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Phetchaburi, Thailandia: i templi e la grotta di Tham Khao Luang

Phetchaburi, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Phetchaburi dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Inspiegabilmente trascurata dalla maggior parte dei visitatori che si recano in Thailandia, la regione di Phetchaburi (o Phetburi, come è più comunemente chiamata) è un libro aperto sulla millenaria storia del paese. Trovandosi ad appena un’ora e mezza di auto dal centro di Bangkok, situata neanche 130 a nord-est, la sua omonima capitale è sovente meta di rapide e approssimative visite in giornata da parte di nutrite comitive di turisti, molti dei quali non hanno neanche occasione di ammirare i templi ed i palazzi storici che la contraddistinguono se non filtrati dal vetro di un finestrino. Alle splendide testimonianze del passato si mescolano inoltre l’atmosfera piacevole tipica di un borgo di provincia, una succulenta tradizione gastronomica ed un ricco di calendario di eventi che culmina ad aprile con la Phra Nakhon Khiri Fair.

La regione di Phetchaburi si trova lungo la costa nord-occidentale del Golfo di Thailandia, a sud ovest della capitale, e stretta ad occidente dalle propagini meridionali del Myanmar, l'antica Birmania. La zona costiera è pianeggiante, mentre spostandosi ad ovest i rilievi diventano più importanti, e si presentano rivestiti di abbondante vegetazione tropicale.

La fondazione di Phetchaburi risale al periodo di dominazione dell’impero khmer per conto del quale, nel corso dell’XI secolo, venne posata la prima pietra della cittadina. Tuttavia l’egemonia khmer sulla regione fu presto ridimensionata, soppiantata dai regni di Sukhothai e Ayutaya, durante i quali l’insediamento assunse il ruolo strategico di roccaforte commerciale. Proprio durante il regno di Ayutaya, a partire dall’inizio del XVII secolo, grazie alla stabilità politica e sociale unita al benessere garantito dai floridi traffici mercantili tra le città di Burma e Ayuthaya, il centro prosperò, dotandosi dei templi e dei magnifici palazzi conservatisi impeccabilmente fino ai giorni nostri.

Le dimensioni ridotte del centro non traggano in inganno: le cose da vedere sono moltissime. Tra queste figurano decine di wat (templi), sparsi un po’ dappertutto entro e fuori i confini della città storica. Tra questi spicca il Wat Kamphaeng Laeng, pregevole testimonianza del periodo khmer costruita presumibilmente nel XII secolo. Il complesso consta di un santuario affiancato da due costruzioni minori a loro volta abbracciate da un tracciato murario di arenaria che, tuttavia, lascia trasparire i quasi mille anni di vita; sulla base delle testimonianze rinvenute, è fondato il pensiero secondo il quale, prima della conversione della popolazione al buddhismo, questo tempio fosse un luogo di culto hinduista. Ancor più affascinante è il Wat Mahathat Worawihan, situato nel cuore del centro e per questo sempre affollato sia all’interno, dove si radunano i fedeli in preghiera, che all’esterno, essendo circondato da una vasta area commerciale. Il primo elemento a balzare agli occhi è il prang, ovvero lo “stupa” khmer a cinque livelli finemente decorato da pregevoli stucchi in rilievo; all’interno, invece, il wi-hahn (santuario) presenta una dovizia di pitture murali di età contemporanea. Usciti dal Wat Mahathat Worawihan si può proseguire la visita al centro imboccando Th Suwanmunee, che conduce verso un bel quartiere contraddistinto dalla presenza di caratteristici edifici in legno di teak.

A dominare Phetchaburi dall’alto è la Khao Wang, la “Collina del Palazzo”, sede del parco nazionale storico di Phra Nakhon Khiri. Su di essa si ergono in tutta la loro magnificenza il palazzo ed i templi commissionati verso la metà dell’Ottocento da Rama IV, il re Mongkut che qui amava rilassarsi nei rari momenti di riposo sottratti alla frenetica vita di corte a Bangkok. Tra gli edifici più rappresentativi figura il Phra That Chom Phet, la cui guglia protesa verso il cielo è visibile praticamente da ogni angolo di Phetchaburi. Non a caso, infatti, il complesso si trova in posizione elevata, al riparo dalle maggiori sorgenti luminose, così che il sovrano potesse dedicarsi tranquillamente al suo hobby prediletto: l’astronomia. Al successore di Rama IV, Rama V, si deve invece la realizzazione del Phra Ram Ratchaniwet, l’incredibile palazzo in stile art déco costruito un chilometro ad ovest del centro.

Spostandosi a nord della cittadina di una manciata di chilometri si raggiunge l’importante sito di Tham Khao Luang, anch’esso nelle grazie di Rama IV. Il sovrano, infatti, era letteralmente innamorato della grotta accessibile mediante una irta serie di scalinate, al termine del quale si trova uno dei santuari ipogei più suggestivi dell’intera Thailandia. All’interno del disadorno anfratto troneggia una rappresentazione del Buddha, posizionata in maniera tale da essere sovente illuminata da un riflesso di luce solare che pare conferirgli un’aura celestiale; dalla parte opposta della sala ci sono invece una fila di Buddha più piccoli che paiono giocare con le proprie ombre proiettate sulle pareti. Due chilometri ad ovest di Phetchaburi si trova un altro complesso di caverne, anch’esso caratterizzato dall’ospitare un monastero: il Tham Khao Bandai-It. Il luogo è quasi sempre gremito di guide improvvisate, la maggior parte delle quali a conoscenza della lingua inglese, disposte a guidarvi all’interno in cambio di una mancia. A prescindere dalla veridicità delle informazioni fornite, le guide rappresentano un utile aiuto nella preventiva individuazione degli ospiti più diffusi delle grotte, popolate da nutriti stormi di pipistrelli.

Al termine del lungo itinerario di visita non c’è niente di meglio che concedersi un po’ di relax presso la spiaggia sabbiosa di Hat Puak Tian, distante appena una ventina di chilometri da Phetchaburi ma non servita da alcun mezzo pubblico. A differenza di tante altre zone della Thailandia, questo tratto di litorale presenta una sabbia di color scuro e rappresenta il luogo ideale per sdraiarsi al sole o giocare in acqua tra le onde. Dalla battigia, guardando verso il mare aperto, è facile distinguere la sagoma di una statua di donna solo parzialmente sommersa dal mare raffigurante una donna segnata da un’espressione disperata sul volto. Per comprenderne la ragione è sufficiente leggere il “Phra Aphaimani”, il poema epico thailandese scritto da Sunthorn Phu, all’interno del quale è descritta la vicenda della ragazza tentatrice, sedotta e abbandonata dall’eroe protagonista in favore di una sirena.

La cultura e le tradizioni secolari che si respirano a Phetchaburi traspaiono anche a livello gastronomico. Durante l’estate è molto apprezzato da parte della popolazione il Khao Chae, un piatto a base di carne accompagnata da riso e ghiaccio zuccherato, mentre un’altra pietanze popolare ma a base di pesce è il Khanomchin Thotman, nel quale le polpette di pesce sono impiattate insieme agli spaghetti di riso. Particolarmente rinomati sono i dolci, che si avvalgono dell’utilizzo dello zucchero di palma. Tra questi ricordiamo l’A-lua, a base di zucchero e farina, lo Yot Thong Thong, che prevede l’utilizzo di alcuni tuorli d’uovo ed cucinato al forno, ed il Mo-Kaeng, un dolce estremamente semplice realizzato mescolando zucchero, farina e uovo. Altrettanto gustosa è la frutta ed in particolare le tipiche mele rosa Chomphu Phet, ma non mancano anche frutti tropicali come gli ananas Don Khun Huai o le banane Amphoe Tha Yang.

L’evento più importante dell’anno è la Phra Nakhon Khiri Fair, la fiera organizzata annualmente all’inizio di aprile sulla collina di Khao Wang. La manifestazione si protrae per nove giorni, durante i quali è celebrato il patrimonio culturale ed economico di Phtchaburi mediante sfarzose sfilate che evocano gli antichi monarchi dei periodi Dvaravati e Srivijava, interessanti mostre ed esposizioni di oggetti archeologici, dimostrazioni culinarie dove apprendere i segreti per cucinare i piatti più sfiziosi della tradizione locale. Sempre in aprile, il giorno 18, il piccolo villaggio dei Thai Song Dam, nel distretto di Khao Yoi, celebra la propria festa inscenando pittoresche cerimonie che danno lustro agli sfarzosi costumi tradizionali.

La stagione delle piogge ha inizio verso la fine di maggio e si protrae fino ad ottobre inoltrato, toccando il picco di precipitazioni in settembre, quando cadono in media quasi 350 mm di pioggia in un solo mese. A partire dalla seconda metà di ottobre le piogge si fanno progressivamente sporadiche e la temperatura, almeno di notte, scende a livelli accettabili, anche per via del tasso di umidità leggermente inferiore alla media annuale. Da novembre fino a febbraio le condizioni rimangono sostanzialmente immutate, rendendo questo il periodo migliore per visitare Phetchaburi. All’inizio di marzo le temperature subiscono un’impennata, con massime stabilmente sopra i 35 gradi e minime raramente sotto i 25, senza contare l’afa che acuisce ulteriormente la percezione corporea del calore.

Per raggiungere Phetchaburi si ha solo l’imbarazzo della scelta essendo collegata a Bangkok sia dagli autobus che dai treni, anche se per impiegare meno tempo ed essere più autonomi è comunque preferibile dotarsi di un’auto a noleggio. I bus partono e arrivano dal/al terminale meridionale della capitale, impiegano un paio d’ore e costano all’incirca 120 baht; i treni fanno scalo alla stazione di Hua Lumphong e in media necessitano di circa tre ore per giungere a destinazione, a fronte di una spesa variabile in base al treno e alla classe del biglietto. Una volta a Phetchaburi, oltre che a piedi, ci si può spostare in samlors e mototaxi, tenendo presente che con circa 30 baht ci si sposta in tutta la città.
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 Pubblicato da - 15 Maggio 2014 - © Riproduzione vietata

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