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Apamea, l'antico sito della Siria e i suoi dintorni: Shaizar e Huarte

Apamea, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Apamea dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il sito antico di Apamea, che dominava la pianura del Ghab, è, insieme a Palmira, uno dei più belli della Siria. Due luoghi assolutamente da non perdere durante la vostra visita: le 400 colonne rialzate del Grande Colonnato, spina dorsale della città, e il museo di Apamea, ospitato in un antico khan (caravanserraglio) ottomano. La città fu fondata verso il 300 a.C., da Seleuco Nicatore, primo re seleucida in Siria che diede alla città il nome della moglie Apamea. Apamea divenne una città fiorente al punto da raggiungere quasi mezzo milione di abitanti all'inizio dell'era cristiana. Grandi figure della Storia vi soggiornarono: Cleopatra, Settimio Severo, l’imperatore Caracolla, e all’epoca cristiana fu il centro della dottrina monofisita (dottrina cristologica). Il sito, "presso d'assalto" dagli archeologi, ha consegnato il suo passato senza difficoltà, non essendo mai stato occupato dopo l'epoca antica. La maggior parte dei monumenti portati alla luce risalgono al periodo romano e bizantino.

Come arrivare
Situato sulla riva destra dell’Oronte, a 55 chilometri a nord-ovest da Hama, il sito di Apamea è accessibile in automobile, da tre vie: da Jisr ech Chorhour, procedendo lungo la depressione del Ghab, da est da Khan Cheikoun o da sud da Sukelbieh. Da Hama o da Aleppo si giunge per forza ad Apamea; il sito non offre possibilità di alloggio. Percorrere la strada che porta ad Apamea è già di per sé un piacere. Da Jisr ech Chorhour, è tutta un'esplosione di colori: il rosso della terra, il verde della vegetazione, il bianco dei fiori di cotone pigmentati da puntini rossi (il kefiyah dei lavoratori agricoli). Da Aleppo, l’effetto è altrettanto sorprendente: la catena dei monti Ansariye spicca sul paesaggio in una massa blu scura e un’immensa linea ocra spunta dal primo piano, ritmando lo spazio delle sue colonne. Oltre, arroccato su una collina dai fianchi scoscesi, si erge il villaggio di Qalaat Moundiq. Se avete un autista, chiedetegli di aspettarvi all’ingresso nord del sito: in questo modo eviterete il ritorno dallo stesso sentiero e un lungo cammino (4 ore andata e ritorno) che può essere molto faticoso in caso di giornate molto calde. In autobus, l'ideale è partire da Hama e arrivare a Sukelbieh. Da qui, una coincidenza per Qalaat Moundiq vi porta ai piedi della cittadella. Calcolate 1 ora e mezza di tragitto in totale, tranne i venerdì in cui ci sono meno coincidenze. Da Sukelbieh, potete scendere all'altezza del ristorante Samer, di fronte al museo, e vedere le rovine dopo, oppure scendere più avanti, all'incrocio « Afamia », e salire verso le rovine per finire con la visita al museo.

Per la visita, calcolate almeno due ore. Il sito è aperto dall'alba al tramonto (fino alle 16 in inverno e fino alle 18 in estate). L’ingresso è a pagamento (150 SYP). Un bar propone bevande fresche sul posto. C'è un ristorante di fronte al caravanserraglio in fondo al sito e a Sukelbieh a sette chilometri a sud di Apamea.

Punti di interesse

Il Colonnato
La città è caratterizzata dai lunghi bastioni e dalla via principale costeggiata da colonne ritorte, edificate nel II secolo d.C.
È dal cuore della città antica che ha inizio la visita. La via principale misurava quasi due chilometri ed era larga 37,5 m. I mosaici scoperti ad Apamea testimoniano l'importanza e la bellezza dei suoi monumenti. Le colonne sono rimaste in piedi fino al XII secolo quando due violenti sismi le distrussero.
Verso sud, a 50 metri, si arriva ad una rotonda che, di fatto, è una chiesa del VI secolo e conteneva i resti di San Cosmo e San Damiano.
A nord, si trova il cuore della ricca Apamea, dove i negozi rivaleggiavano per grandezza con gli edifici pubblici. Più lontano si scorge l'immagine di Apamea più spesso ritratta nelle cartoline: le scanalature ritorte dell'imponente colonnato. Di fronte, il tycheion, tempio dedicato alla divinità protettrice di Apamea. Dietro, si apre l’agorà e la sua facciata con colonne notevoli. Più ad ovest, si ergeva l'antico tempio di Zeus Belos, distrutto per ordine del vescovo Marcello.
Più lontano, sulla destra, due pietre sovrapposte illustrano il mito di Licurgo tenuto prigioniero in una vigna su ordine di Dionisio. Si arriva poi ad un nuovo colonnato votivo (alto 14 metri) in direzione nord della città, parte ricostruita a partire dal 117. Le terme, che testimoniano l'era di Traiano, sono dotate di un tepidarium che precede un calidarium la cui abside a semicatino possiede ancora le finestre. Dalla porta nord, segnata da un arco ormai crollato, si può ammirare il muro di cinta della città che correva per quasi 6 km. La parte nord è ben preservata, in particolare i suoi bastioni costruiti da Giustiniano.

Il Quartiere est
Risalendo il colonnato e proseguendo la strada ad est, si giunge ad un quartiere residenziale dove una delle ricche dimore è stata magnificamente restaurata. La casa con le mensole è costruita intorno ad un peristilio con colonne oggi rialzate. La sua disposizione con una fontana e una sorta di iwan preannuncia uno schema che diverrà classico nelle dimore siriane. Anche la facciata è notevole.
È nei dintorni di questa zona che sono stati trovati rari mosaici, attualmente esposti al museo di Apamea e ai Musei Reali del Belgio: nei resti di questo edificio con triclinos e in quelli della cattedrale, ad est.

Il Teatro romano
Il Teatro romano di Apamea è uno dei più grandi teatri antichi conosciuti; il palcoscenico misurava più di 145 m! Risalirebbe alla seconda metà del II secolo. Il teatro servì a lungo come cava per le costruzioni più moderne. Nei suoi muri sono stati scoperti anche delle calcare (fornaci per la cottura del calcare).

La Cittadella
Di fronte al teatro, la cittadella presenta numerosi materiali di riutilizzo antico (in particolare fusti di colonne). Dall'alto della cittadella, la magnifica vista sul sito ad est e sulla depressione del Ghab dominata dal Gebel Ansariye ad ovest denota l'importanza strategica di questo luogo. Le stradine lastricate del villaggio sono pittoresche. All’ingresso, è visibile una rampata erosa dalle piogge che porta prima ad una moschea ottomana dal minareto ottagonale, poi al khan.

Il khan (museo di Apamea)
Aperto dalle 8 alle 14 tutti i giorni. Ingresso: 50 SYP.

Dal grande cortile quasi quadrato del khan si entra nelle lunghe gallerie che ospitano una collezione di mosaici, steli e sarcofagi di Apamea e della sua regione. Costruito dagli Ottomani, questo caravanserraglio serviva da alloggio per i pellegrini in viaggio verso la Mecca. Tra le tappe dei carovanieri ancora oggi esistenti in Siria, questa è certamente la più imponente. I camini delle gallerie ci ricordano il rigore dell'inverno. Il cortile ospita anche una vasta collezione epigrafica. Nella prima galleria scoprirete due superbi mosaici, tra la bella collezione posseduta dal museo: Socrate e i saggi e il Giudizio delle Nereidi.

Ad ovest delle vestigia di Apamea si trova la cittadella di Al–Mudhiq che segnava la linea di difesa lungo tutto l'Oronte e in cui si svolsero violente battaglie durante le guerre contro i Crociati finché Nure-al-Din la conquistò definitivamente nel 1149.
Questa cittadella possiede altissime torri a strapiombo sulla pianura del Ghab. Ad Apamea esiste anche un khan costruito in epoca ottomana (XVI secolo), che fu a lungo un asilo per i carovanieri. Questo khan oggi è in buono stato di conservazione, con alte sale a volta disposte intorno ad un vasto cortile. Vi è stato ricavato un museo contenente le antichità di Apamea e i suoi mosaici.

I dintorni di Apamea: Shaizar e Huarte
A 21 km a sud-est di Apamea, il castello di Shaizar occupa un sito splendido, a strapiombo sulla strada che collega Hama ad Apamea. È costruito su uno sperone roccioso che domina una profonda gola in fondo alla quale scorre l’Oronte. Anche se ha delle somiglianze con i castelli dei Franchi, Shaizar è un'opera interamente mussulmana. La sua torre principale è quadrata e domina tutte le fortificazioni difensive. Le iscrizioni arabe presenti sopra il suo ingresso risalgono all'epoca dei Mammalucchi, che restaurarono il castello dopo le distruzioni del terremoto del 1157. Il nome di questa cittadella è collegato a quello del suo comandante, il cavaliere e poeta arabo Osama Ibn Munqidh, uno dei più eminenti eroi che abbiano resistito ai Crociati.

Huarte si trova a nord del villaggio moderno di Apamea. È un bellissimo sito naturale: un piccolo villaggio di Beduini divenuti sedentari su una groppa rocciosa che domina una corona di colline. Qui, una missione francese ha portato alla luce un complesso ecclesiale del V secolo. Alcuni mosaici del museo di Apamea provengono da Huarte. Le rovine molto degradate di due chiese e del loro battistero interesseranno soprattutto gli appassionati di archeologia.

Ministero del Turismo della Repubblica Araba di Siria
 

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 Pubblicato da - 05 Marzo 2009 - © Riproduzione vietata

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