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Racconto di viaggio attraverso Cuba ad agosto tra l’Havana e Santiago de Cuba (14 pagine)

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Itinerario lungo la costa tra Trinidad, Sancti Spiritus e Cayo Coco

13 Agosto 2010 - Alle 6,00 di mattina non c’è acqua!!! Ce la ridaranno verso le 6 e 30! Anche questa è Cuba!

L’addetta alla reception dice che hanno un problema con le tubature, credo sia un problema endemico e non temporaneo come vogliono farci credere. Facciamo colazione tra la puzza di uova fritte e ci avviamo di buon ora al Rent a Car per provare a risolvere il problema della gomma.

Arriviamo all’ufficio di CubanaCar verso le 8,30: CHIUSO. Il cartello indica l’orario di lavoro 8,00 – 20,00. Telefono al servizio assistenza che risulta essere nella capitale, l’addetto all’assistenza ci assicura che provvederà ad inviare quanto prima il personale per sostituirci la gomma ammalo rata. Quando l’attesa sembra prolungarsi un po’ troppo a lungo e Nicolò e Maurizio hanno già cominciato a togliere la gomma con il ruotino di scorta ecco che arriva la squadra di pronto intervento, incredibile ma vero! In 15 minuti ci cambiano la gomma così che possiamo ripartire. A proposito, ci sbloccano anche i finestrini che Nicolò aveva bloccato (al momento di aprire lo sportellino del rifornimento ha spinto tutti i tasti possibili tranne quello giusto).

Possiamo ora ripartire con destinazione Trinidad, attraversiamo spazi verdi bellissimi fino a costeggiare il mare, qui la costa è rocciosa e solo alcune zone più riparate hanno una piccola spiaggia. Arriviamo a Trinidad che ci accoglie con un caldo appiccicoso e persone che lo sono altrettanto. Appena ci fermiamo tutti si avvicinano per proporci ogni sorta di cosa: parcheggio, ristorante, sigari, case particular e, se non ci fossimo Tiziana ed io anche un paio di ragazze cubane. Trinidad ha un centro ben conservato, ma non sicuramente così ordinato come recita la guida. Il caldo è asfissiante. Tutto sommato la città è gradevolmente colorata ma ci aspettavamo forse qualcosa in più. Ci mettiamo in cammino per Sancti Spiritus, dopo diversi chilometri altro nubifragio, all’improvviso le nuvole scaricano a terra una valanga di acqua. La cittadina che troviamo ci sembra ultra civilizzata se messa a confronto con quelle visitate sin ora.

La via principale è solo pedonale, non ha buchi o voragini, la strada è piena di negozi e in banca Maurizio riesce persino a prelevare con la carta di credito! Incredibile, sembra proprio un altro mondo. Nella strada dove abbiamo parcheggiato c’è persino una fabbrica di sigari. La chiesa è semplice ma dignitosa. Un gruppo di ragazzi sta facendo in chiesa le prove per lo spettacolo che faranno la sera a scopo di raccogliere fondi. Facciamo un po’ il punto della situazione per rientrare nella tabella di marcia e ci avviamo verso Cayo Coco. Lungo la strada un acquazzone ci costringe a fermarci. Dopo pochi metri dal punto in cui ci fermiamo la strada è asciutta! Troviamo finalmente l’ingresso (naturalmente dietro pagamento di 2 CUC) per Cayo Coco e ci avventuriamo dopo il controllo dei passaporti (???), verso l’isola. Percorriamo un terrapieno con una strada che corre nella laguna per circa 30 chilometri. Arriviamo finalmente al termine della strada e ci fermiamo per vedere il mare, da una parte la scogliera è a picco sul mare, dall’altra parte c’è una piccola insenatura con sabbia bianca e finissima. L’odore non è però dei migliori, sembra che tra le mangrovie ci sia un cadavere.

La ricerca dell’albergo ci porterà via parecchio tempo, non perché non ci fosse posto, ma piuttosto perché Nicolò ha le idee un po’ confuse e ci fa andare avanti e indietro alcune volte tra le strade dell’isola. Quando ormai stiamo cominciando a disperare e la benzina a scarseggiare, arriviamo a Villa Gaviota, un hotel All inclusive dove soggiornano pochissimi turisti. Il prezzo è ragionevole, 100 CUC tutto compreso. La cena non sarà niente di che ma sarà commestibile e le camere sembrano pulite (il condizionatore è però abbastanza rumoroso).

 Pubblicato da il 28/03/2010 - 157.250 letture - ® Riproduzione vietata

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