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Tour di Valencia e dintorni: dalla Città delle Arti e della Scienza fino alla spiaggia di Denia (8 pagine)

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Tour della città di Valencia dai Jardin del Turia alla spiaggia di Las Arenas

Orientarsi a Valencia è piuttosto semplice. La ragione principale di ciò affonda le proprie radici alla fine degli anni ’50, quando la catastrofica esondazione del fiume Turia convinse l’amministrazione locale a prendere provvedimenti drastici, concretizzatisi nella deviazione del fiume su un corso alternativo e nella conversione del vecchio letto asciutto in un lunghissimo parco lineare: il Jardin del Turia. Trovandoci a nord del centro storico, “cucito” al resto della città proprio dal corso del Turia, la nostra visita a Valencia comincia con una passeggiata lungo l’antico tracciato del fiume. Immersi in scenari bucolici contraddistinti dalla presenza di palme e decine di essenze vegetali, camminiamo per qualche centinaio di metri incontrando un luna park, un paio di bar, campi da calcio, da rugby e soprattutto centinaia di valenciani dai cui volti traspare l’amore per il loro polmone verde.

In corrispondenza di uno dei tanti ponti carrabili che solcano il Turia risaliamo e accediamo al centro vero e proprio da un lungo viale commerciale che conduce fino a Plaza de Ayutamento, a nord della quale si trovano il Mercado Central e la Lonja de la Seda. Il primo, un enorme mercato alimentare accolto all’interno di una struttura metallica, è aperto ogni giorno fino alle 14.00 e rappresenta un’ottima occasione per conoscere alcuni prodotti gastronomici tipici, tra cui decine di qualità di rinomato jamon serrano (prosciutto) e ogni variante possibile e immaginabile di queso (formaggio). Dopo aver scattato qualche fotografia immersi tra banchi stracolmi di frutta, verdura, carne e pesce, usciamo dall’ingresso principale e ci troviamo dinanzi all’imponente sagoma della Lonja de la Seda, l’antico “Mercato della Seta”. L’edificio ha dimensioni maestose e palesa uno stile tardogotico finemente decorato da particolari scultorei di grande pregio. L’accesso al complesso è gratuito, ma anche se ci fosse da pagare la Lonja sarebbe una di quelle attrattive che non si possono proprio perdere.

Usciti dall’edificio, ben imbeccati dalla guida, ci sediamo a pranzo al ristorante El Kiosko, dove per circa 10 euro a testa gustiamo la prima paella valenciana della vacanza, preceduta da un piatto di patatas bravas, patate fritte accompagnate da una salsa tipo maionese. Dopo mangiato ci trasciniamo fino alla vicina Plaza de la Reina dove entriamo nella cattedrale. Pagando i 4,5 euro del biglietto di ingresso si avrà a disposizione un’audioguida in italiano utile per conoscere qualcosa in più della struttura originaria, anch’essa tardogotica, e delle cappelle neoclassiche che la perimetrano; compreso nel prezzo c’è poi l’accesso al piccolo museo attiguo, all’interno del quale troneggia quello che viene definito il Santo Graal, ma oltre a un paio di dipinti di Goya collocati in una delle cappelle la visita non ci entusiasma. Di fronte ai primi segni di insofferenza di Sofia, passiamo rapidamente sotto le Torres de Serranos, una delle due vecchie porte di accesso alla città sopravvissute ai secoli, per poi dirigerci al Jardin Botanico, situato all’interno dell’università all’estremità occidentale del centro. Nonostante non sia un appassionato, devo riconoscere che alcune delle centinaia di specie vegetali dell’enorme giardino, tra cui cactus, piante acquatiche e fiori colorati, sono davvero strabilianti, ma l’orologio segna ormai le 20.00 e la fame incombe.

Dopo essere tornati in camera a piedi per lavarci e cambiarci, prendiamo la metro fino a Neptù, la fermata del porto, dove arriviamo verso le 22.00, orario onestissimo per cenare da queste parti. Al di là dei moderni padiglioni dell’America’s Cup e dei vecchi edifici del quartiere Cabanyal, ci sono decine di ristorantini affacciati sulla spiaggia di Las Arenas, ideali per mangiare un’ottima paella di moriscos, magari accompagnata da una rinfrescante caraffa di sangria e preceduta da un piatto di fritto misto di pesce. La cena è deliziosa e l’unica nota stonata suona al momento di tornare all’albergo, che raggiungiamo dopo 45 minuti di camminata a causa della chiusura della metropolitana.

 Pubblicato da il 23/03/2011 - 63.779 letture - ® Riproduzione vietata

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