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Tour in Siria della carovana di Donnavventura 2010 (9 pagine)

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Donnavventura a Palmira, la città e il tempio di Baal

23.09.2010: Sveglia prestissimo oggi, Palmira va vista con le luci del mattino e con una temperatura sopportabile, ormai durante il giorno si sfiorano i quaranta gradi. La squadra riparte con un nuovo prezioso elemento, Ana, che racconta di come si è trovata catapultata dall’Italia al deserto siriano in meno di ventiquattr’ore, non male come scenario!
La prima tappa della carovana è la necropoli, che si trova ad ovest rispetto alla città.

Chiara, stando a bordo di Charly, ne approfitta per raccontare qualcosa di Palmira. Le sue rovine narrano una storia che si perde nella notte dei tempi, vecchia almeno di 2000 anni prima di Cristo, quando è citata, con il nome di Tadmor, in testi assiri ed ittiti, risalenti a quell’epoca. Palmira per più di un millennio è stata un importante crocevia di scambi culturali e commerciali tra est ed ovest, quando costituiva una sorta di tappa obbligata per chi affrontava il deserto, diretto dal Mediterraneo al Golfo Persico o vice versa.
Qui si potevano trovare le merci più pregiate, provenienti anche dalle lontane Cina ed India, come seta, giada, mirra, spezie, avorio, che venivano acquistati e scambiati, in una mescolanza eterogenea di razze e culture.

La necropoli, molto estesa, è un’ulteriore testimonianza della grandezza della città. Si tratta di una distesa suggestiva puntellata da torri funerarie, alcune quasi intatte ed altre diroccate, che fungevano da tombe, prima dell’avvento dei romani e del cristianesimo, quando si preferirono tombe interrate. L’uomo fatto di polvere alla polvere sarebbe ritornato. Palmira ancora oggi toglie il fiato, ha conservato quasi intatto il suo splendore, resistendo allo scorrere del tempo, al caldo torrido del giorno ed alle fredde sferzate di vento la notte.
Chiara fa notare l’arco monumentale che introduce alla via colonnata, vero e proprio orgoglio della città, lunga più di un chilometro e fiancheggiata da grandi portici, su cui si aprivano le botteghe e gli edifici pubblici.

Chiara aggiunge poi come l’assetto architettonico della città sia cambiato con l’avvento dei romani, che hanno dato il via alla costruzione di una serie di edifici maestosi, la via colonnata in primis, che hanno dato alla città un aspetto molto più in linea con il modello romano, rispetto al precedente assetto confusionario, tipico degli agglomerati urbani orientali.
Anche il teatro affacciava sulla via colonnata con il retro della scena, trattato architettonicamente, come fosse un palazzo.

Come fa notare Chiara, rimangono oggi, in ottimo stato di conservazione, le gradinate, il primo ordine della scena ed il lastricato originale dell’orchestra.
Palmira nacque in virtù dell’esistenza di una verde oasi che si estende tutt’ora poco lontano dall’attuale sito archeologico. E’ l’occasione inoltrasi tra le strette vie e le case color ocra di chi ancora vive da queste parti, prima di rientrare alla base in quelle che sono le ore più calde della giornata.

Rimanere in hotel non significa certo fare un sonnellino, ma è l’occasione giusta per un ripasso delle attrezzature tecniche a disposizione delle ragazze, macchine fotografiche professionali e telecamera. Un vero e proprio arsenale! Corpi macchina ed obbiettivi con caratteristiche differenti in modo da poter catturare ogni situazione, bisogna però continuare a far pratica… ogni tanto qualche orizzonte sghembo o qualche zampa tagliata ci scappa ancora. Si avvicina l’ora del tramonto, il momento migliore per godersi la vista delle rovine di Palmira, poiché la luce calda del sole dona colori rossastri a colonne e capitelli, che sembrano al contempo più maestosi ed eterei.

Il team si reca al tempio di Baal o Bel, il più grandioso e meglio conservato complesso religioso della città, con la sua pianta quadrata di 210 metri di lato. Oggi appare un po’ rimaneggiato dagli interventi arabi nel XII secolo, che lo fortificarono con mura, realizzate anche con parti di colonne appartenenti al tempio originale, un autentico delitto! Chiara spiega che il tempio è stato edificato nel I secolo d.c., per volere dell’imperatore Traiano, il cui intento era quello di mostrare, tramite questo edificio grandioso, quanto opulenta fosse diventata Palmira sotto il dominio romano ed anche quanto Roma fosse tollerante e rispettosa delle religioni professate nei territori occupati. Baal infatti, divinità a cui il tempio è dedicato, appartiene ancora alla tradizione babilonese. Tra l’altro, da questa divinità, deriva il nome Belzebù, assunto dalla religione giudaico-cristiana, per identificare il diavolo.
Questo luogo evocativo si presta anche per parlare della regina Zenobia. Chiara non perde tempo e racconta di questa leggendaria regina, bellissima, ancor più di Cleopatra e non meno caparbia. Una figura avvolta dal mistero ed ammantata di fascino, si dice possa essere stata la mandante dell’assassinio del marito, il governatore di Palmira Settimio Odenato, per sostituirlo sul trono. L’ambiziosa regina voleva fare di Palmira un impero indipendente da Roma, nel 270 andò alla conquista di Palestina, Bitinia, Arbia ed Egitto, alla testa del suo esercito. Fu fermata dall’imperatore Aureliano, che la sconfisse e la portò a Roma come prigioniera, costringendola ad entrare in città legata con catene d’oro. Qui rimase per il resto della sua vita, compagna o sposa di un senatore dell’impero.

Il punto migliore però per godersi lo spettacolo di Palmira con il sole calante è dall’alto, dal castello arabo che domina il territorio da un’altura. La giornata ormai volge al termine, quest’immersione in una delle realtà più affascinanti della Siria ha fatto sognare alle donneavventura un mondo lontano, fatto di carovane e mercanti, profumi e colori orientali che vengono rievocati dalle note di una rababa suonata da un musico locale.

 Pubblicato da il 02/04/2010 - 22.546 letture - ® Riproduzione vietata

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