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Tour in Sicilia da Trapani a Palermo, da Agrigento a Noto, fino a Siracusa e Catania (7 pagine)

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Portopalo di Capo Passero ovvero mare, sole e relax

Trascorsi due giorni a ritmi piuttosto intensi e dal chilometraggio elevato, per il terzo decidiamo di raggiungere l’estremità sud-orientale dell’isola, ovvero Portopalo di Capo Passero, dove ci saremmo fermati per qualche giorno. Consumata un’abbondante colazione preparata dalla gentilissima padrona di casa, rimontiamo in auto diretti a Portopalo, prima della quale lambiamo Ragusa e attraversiamo Modica, della quale mi resta tutt’ora il rimpianto di non averla visitata. Dopo un paio d’ore di saliscendi per brulle colline e dopo aver attraversato sterminate coltivazioni di pomodori, intorno alle 12.30 raggiungiamo Portopalo, una minuscola cittadina famosa per la fortezza spagnola costruita sull’isola di Capo Passero, distante poche decine di metri dalla costa, e per i molti chilometri di spiagge sabbiose che ne caratterizzano i dintorni. Per prima cosa ci mettiamo alla ricerca di un posto dove pernottare e, consigliati dalla commessa di un bar, finiamo al Bed & Breakfast La Saracena, situato ai margini dell’area pedonale, poco distante dall’isola di Capo Passero. La camera è piuttosto grande e la proprietaria, pur non brillando per simpatia e loquacità, si rende disponibile a scontarci il prezzo fino a 130 euro per 3 notti.

Soddisfatti della scelta, scarichiamo i bagagli dalla macchina e ci catapultiamo sulla piccola spiaggetta sottostante il Bed & Breakfast, da cui con una breve nuotata è possibile raggiungere l’isola di Capo Passero e la sua roccaforte spagnola. Arrivati all’arenile ci accorgiamo però che il mare è troppo mosso per effettuare l’attraversata, così decidiamo di spostarci verso un’altra microscopica isola poco distante da Portopalo, un’isola che mostra il meglio di sé proprio quando il vento soffia forte e le onde sono particolarmente alte: l’isola delle Correnti. Distante non più di 15 minuti di automobile attraverso infinite distese di serre, l’isola delle Correnti è praticamente collegata alla terraferma da un braccio artificiale, in realtà distrutto in più punti dalle onde, e rappresenta il simbolico confine tra Mar Ionio e Mar Mediterraneo. Non appena mettiamo piede sulla spiaggia che la guarda dalla terraferma ci rendiamo del perché le abbiano attribuito questo nome: il vento soffia fortissimo e di conseguenza le onde sono molto alte, tanto che gli unici bagnanti sono un gruppo di spericolati surfisti. Da sempre affascinato dal mare in burrasca, convinco Sofia a buttarsi con me; il bagno è massacrante, ma allo stesso tempo molto divertente, con le onde che ci sballottano a destra e a sinistra senza un attimo di riposo. Usciti dall’acqua restiamo in spiaggia il tempo necessario per asciugarci, prima che la sferzante sabbia sollevata dal vento ci induca a rintanarci in auto e a tornare in camera. Riacquistate le forze con una doccia tonificante, usciamo e in due minuti a piedi raggiungiamo il piccolo centro pedonale di Portopalo alla ricerca di un ristorante per cena. Dopo una mezz’ora di ricerche, optiamo per un rustico ristorante abbarbicato sul litorale ai margini di un piazzale sul quale si affacciano anche due pizzerie ed un albergo. La scelta è ripagata da un ottimo risotto ai frutti di mare e da uno squisito secondo a base di gamberoni grigliati, il tutto innaffiato da una bottiglia di Inzolia.

Il giorno dopo, sabato 11 settembre, decidiamo di spostarci alla vicina Oasi di Vendicari, situata qualche chilometro a nord di Portopalo tra Marzameni e Noto. La giornata è splendida: il sole è alto nel cielo e l’abbondante colazione a base di caffè e brioche portataci direttamente in camera ci da la carica giusta per partire. L’ingresso principale alla riserva avviene attraverso una lunga strada sterrata che sbocca in un parcheggio dove paghiamo 3 euro per lasciare la macchina per 5 ore. Da qui si prosegue a piedi tra distese di canne ed altre piante palustri fino all’arenile, dove ad accoglierci c’è uno stretto lembo di sabbia letteralmente invaso dalle alghe. Tenendo presente che l’Oasi si estende per una lunghezza complessiva di 8 chilometri, e che è dunque impossibile visitarla interamente, decidiamo di incamminarci verso nord, verso la torre sveva e la tonnara, segnalate da piccoli cartelli in legno che rendono molto facile orientarsi nella riserva. Costruiti rispettivamente nel XV e XVIII secolo, i due edifici rappresentano interessanti testimonianze architettoniche all’interno dell’Oasi dove sono comunque mare e natura a farla da padroni. Ancora più a nord incontriamo una bella caletta dove decidiamo di fermarci per pranzare coi nostri panini acquistati al mattino e per fare un bagno. Il consiglio è ovviamente quello di portare con sé una maschera, con la quale si avrà modo di godere delle bellezze di un fondale incontaminato e abitato da numerose specie animali e vegetali, tutti da esplorare con una bella battuta di snorkeling. Dopo un po’ di riposo al sole, torniamo sui nostri passi fino alla macchina e facciamo rientro a Portopalo, dove ad attenderci c’è un aperitivo a base di vino bianco, prima che l’ennesima ottima pizza preceda il rientro in camera per la notte.

Consultando la guida veniamo a conoscenza di quella che dovrebbe essere una delle spiagge più suggestive di tutta la Sicilia sud-orientale: Calamosche. Questo piccolo tratto di costa è sempre compreso all’interno della riserva di Vendicari, ma si trova più a nord rispetto alla tonnara ed è accessibile mediante un altro ingresso, posto circa un chilometro più avanti rispetto all’altro sulla medesima strada. Percorsa anche qui una lunga strada sterrata, raggiungiamo un parcheggio servito da un bar-ristorante dove paghiamo 2,5 euro per parcheggiare l’auto per tutta la giornata. Dal parcheggio si impiega all’incirca un’altra mezz’ora a piedi lungo un bel sentiero prima di raggiungere Calamosche, una meravigliosa baia sabbiosa circondata da alti crinali rocciosi in cui l’azzurro dell’acqua si fonde col colore del cielo. A dispetto del giorno, domenica, e del clima, caldo e soleggiato, i bagnanti sono pochi, così da rendere ancora più gradevole la giornata che si trascina placidamente tra bagni e letture distesi al sole. Verso le 17.00, ormai cotti dal sole, ci rincamminiamo per il sentiero diretti alla macchina, anche se prima di far rientro a Portopalo ci gustiamo una rinfrescante granita al bar del parcheggio, che scopriamo essere anche albergo. La sera, alla luce del fatto che il giorno dopo saremmo ripartiti alla volta di Noto, ceniamo a base di pesce nel ristorante a fianco del nostro Bed & Breakfast, rimanendo a dire il vero un po’ delusi.
 

 Pubblicato da il 22/04/2010 - 39.845 letture - ® Riproduzione vietata

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