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Institut Lumière: visita alla casa museo dei fratelli inventori del cinema e non solo

Visita al Castello dei fratelli Lumiere, inventori del cinema e di innovative tecniche fotografiche (ancora attuali). Alla scoperta della loro fastosa casa e delle attrezzature da loro sviluppate..

Tra le tappe più importanti della storia della cinematografia internazionale c’è Lione ed il suo Musée Lumière, situato 3 chilometri a sud-est di place Bellecour, al 25 di Rue Premier Film. Il museo, all’interno del quale è raccontato il glorioso esordio dell’arte cinematografica, è una meta obbligata per ogni cinefilo che si rispetti, avendo sede nella casa in stile art nouveau appartenuta ad Antoine Lumière che, nel 1870, si trasferì a Lione insieme ai più celebri figli Auguste e Louis, inventori del proiettore e tra i primi cineasti della storia. Tuttavia, definirlo museo potrebbe essere riduttivo, dato che questo grande complesso è anche cinemateca, centro documentativo, archivio, ma soprattutto luogo di ricordi e di emozioni.

Il percorso di visita del Musée Lumière ha inizio al piano terra di Villa Lumière, soprannominata “Castello Lumière” dagli abitanti del quartiere di Monplaisir. Inaugurata nel 1902, la villa è figlia del desiderio di Antoine Lumière di vivere all’interno di dimore di grandi dimensioni, come si evince osservando altri suoi possedimenti a Evian o La Ciotat. Varcata la soglia d’ingresso ci si ritrova nella hall, dalla quale si accede al Giardino d’Inverno, chiamato anche Sala di lettura Bernard Chardère. Subito dopo ci sono le prime due sale vere e proprie del museo, nelle quali viene descritto il rapporto che legava Lumière alla pittura e all’ingegneria; particolarmente interessante è la seconda, all’interno della quale si può ammirare una ricca collezione di apparecchi che hanno preceduto il cinematografo, come il cosiddetto “Cinematografo n.1”, ritrovato dal collezionista Paul Genard, accompagnata da dimostrazioni interattive. Successivamente si accede alle sale intitolate al “cineasta” Lumière ed al “fotografo” Lumière, prima di imboccare la scala che conduce allo scantinato.

Qui, col favore delle tenebre, sono dislocati due ambienti adibiti alla proiezione dei lavori dei padri del cinema, ma anche a indottrinare grandi e piccini all’arte cinematografica. L’intento dei fratelli Lumière, infatti, era sostanzialmente quello di registrare il reale, riprodurre la vita in movimento in ciò che ha di più evidente, ispirando una corrente postuma di artisti ottici. Nella prima sala vengono proiettati a rotazione quasi 1.500 film di circa 50 secondi ciascuno girati da Louis e dai suoi operatori, tra cui i celeberrimi “L’innaffiatore annaffiato” e “Le Gouter de bébé”, mentre la seconda, capace di accogliere 98 persone a sedere, è quella che propone a gruppi o scolaresche seminari di iniziazione al cinema ed al linguaggio delle immagini. A testimoniare l’altissimo livello di popolarità raggiunto dal museo ci sono i 30.000 ragazzi più o meno giovani che ogni anno partecipano alle iniziative del laboratorio.

Dall’interrato un’altra scala riporta al piano terra e poi al primo piano, dove ci si immerge ne “Les plaisirs et le jours” (I piaceri e i giorni), una selezione di foto di famiglia scattate verso la fine dell’Ottocento da Marguerite Winckler-Lumière, moglie di Auguste. Sempre al primo piano, oltre al già citato salone introduttivo, si trovano la Sala Paul Genard, intitolata al chirurgo e dentista ricordato come uno dei maggiori collezionisti del settore, la Sala Gabriel Veyre, dedicata ad uno dei più fidati operatori Lumière, e soprattutto la Camera di Antoine Lumière, dai cui muri traspare la sua passione di architetto dilettante. La disposizione dell’arredo ricalca la configurazione delle camere da letto dell’epoca e dalle finestre si scorge una delle numerose terrazze della Villa che danno sulla parte orientale di Lione e su Place Ambroise Courtois.

Uscendo dalla Sala Gabriel Veyre c’è la scala che dal primo piano porta al secondo, quello della grande Biblioteca Raymond Chirat, battezzata in onore di uno dei più noti storici del cinema del Novecento. Dove oggi c’è la biblioteca un tempo si trovava il vecchio studio di pittura di Antoine Lumière, presso il quale l’eclettico artista amava trascorrere la maggior parte della sua giornata. Attualmente la biblioteca custodisce più di 30.000 articoli giornalistici, 600 riviste e 500 raccolte tematiche totalmente a disposizione dei numerosi ricercatori e studenti che ogni anno visitano il complesso, a coronamento dei filmati disponibili nell’interrato.

Ridiscesi alla reception si esce dalla Villa per visitare il Parco circostante, all’interno del quale si snoda “l’Allée des inventeurs” (il Viale degli inventori), che rende omaggio a tutti coloro che, prima di Lumière, si occuparono in qualche modo di cinema. Dalla parte opposta rispetto alla Villa si erge l’Hangar du Premier Film, ovvero il primo allestimento scenico della storia del Cinematografo, teatro della proiezione de “La Sortie des usines Lumière” (L’uscita dalle officine Lumière). Sfuggito miracolosamente alle demolizioni degli anni ’60, nel 1995 l’Hangar fu classificato monumento storico ed oggi ospita una sala da cinema con 270 posti a sedere, una hall espositiva ed un piccolo café. Da giugno a settembre, nello spazio all’aperto antistante all’edificio si tengono proiezioni di film di tutti i generi e di tutte le epoche, un’iniziativa che riscuote notevole successo sia tra gli abitanti che tra i turisti.

Il Musée Lumière è aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.30 tranne il lunedì; chiusure straordinarie sono disposte il 25 dicembre, l’1 gennaio e l’1 maggio, mentre si tengono aperture eccezionali nei lunedì festivi. Il biglietto d’ingresso costa 6 € (intero), 5 € (ridotto per studenti, minori di 18 anni, over 65 e disoccupati) e 4 € (abbonati). Per raggiungere il museo si può prendere la metro D e scendere a Monplaisir-Lumière oppure gli autobus 9 e 34. L'ingresso è compreso nella City Card di Lione.

Per maggiori info chiamare lo 04 78 78 18 89, consultare www.institut-lumiere.org o scrivere a alieb@institut-lumiere.org

 Pubblicato da il 28/10/2011 - 20.117 letture - ® Riproduzione vietata

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