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Racconto di viaggio attraverso Cuba ad agosto tra l’Havana e Santiago de Cuba (14 pagine)

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Visita a Guantanamo e percorso accidentato per Santiago

16 Agosto 2010 - Colazione di buon ora (visti i tempi biblici del cameriere) e poi bagno nello splendido mare della piccola baia. Verso le 9,00 partenza per Baracoa; i circa 20 chilometri che ci separano da questa città sono un ennesimo calvario – buche – buche – buche! Per scoprire infine una città sporca e senza nessuna attrattiva particolare, persino la Casa del Chocolate è chiusa! E il lungomare è deprimente: cemento e cattivo odore!

Dopo una breve passeggiata sotto il sole cocente partiamo per Guantanamo che dista circa 140 chilometri, la strada per fortuna è buona e non molto frequentata anche perché essendo una strada di montagna i carri e i carretti non riescono ad arrivarci. Lungo la strada compriamo 1 ananas e circa 25 banane per un CUC, le banane, piccole e tozze, squisite, anche l’ananas sarà ottimo. Arriviamo a Guantanamo e il cielo si fa, come quasi tutti i giorni; scuro. Cominciano a cadere le prime gocce di pioggia. Finalmente le indicazioni per l’autopista! Cerchiamo di arrivare all’autostrada ma veniamo bloccati da un “torrente” di acqua da guadare, la pioggia è confluita tutta nel bel mezzo di un incrocio e non ci azzardiamo ad attraversarlo. Bisogna tornare indietro, facciamo un lungo giro e ritroviamo le indicazioni per l’autostrada.

Finalmente un po’ di strada decente per raggiungere Santiago! Non lo avessimo mai detto! Per prima cosa si scatena un temporale che rende nulla la visibilità, un mare di acqua si riversa a terra, ma noi siamo in autostrada, ci diciamo. ERRORE! Improvvisamente la carreggiata che porta verso Santiago diventa aperta campagna. Ci ritroviamo tra erba e fango e sotto la replica del diluvio universale! Non sappiamo più cosa fare: torniamo indietro o proseguiamo sull’unica carreggiata esistente ma contromano? Nel frattempo non passa anima viva. L’autostrada è deserta. Finalmente un camion transita nella corsia opposta. Decidiamo di tornare indietro e a quel punto incrociamo alcune auto che procedono nella direzione che vorremmo noi. Rifacciamo inversione e ci accodiamo ad una Lada che ci sembra conoscere la strada. L’autostrada infatti risulta interrotta, ma, come al solito, solo una freccia indica che bisogna tagliare trasversalmente la carreggiata opposta e uscire totalmente dal percorso autostradale e percorrere stradine secondarie! Sempre sotto una pioggia battente e su una strada che sembra un fiume, procediamo per un tempo che ci sembrerà infinito, tra un’escursione e l’altra fuoristrada. Quando arriveremo a Santiag osotto l’auto ci sarà di tutto, erba rami e fango!

Finalmente schiarisce un po’ e arriviamo alla nostra meta, qui dovremmo pernottare per tre notti, abbiamo avuto dai quattro ragazzi toscani incontrati ieri a Villa Maguana l’indirizzo di una signora che ha una casa particular ottima. Adesso il problema è trovarla. In città veniamo subito avvicinati da persone che ci offrono di tutto. Proviamo a fare vedere il biglietto del posto dove vogliamo andare e abbiamo la fortuna di trovare un ragazzo che parla abbastanza bene l’italiano, lo carichiamo in auto,qui Maurizio quasi ci rimette un piede. Decidiamo di fare salire il ragazzo davanti vicino all’autista, Maurizio scende e sale dietro con me e Tiziana, mentre ancora ha un piede fuori dall’auto Nicolò riparte e gli schiaccia un piede. Benissimo, per concludere la giornata ci mancava pure questa! Per fortuna tutto si risolverà con un po’ di paura e un arrossamento al tallone sinistro. Finalmente arriviamo a Casa Tatìca dove la Signora Maria, avvisata telefonicamente ci sta aspettando. Ci mostra le stanze dignitose ed accoglienti come un albergo o forse anche meglio, soprattutto pulite, cosa che non sempre è facile trovare a Cuba.

Ci permettiamo un bagno e partiamo alla ricerca del Paladar indicatoci da Amauri, il ragazzo che ci ha accompagnato in auto; a fatica riusciamo ad arrivarci (accompagnati da una ragazzina che farà sparire il bigliettino lasciatoci da Amauri per prendere lei la provvigione sui clienti portati al ristorante), il Paladar ha una bella terrazza dove ceniamo a lume di candela a base di aragosta, pesce, gamberi riso e verdure. La cena è buona e abbondante. Ci incamminiamo poi verso la piazza della Cattedrale che, vista con il buio, ci sembra essere molto bella, speriamo lo sia altrettanto con il sole. Nella piazza troviamo anche l’albergo dove dobbiamo riconsegnare l’auto domattina alle 13,00. Terminiamo così la nostra giornata rincuorati da una Santiago che, sebbene sia uno scavo a cielo aperto, sembra essere meglio di tutte le città visitate sinora.

 Pubblicato da il 28/04/2010 - 157.680 letture - ® Riproduzione vietata

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