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Week end lungo ad Anversa (Antwerpen) la cittā gioiello delle Fiandre (5 pagine)

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29 Novembre: visita alla cittā e alla sua Cattedrale

Il secondo giorno, alleggerite dai bagagli e rigenerate dalla dormita, prendiamo in prestito le biciclette delle coinquiline di Sara: si riveleranno un mezzo ideale per esplorare il centro di Anversa, spostarsi velocemente e non perdere neppure un angolo di questa magica città. Troverete delle bici a noleggio sotto la stazione ferroviaria, in un garage sotterraneo, ma fate attenzione: certe strade sono abbastanza trafficate e la carreggiata è solcata dai binari del tram, quindi incastrare le ruote e cadere è piuttosto comune!

Noi sfrecciamo felici sino alla Grote Markt, una piazza a pianta triangolare che costituisce il cuore di Anversa. Qui si affacciano il palazzo del municipio e le antiche sedi di varie gilde, le corporazioni medievali delle arti e dei mestieri, ma a fare da protagonista c’è la statua centrale: una fontana dedicata a Brabo, con la scultura del leggendario condottiero. Secondo la tradizione, il gigante Druon Antigon se ne stava sulle rive del fiume Schelda, il corso d’acqua che attraversa la città, per chiedere un pedaggio ai barcaioli in transito, pronto a tagliare la mano a chiunque si rifiutasse di pagare: fu proprio il legionario romano Silvius Brabo a punire il gigante con lo stesso trattamento, tagliandogli la mano e lanciandola nello Schelda. La leggenda è strettamente legata alle origini e al nome della città: Hand werpen significa “lanciare la mano”, e avrebbe ispirato il toponimo Antwerpen, in italiano Anversa.

Sulla scia di questa storia, in seguito, sono nati gli Antwerpse Handjes, i tipici cioccolatini a forma di mano che si possono gustare nelle cioccolaterie cittadine… già, perché non bisogna dimenticare che l’arte cioccolatiera è tra le specialità belga più rinomate, e proprio qui sono nate le prime praline. Anversa è disseminata di pasticcerie deliziose, ma per noi la più caratteristica è “Elisa Praline”, nella vicina Suikerrui. La Suikerrui è una strada suggestiva e vivace, che unisce la cattedrale al fiume Schelda e offre un panorama mozzafiato sul corso d’acqua e il paesaggio fuori dal centro.

Ed è proprio la cattedrale la tappa fondamentale del nostro percorso. L’immensa costruzione si erge sulla Groenplaats, che significa “Piazza Verde”, e svetta sugli edifici vicini con il suo imponente campanile di 123 metri, classificato dall’UNESCO tra i beni Patrimonio dell’Umanità. La Cattedrale di Nostra Signora, in fiammingo Onze-Lieve-Vrouwekathedraal, fu iniziata nel 1351 e finita quasi due secoli dopo, nel 1521, anche se a dire il vero non fu mai portata a termine completamente. Persino io, che non me ne intendo di arte e architettura, capisco che si tratta di un edificio gotico: me lo suggeriscono le forme allungate, maestose e leggere allo stesso tempo, e le guglie che si protendono verso il cielo come per spiccare il volo. Sara ci conferma che si tratta della chiesa più grande del Belgio, e l’interno è altrettanto affascinante: le vetrate variopinte contrastano con il bianco dominante, e le linee pulite comunicano solennità.
Per visitare la cattedrale si paga un biglietto d’ingresso di 5 euro. Se volete evitare di pagare, e non vi dispiace assistere alla Messa, fate come noi: consultate gli orari delle funzioni e presentatevi qualche minuto prima. In questo modo potrete entrare senza pagare, avrete un po’ di tempo per ammirare l’interno della chiesa e potrete ascoltare una messa cattolica in fiammingo. Noi non abbiamo capito una parola, ma è stato un momento di pace suggestivo.

Il pagamento del biglietto, comunque, è giustificato: all’interno ci sono delle opere d’arte favolose, di pittori del periodo barocco come Otto van Veen, Jacob de Backer e Marten de Vos, ma specialmente del fiammingo Pieter Paul Rubens. Il trittico “Cristo in croce” è del 1610, mentre quello della Deposizione dalla Croce, di dimensioni imponenti, fu terminato 4 anni più tardi. E’ dedicata a Rubens anche la statua all’esterno, al centro della piazza, realizzata nel 1843, e il Museum Rubenshuis, ovvero la Casa di Rubens, si trova in Wapper 9-11.

Nel frattempo è quasi venuta l’ora del tramonto. “Così presto?” vi chiederete… Ebbene sì, perché dovete considerare che ci siamo alzate tardissimo, quasi a ora di pranzo: lo scopo del nostro viaggio non è solo visitare una nuova città, ma anche trascorrere un po’ di tempo con un’amica, in relax, quindi i nostri ritmi sono un po’ anomali. Così, mentre il sole inizia a calare, passeggiamo dalla chiesa lungo la Suikerrui, fino alle rive dello Schelda. Il lungofiume è rialzato rispetto al livello stradale, per cui la visuale è fantastica: da un lato la strada brulicante di gente con la cattedrale sullo sfondo, sul lato opposto il fiume e il cielo incendiato di rosa, rosso e arancione. Sulle rive si staglia lo Steen, un castello duecentesco ricostruito nel Seicento per volere di Carlo V: è l’edificio più antico della città e attualmente ospita il Museo Nazionale Marittimo. Il mare, infatti, è a soli 90 km dalla città, e i gabbiani che cantano sulle nostre teste ci ricordano della sua vicinanza.

Per concludere il tour in bellezza decidiamo di mangiare fuori, e passeggiando un po’ casualmente ritroviamo la Grote Markt, dove la nostra esplorazione era cominciata. Entriamo in un ristorantino invitante, che si chiama Ultimatum, e veniamo accolte con gentilezza da un cameriere che ci parla in inglese. Guardando i menù e chiacchierando con Sara impariamo qualcosa sulla cucina locale: le cozze, le zuppe a base di verdure e le crocchette di formaggio sono le specialità locali, mentre è meglio evitare la pasta e la pizza… noi italiani noteremmo troppo la differenza rispetto alla versione originale! I prezzi sono molto simili a quelli che troveremmo a Bologna, tranne per quanto riguarda le bevande: l’acqua minerale è piuttosto costosa, una bottiglia da mezzo litro può arrivare a 3 euro, mentre la birra è economica e, per di più, molto buona. La birra locale è ambrata e si chiama “bolleke”, che in fiammingo significa “palloncino” e si riferisce alla forma del bicchiere utilizzato: noi l’assaggiamo subito, la marca di Anversa è la De Koninck e costa circa 2 euro.

 Pubblicato da il 28/03/2010 - 19.733 letture - ® Riproduzione vietata

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