposta la collezione di arte medievale della Galleria Nazionale, che annovera decine di opere di provenienza boema e più in generale dell’Europa centrale. Del complesso, completamente restaurato a partire dal 1980 dopo secoli di abbandono, fanno parte due importanti basiliche: la Chiesa del Santo Redentore e la Chiesa di San Francesco. La prima, dai tratti tipicamente gotici, ospita le tombe di Sant’Agnese e della Regina Cunegonda, moglie di Venceslao I (1205-1253), a sua volta sepolto nell’antistante San Francesco. La Chiesa di San Francesco, invece, è più piccola, accoglie le spoglie di Venceslao I ed è sovente utilizzata come sala da concerti.

L’altro grande museo di Josefov è il Museo Ebraico di Praga (www.jewishmuseum.cz), un’istituzione fondata nel lontano 1906 per conservare gli oggetti provenienti dalle sinagoghe demolite durante la riqualificazione del quartiere tra le fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ironia della sorte, buona parte della collezione attualmente esposta fu procurata dai nazisti nel corso della seconda guerra mondiale, quando tutti i materiali estorti alle comunità ebraiche della Boemia e della Moravia furono fatti pervenire a Praga. Il museo è senza dubbio la più grande raccolta di oggetti sacri ebraici, oltre che un toccante monumento a 700 anni di oppressione e sofferenze.

L’esposizione del Museo Ebraico di Praga è suddivisa tra sei edifici storici accessibili col medesimo biglietto: le sinagoghe Maisel, Pinkas, Spagnola e Klaus, la Sala Cerimoniale ed il Vecchio Cimitero Ebraico; un settimo edificio visitabile pagandone l’ingresso a parte è la Staronová synagóga (Sinagoga Vecchio-Nuova), tutt’ora utilizzata per celebrare funzioni religiose. Quest’ultima è la più antica sinagoga d’Europa ancora in attività, nonché una delle più antiche testimonianze di architettura gotica della città. All’interno si notano il pulpito, circondato da una grata di ferro del XV secolo, e l’Arca Sacra che custodisce i rotoli della Torah, mentre all’esterno si rimane conquistati della bellezza del tetto spiovente e dei timpani gotici. Dall’altro lato della strada si erge la Vysoká synagóga (Sinagoga Alta), costruita nel corso del Cinquecento, mentre subito dietro l’angolo c’è lo Zidovská radnice (Municipio Ebraico), commissionato alla fine del XVI secolo da Mordechai Maisel; entrambi gli edifici sono chiusi al pubblico, ma è sufficiente osservarli dall’esterno per apprezzarne lo stile e l’eleganza.

Tornando al museo “diffuso”, la tappa più significativa è senza dubbio quella del Vecchio Cimitero Ebraico, inaugurato all’inizio del Quattrocento e per questo il più antico d’Europa. Malgrado non sia utilizzato dal 1787, l'atmosfera funerea non lo ha abbandonato e, solo in superficie, sono ammassate ben 12.000 pietre tombali in rovina. Se cercate a Praga un luogo dove evocare la leggenda  del Golem, qui siete nel posto giusto. Le tombe principali sono segnalate e si concentrano nei pressi dell’ingresso. Tra queste figurano quelle di Mordechai Maisel (1528-1601) e Rabbi Loew (1520-1609), ma la lapide più antica, seppur sostituita da una riproduzione, è quella di Avigdor Karo, rabbino a capo della corte di Venceslao IV morto nel 1439.

Per completare la visita al quartiere Josefov non resta da vedere che il già citato Rudolfinum (www.rudolfinum.cz), il grande complesso di sale da concerti e uffici costruito in stile neorinascimentale alla fine dell’Ottocento. Sala Dvořak è la sala principale, quella che ospita le esibizioni dell’Orchestra Filarmonica Ceca, nonché una delle migliori sale da concerto utilizzate in occasione del Festival di Primavera di Praga. Nella parte settentrionale si trovano le Galerie Rudolfinum (www.galerierudolfinum.cz), che accolgono una galleria d’arte aperta da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00, e la splendida Sala delle Colonne.

Per raggiungere Josefov col trasporto pubblico si può prendere la metropolitana e scendere alla fermata Staromĕstská o, in alternativa, avvalersi dei tram n° 5, 8 e 14 (che fermano nei pressi del Convento di Sant’Agnese) e n° 17 e 18 (ideali per raggiungere il Rudolfinum). Il lunedì è giornata di chiusura per quasi tutti i musei e le gallerie d’arte, eccezion fatta per il Museo Ebraico di Praga, che osserva riposo il sabato. Al momento della pianificazione dell’itinerario tenete presente che in concomitanza con le maggiori festività del calendario ebraico non troverete praticamente nulla di aperto in tutto il quartiere.

 Pubblicato da il 27/03/2014 - 14.436 letture - ® Riproduzione vietata

28 Marzo 2024 Il Festival Ravenna Jazz

Ravenna Jazz festeggia quest’anno la 51° edizione – un ...

NOVITA' close