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Visita alla cittą vecchia di Damasco: cosa vedere e sapere

Damasco, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Damasco dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Maometto si sarebbe accontentato di ammirare la città da una collina sovrastante, "perché non si entra due volte in paradiso." Un’oasi celestiale di montagna, attraversata dalle fresche acque del fiume Barada: è così che Damasco appariva ai beduini provenienti dal deserto.
Oggi la città si presenta ai turisti come un agglomerato urbano giovane e ambizioso, come si può notare nelle vie dei quartieri moderni ma, allo stesso tempo, saldamente legato a un grande passato, di cui le mura della città vecchia rappresentano il palcoscenico quotidiano.

Poiché la maggior parte delle vie di Damasco è senza nome o, se un nome ce l’ha, è poco conosciuto dai suoi abitanti, il modo più semplice per orientarsi è localizzare edifici (il palazzo del governo, la posta, l’Hotel Cham Palace), monumenti (la moschea degli Omayyadi, le porte d’ingresso alla città vecchia), spazi pubblici (il parco, la stazione) e le grandi direttrici (la via Recta). Ci si può orientare facilmente anche prendendo come riferimento la cima brulla del Monte Qassioun, visibile da tutti i punti della città.

La città vecchia è sorta lungo una delle ramificazioni dell’impetuoso fiume Barada, con il suq ad ovest e i quartieri residenziali (tradizionalmente divisi in base alla confessione religiosa) ad est. Il centro storico di Damasco è ampiamente debordato dai suoi confini, formando nuovi quartieri: il quartiere Midan, che un tempo era una lunga strada commerciale, il quartiere Salihiye sui contrafforti del Qassioun, vera e propria via funeraria che collega il quartiere curdo (al–Akrad) al quartiere Mouhajirin, costruito per accogliere i rifugiati musulmani di Creta all’inizio del secolo.
La Damasco moderna si è sviluppata tra questi quartieri e la città vecchia, nel territorio degli affari e delle comunicazioni, per offrire ai turisti tutto ciò che può essere utile: stazioni ferroviarie, alberghi, uffici pubblici, ministeri, cinema, compagnie aeree ecc.

Un po’ più ad ovest, sul grande viale Al Jalaa, feudo della borghesia locale, sorgono gli edifici signorili risalenti agli anni ’50. Insieme al vicino quartiere Charkassyeh, questa è la zona delle ambasciate. Con l’aumento demografico sono sorti nuovi quartieri: il quartiere Mezzeh ai piedi del palazzo presidenziale e, dalla parte opposta, il quartiere Barzeh . Le pendici del Monte Qassioun, invece, sono state disordinatamente colonizzate da numerose casette, proprio come i quartieri periferici di Yarmouk e Tabbaleh, rispettivamente a sud e ad est.

Una visita rapida del centro storico di Damasco richiede almeno una giornata, mentre servono tre giorni per familiarizzare con i luoghi. In città sono stati posizionati dei cartelli turistici con le indicazioni per raggiungere quasi tutti i monumenti. Alla città vecchia si accede invariabilmente attraverso il suq al–Hamadiyyeh. Davanti alle mura della cittadella si vede una statua moderna di Saladino, un invito a entrare nel passato leggendario. La cittadella è sottoposta all’autorità dell’ufficio delle Antichità e non è visitabile. E’ aperta solo raramente, in occasione di eventi culturali, ed è oggetto di ricerche archeologiche. Tuttavia è possibile girarvi attorno imboccando la stradina pedonale che costeggia il fiume Barada.

Il suq Hamidiyah
La parte più turistica del suq si trova lungo l’asse della città romana, che si dirigeva verso il tempio di Giove, oggi moschea degli Omayyadi. I negozi, vere e proprie caverne di Alì Babà, sono organizzati su due piani straripanti di oggetti di rame, intarsi, tovaglie, abiti, tappeti ecc. Meraviglie che si possono trovare nei quartieri specializzati del suq a prezzi economici. Questi suq specializzati si trovano da entrambi i lati dell’asse principale: Harika e i suoi negozi di biancheria, Bazouriye dai profumi di spezie, Midhat Pasha regno del beduino. Ci sono anche il suq dei narghilè, quello dei foulard, dei gioielli ecc.
A circa 400 metri dall’ingresso di questa larga strada lastricata, si arriva all’entrata principale della Grande Moschea, contrassegnata da portici romani provenienti dall’antico tempio di Giove.

La Moschea degli Omayyadi (Grande moschea o Jaamea Ommawi)
La Grande Moschea di Damasco è tra gli edifici sacri più venerati dell’Islam. La sua costruzione, cominciata sotto il califfo al-Walid I nel 705 d.C., fu terminata nel 715 d.C. Al suo posto tremila anni fa sorgeva un tempio aramaico dedicato a una divinità (Hadad) degli antichi Arabi di Siria che, all’inizio dell’era cristiana, divenne un tempio pagano dedicato a Giove. Nel IV secolo d.C., con la diffusione del cristianesimo, il tempio si trasformò in una chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Dopo la conquista musulmana del 635, i musulmani e i cristiani si accordarono per dividersi questo spazio e recitare le loro preghiere gli uni di fianco agli altri al suono delle campane e al richiamo dei muezzin. Quando al–Walid decise di far costruire una grande moschea, degna della grandezza dello Stato arabo, una moschea "come non ne erano mai state costruite prima e non se ne sarebbero state costruite dopo", concesse ai cristiani di Damasco numerose chiese e propose di costruire una nuova chiesa (la Chiesa di San Giovanni) in cambio della cessione dello spazio che era stata loro riservato. La costruzione della moschea richiese quasi dieci anni e costò più di undici milioni di dinari d’oro. Per realizzare quest’opera furono chiamati i migliori architetti, artisti, muratori, falegnami, marmisti e disegnatori. Il risultato fu un monumento architettonicamente straordinario che, nel corso dei secoli, fu fonte di ispirazione per i costruttori di moschee in tutto il mondo arabo-musulmano.

La moschea di Damasco si distingue per i tre minareti, realizzati in stili diversi e le cui parti superiori furono rinnovate in epoca ayyubide, mamelucca e ottomana; per la sala di preghiera e il cortile, ambienti molto vasti; per le pareti rivestite di mosaici raffiguranti giardini, palazzi, foglie e fiumi celestiali e per la cupola di colore blu tendente al grigio (cupola dell’aquila). La sala di preghiera contiene la tomba monumentale del Profeta Yahia (San Giovanni Battista) che ha annunciato e battezzato Cristo e che è venerato sia dai cristiani che dai musulmani. Se nell’architettura e nella decorazione sono evidenti le influenze bizantine, l’interno fu adattato alle esigenze del culto musulmano e i temi sviluppati sulle pareti del cortile denotano un’influenza orientale.

I turisti entrano dal lato nord della moschea, sulla fiancata sinistra, presso la Bab al–Amara. La moschea è accessibile ai visitatori dalle 9 alle 17, tutti i giorni tranne il venerdì per la preghiera di mezza giornata. L’ingresso è a pagamento (150 SYP, tariffa unica comprendente la visita del mausoleo di Saladino). Le donne devono indossare un mantello disponibile presso la biglietteria. E’ obbligatorio togliere le scarpe solo prima di entrare nella sala di preghiera e all’ingresso del mausoleo di Saladino.

Intorno alla Grande Moschea

Museo di Epigrafia Araba
Questa bella madrasa Jaqmaqiyah (in stile mamelucco del XV secolo) ospita una collezione di manoscritti antichi: Corani miniati, pergamene ecc. Notevoli l’architettura dell’interno e gli intarsi marmorei. Il visitatore potrà divertirsi a cercare di riconoscere i diversi stili di calligrafia. Le indicazioni per il museo si trovano all’ingresso della Moschea. Aperto tutti i giorni tranne il martedì, dalle 9 alle 14 e dalle 16 alle 18 (orario invernale 9–16).

Madrase Zahiriyah e Adiliyah
Queste due antiche scuole coraniche, poste una di fronte all’altra, risalgono all’epoca ayyubide (XIII secolo). A destra la madrasa Zahiriyah, oggi biblioteca universitaria, ospita la tomba del celebre sultano mamelucco Baibars (morto nel 1277), più volte vincitore di franchi e mongoli. La stanza del cenotafio è ornata da splendide decorazioni in marmo policromo. A sinistra la madrasa Adiliyah, un po’ più antica, cinge un bel cortile e ospita la tomba di al–Adil Sayf ad–Din, fratello di Saladino, che alla sua morte divenne signore dell’Egitto e della Siria.

Alle madrase si giunge facilmente dal suq Hamidiyah, prendendo la strada a sinistra davanti alla Grande Moschea. Aperte tutti i giorni dalle 8 alle 17, tranne il venerdì. Ingresso libero.

Il suq Assagha
E’ la via degli orafi: qui la maggior parte dei commercianti è cristiana. Gli articoli si vendono a peso. Vi si trova soprattutto l’oro, perché l’argento è indossato solo dai beduini.
In fondo alla strada l’oro lascia il posto alle spezie e ai profumi; percorrendo i vicoli si giunge a cortiletti interni anticamente occupati da caravanserragli (khan), ora sostituiti dai negozi.

Oltre la Grande Moschea, sulla strada verso il Palazzo Azem.

Il palazzo Azem (museo nazionale delle Arti e Tradizioni popolari)
Situato al centro della vecchia medina e dei suoi suq, a sud della Moschea degli Omayyadi, il palazzo Azem rappresenta il prototipo delle sontuose dimore damascene, il cui esterno semplice e sobrio nulla lascia presagire del bell’interno ampio e ricco con alberi da frutta, getti d’acqua, fiori e profumi. Il Palazzo fu costruito a metà del XVIII secolo come residenza del governatore di Damasco. I muratori e i decoratori lavorarono con tanto gusto da realizzare in questo palazzo uno straordinario concentrato delle arti di Damasco. Per rendersene conto, basta visitare le sale, gli iwan, gli archi, i marmi, gli hammam, i giochi di colore delle pietre.

Aperto tutti i giorni tranne il martedì, dalle 9 alle 14 e dalle 16 alle 18 (orario invernale 9–16). Ingresso a pagamento (150 SYP).

La via Nour ed–Din ash–Shahid
All’uscita del suq Hamidiyah, questo lungo viale commerciale, parzialmente coperto, parte dal propileo romano antistante la facciata occidentale della Grande Moschea, per poi dirigersi verso sud fino alla via Recta. Arrivando dalla Grande Moschea, il primo monumento che si incontra è il khan al–Goumrouk, il khan delle dogane, che mostra alla perfezione lo splendore dei caravanserragli costruiti in epoca ottomana (verso il 1610).
Un po’ più in là, nella via Moawiya, si scorge la madrasa Nour ed–Din, fondata nel XII secolo dall’atabeg di Aleppo; sempre nella stessa via vale la pena dare un’occhiata allo splendido cortile interno della madrasa Abdoullah al–Azem, bell’edificio del XVIII secolo, oggi occupato da un negozio di artigianato.

La via Recta (via Midhat Pasha e Bab Sharqi)
La via attraversa la città per oltre 1300 metri. Ad ovest si trova il suq Midhat Pasha, coperto da una volta di latta; ad est, la via Bab Sharqi, che termina con l’omonima porta di epoca romana. Nel suq Midhat Pasha si trovano soprattutto frutta e verdura, caffè fresco e frutta secca. Vale la pena perdersi nelle strade adiacenti alla via Recta, traboccanti di splendidi khan ottomani e belle dimore antiche. Da non perdere il khan Souleiman Pasha, a cui si accede attraverso una porta monumentale e che circonda un cortile rettangolare. Subito dopo, ad ovest, si entra nella via Rashid Jokhadar, parallela alla via Midhat Pasha e molto commerciale. Questa strada conduce alla porta Bab al–Jabiyé che, costruita nel XII secolo e caratterizzata da splendidi battenti, sorse sul sito della porta romana di Giove, di cui riutilizzò i materiali. A 100 metri a sud del suq Midhat Pasha, il palazzo Sibah offre un bell’esempio di restauro riuscito. Un po’ più lontano, nella via Nassif Pasha, sorge il palazzo Nizam, anch’esso restaurato e talora utilizzato per i ricevimenti di Stato. E’ possibile visitarlo chiedendo al custode: vi si trovano due cortili molto belli ornati di iwan e decorati da un ricco intarsio di pietre. In fondo all’omonima via sorge il palazzo Maktab Anbar, visitabile con ingresso libero durante l’orario di apertura. A questo punto si entra nel settore dell’arco romano, che sorge a metà della strada antica. La cupola della cattedrale greco-ortodossa dedicata a Maria segnala l’ingresso nel quartiere cristiano. Nei pressi dell’arco si trovano negozi di antichità e, fino a Bab Sharqi, i negozi di tappeti, antichità e oggetti preziosi, per la gioia degli appassionati dello shopping. Ad est, in fondo alla via Recta, si trova la via Bab Sharqi, chiusa dall’omonima porta romana che è giunta sino a noi in perfetto stato di conservazione. Tra Bab Sharqi e Bab Kissan (porta San Paolo), da notare, per 400 metri nella parte inferiore del muro, il basamento delle mura romane, costruite con blocchi di grosse dimensioni.

Il quartiere cristiano
Ogni domenica la piazza Haret as–Zeitoun si riempie di cristiani di tutte le confessioni che celebrano l’eucarestia in una delle chiese ai lati della piazza. Durante gli altri giorni della settimana, il movimento si concentra in via Bab Tuma, la principale arteria commerciale del quartiere cristiano.

La cappella di Sant’Anania è una tappa imprescindibile per chi segue le tracce di San Paolo. E’ aperta tutti i giorni, tranne la domenica e le festività religiose, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. La chiesa, che si trova in fondo alla via Hanania, percorsa da negozi di antichità e souvenir, sarebbe stata costruita intorno al V secolo nel luogo ove sorgeva la casa di Anania, il cristiano che schiuse le palpebre a Paolo sulla via Recta. Il sito in cui sorgeva la chiesa continuò ad essere considerato un luogo di culto nonostante la distruzione della cappella, avvenuta probabilmente nel XIII secolo. Gli scavi condotti negli anni ’20 riportarono alla luce i resti di un edificio bizantino e, al di sotto, quelli di un’abitazione che gli archeologi fecero risalire al I secolo d.C. Oggi in questo luogo è visibile una cripta che incorpora una parte dell’antica dimora e una serie di litografie con episodi della vita di San Paolo.

La chiesa di San Paolo, che si trova dietro la porta Bab Kissan, è l’altro luogo dedicato al discepolo di Cristo. Poiché la chiesa è di costruzione recente, è la porta, in particolare, che sorge nel punto in cui il santo, aiutato dai discepoli, abbandonò la città in una cesta per sfuggire agli ebrei.

La vivace via Bab Tuma ospita un gran numero di negozi appartenenti alla comunità armena. La via termina a nord con l’omonima porta (Bab Tuma, ossia porta di Tommaso), possente edificio militare costruito nel XIII secolo sul sito di una porta della città romana. Lungo le viuzze adiacenti, altre chiese e scuole confessionali testimoniano il dinamismo della cristianità orientale. Foto wikipedia, cortesia: Arab League,L.Vassy

Ministero del Turismo della Repubblica Araba di Siria
 
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 Pubblicato da - 05 Marzo 2009 - © Riproduzione vietata

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