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Ras al Khaimah (RAK): viaggio nell'Emirato dal turismo emergente

Ras al-Khaimah, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Ras al-Khaimah dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Anche i gabbiotti delle stazioni di servizio hanno la forma delle antiche torri di osservazioni plasmate nel fango. Come dire: conosciamo le regole del mondo nuovo. E ringraziamo la ricchezza oggi viene da sottoterra. Ma ci ricordiamo bene di avere una storia antica. E che il candore delle perle pescate qui, un tempo non lontano, resta sempre assai più sfolgorante del nero del petrolio pompato da sotto la sabbia. Si scrive Ras Al Khaimah (www.rasalkhaimahtourism.com), si legge l’altra faccia degli Emirati Arabi Uniti.

Se Dubai, giusto a 45 minuti di asfalto e aria condizionata, è il parco giochi della modernità che guarda sempre più in alto e lancia sfide ogni anno più sfrontate, questo emirato, il più a nord dei sette che compongono la federazione, tenta la propria via al futuro. Fatta di grattacieli molto meno sfacciati, spiagge accoglienti e alberghi multistelle. Ma senza l’enfasi quasi eccessiva che la sorella del Burj Al Arab mette in tutto quello che fa. Certo, siamo negli Emirati Arabi Uniti, il termometro, quando vuole essere bonario, si piazza di poco oltre i 30 gradi e il lusso è senza mezze misure.

Ma RAK, come viene confidenzialmente chiamata da residenti e occidentali expat, ha scelto la propria strada. Alternativa ed astuta. Perché qui c’è spazio per tutti. E se ne serve di più lo si costruisce. L’esempio più eclatante è l’isola artificiale di Al Marjan: prima non c’era e ora è il fulcro dello sviluppo turistico. Gli alberghi, per ora, sono una manciata ma le gru da queste parti si alzano in fretta: e le suite nascono nello spazio di una stagione.

E non si negano nulla come dimostra l’hotel Marjan Island Resort & Spa (www.marjanislandresort.com) che, dato che l’isola è artificiale, si voluto concedere la raffinatezza di due affacci sulle onde, uno all’interno e uno verso il mare aperto. Non si sa mai che uno voglia cambiare punto di vista. All’interno poi le prevedibili coccole di alberghi di gran lusso, con spa, ristoranti, zone per bambini e una hall da vertigini. Manca però l’alcol nei menu. In fondo qualche concessione alle regole del luogo occorre farle. Ma sia chiaro: “alcol free” non significa che qui si respira un’atmosfera mesta o ci si annoia in uno stile di vita penitenziale. Perché RAK vuole conquistarsi un posto al sole nel mondo globale. Quello degli affari e del turismo.

Così, come è nata la “Rak Free trade zone”, zona di espansione economica senza tasse di nessun tipo (“E qui una azienda si apre e si rende operativa in 10 giorni”, spiegano con fierezza i portavoce dell’Emirato) nello stesso modo sono spuntati alberghi come il Waldorf Astoria (www.ar.hilton.com) dove, affacciati sul mare al diciassettesimo piano, si discute con un rigoroso barman inglese di quale sia il gin migliore per un cocktail. Qualche piano più giù, tra le boiserie del ristorante Lexington Grill, la carta dei vini è alta una spanna.

Il tutto, cosa non trascurabile, con prezzi che rispetto a Dubai sono almeno del 25% inferiori. E giocare a sentirsi nababbi per qualche giorno non è poi così impossibile visto che una doppia in un cinque stelle, senza troppo sforzo, la si ottiene a circa 100 euro a notte. Spesso la stanza ha anche il doppio bagno e un salotto separato. Ma l’abbiamo detto: le Mille e una Notte nascono proprio in questi luoghi dove solo una sottile striscia di asfalto e acciaio separa il mare dalle dune: e anche queste possono essere meglio di un parco giochi. Basta infatti chiedere ad una qualsiasi reception per vedersi prendere in consegna da uno spiritato autista pronto a dimostrare che le montagne russe sono poca cosa rispetto ad una duna di sabbia dipinta in tutte le sfumature del giallo e dell’ocra. Sembra impossibile ma un 4x4 nelle mani giuste è più leggiadra di una ballerina. E quando verso sera ci si fermerà su una parete di granelli ad ammirare il sole sprofondare in un caleidoscopio di bagliori rossastri si capirà al volo perché il deserto, come il mare, ha da sempre conquistato i cuori dei viaggiatori.

Occorrerà invece alzarsi all’alba per scoprire in che modo le navi del deserto fingono di essere levrieri. Ma non sorridete: le corse dei dromedari a Ras Al Khaimah sono cose serie. Per vederle (nella stagione che inizia a ottobre e prosegue fino alla fine dell’inverno) occorre andare nel sobborgo di Digdada. Dalle 6.30 alle 9, il venerdì mattina, ovvero nel giorno di festa, i dromedari da corsa si sfidano come fossero sulla pista di Ascot. La differenza è che qui non ci sono lady anglosassoni con cappellini improbabili. Le turiste dalla pelle di pesca le trovi invece più facilmente stese al sole nella spiaggia dell’ Hilton Al Hamra Beach & Golf Resort. La striscia di sabbia è lunga 500 metri e tutti i possibili giochi d’acqua sono previsti. Buttate un occhio al cartello che vedrete arrivando verso il mare: le temperatura dei flutti spesso sfiora i trenta gradi. Per rinfrescarvi dopo un bagno di sole, quindi, forse è meglio una doccia.

Ma non del solo binomia acqua e sole vivono i turisti di RAK. Anzi, la gente del posto qui ci tiene a precisare che esiste anche un’era prima del grattacielo. Ovvero prima del 1972 quando l’Emirato entrò nella confederazione. Per averne un assaggio la via più semplice è visitare il National Museum of Ras Al Khaimah (www.rakheritage.rak.ae/en) , un piccolo centro espositivo ricavato in un forte dove, fino al 1964, abitarono i regnanti locali. E paragonato ai monoliti di oggi, tutti vetri e ascensori a razzo, è un confronto struggente. Non aspettatevi infatti grandiosità o sfarzo ma gli oggetti di uso comune di questo popolo di contadini (questo emirato è il più fertile e verde dei sette) e pescatori di perle. Vedere quali erano gli strumenti usati per dragare i fondali in cerca delle preziose sfere di madreperla spaventerebbe anche il più ardito dei sub. Ma non solo al museo: un’altra immersione nella RAK del tempo che fu la potrete avere infilandovi nel reticolo di strade deserte di Jazirat Al Hamra: è una città fantasma dove, fino al 1968, abitavano appunto pescatori e cercatori di perle. Poi, chissà perché, si spostarono altrove. Ora restano le case, le moschee e le piazze. Abbandonate nella polvere anche vecchie jeep e barche di legno.

Verso sera, quando il caldo picchia meno e le ombre sono più lunghe, sembra di sbirciare dal buco della serratura di una porta che si affaccia sul tempo. O meglio: per ora è così. A breve, secondo i progetti dell’emiro, questa gost town dovrebbe in parte essere ripristinata e resa fruibile ai turisti. Perché lo abbiamo detto: specializzarsi è importante. E per chi vuole i palazzi più alti e gli alberghi più stravaganti al mondo c’è Dubai. Qui si punta su altre suggestioni. Questo è possibile anche perché sparse sul territorio dell’emirato, tra il mare e le brumose pendici dei monti Hajar, ci sono altre tracce dell’ieri. Che, come spesso accade, profuma di favola. A poco più di cinque chilometri dal villaggio di Shamal, a nord del centro di RAK, si trova quello che viene chiamato Sheba’s Palace, ovvero il palazzo della regina di Saba. Ora, la verità storica rivela che tra l’epoca della mitica regina e gli anni della costruzione della fortezza passarono quasi duemila anni. Ma in fondo non è questo che conta: ciò che vale è affrontare la salita per raggiungere la vetta della collina dove resistono le rovine di questo edificio e sedersi su una pietra a guardare. Un po’ lo si fa per riprendere fiato dopo la sgambata. E molto perché il panorama è splendido.

Poi, non placati, bastano una mezz’ora di macchina e ancora un po’ di fiato per arrivare alla fortezza di Dhayah. Avrebbe dovuto proteggere il territorio da attacchi ai tempi in cui qui sventolava la Union Jack: e le sue mura ora in parte distrutte hanno visto le botte delle cannonate. Adesso per fortuna ci si immerge nel silenzio e nella quiete. E pare impossibile che, con questo caldo e sotto un cielo così blu, a qualcuno possa essere venuto in mente di guerreggiare. Quindi, dopo essere discesi per la ripida, ma comoda, scalinata, si può pensare di tornare al centro di Ras Al Khaimah. I patiti dello shopping anche qui, è naturale, avranno di che placarsi. I mall come il Manar (www.manarmall.com) , uno degli onnipresenti mega centri commerciali colmi di ogni griffe possibile con aria condizionata a temperature polari, si trovano sulle larghe strade multi corsie che attraversano la parte centrale della città. Ma, come detto, per queste cose forse è meglio lasciar fare a Dubai.

Qui è molto meglio godersi l’atmosfera più rilassata e fare un sosta davanti a quella enorme pennellata di bianco della moschea Sheikh Zayed. I non musulmani non entrano: ma il colpo d’occhio merita la sosta. Quindi chi avesse dei bambini non potrà negare loro una sosta all’Iceland Water Park (www.icelandwaterpark.com ): gli scivoli e le attrazioni a base d’acqua sono garantiti. Da notare che il simbolo è un pinguino ma non temete. Non avrete certo freddo. Poi, prima di tornare a godervi una pigra giornata sulla spiaggia o una cena in uno dei tanti ristoranti degli hotel prendetevi una mezza giornata e puntate verso le montagne.

L’Oman è davvero a due passi ma in mezzo ci sono le vette. Servirebbe un tappeto volante visto che costruire una strada, da queste parti, non è davvero uno scherzo. Ma le sfide, lo sappiamo bene, piacciono alla gente degli Emirati e qui si sta giocando la più grande del paese: collegare la vetta di Jebel Jais con la piana della città. Per farlo il monte è stato sbancato e limato e ora fino a poca distanza dal cielo si guida su un nastro d’asfalto che pare quello dello Stelvio. La differenza è che è molto più comodo e scorrevole. In cima poi, nel luogo dove si dice che qualche volta abbia addirittura nevicato, verrà costruita una stazione sciistica indoor. La neve sarà artificiale e per entrare si dovrà indossare la tuta e togliersi infradito e bermuda. Poi, dopo due curve e tre serpentine, si potrà tornare in pochi minuti al deserto, alla spiaggia e al mare. Dal freddo al caldo e viceversa. Forse anche Sharāzād, nelle Mille e una Notte, avrebbe pensato che questo era forse un po’ troppo fantasioso.

Come arrivare
Ras Al Khaimah dista circa 80 km da Dubai e quindi la si può raggiungere con un volo per questa città. Il tempo di percorrenza poi con un’auto o una navetta è di circa 45 minuti. L’altra grande città degli Emirati, Abu Dhabi è invece lontana 250 km e servono circa due ore e mezzo. Anche a RAK esiste un aeroporto a 18 km dal centro ma i collegamenti per il momento sono limitati a poche destinazioni.

Il clima
Le temperature a Ras Al Khaimah sono quelle del deserto e pertanto d’estate, tra giugno e settembre, spesso sono superiori ai 42 gradi. Le minime invece si raggiungono durante la notte nei mesi di gennaio e possono arrivare a 12 gradi. La stagione migliore quindi per visitare l’emirato è in autunno e in primavera ma anche durante l’inverno il clima è generalmente caldo e soleggiato.
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 Pubblicato da - 02 Febbraio 2016 - © Riproduzione vietata

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