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La Kasbah fortificata di Ait Benhaddou, nel cuore dell'Atlante

Ait Benhaddou, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Ait Benhaddou dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Grande è il fascino di questa straordinaria costruzione di fango ed argilla, e la deviazione lungo la strada che collega Marrakech a Ouarzazate è assolutamente d'obbligo, pena il non poter ammirare uno degli esempi mirabili di Kasbah fortificata, tanto magnifica da essere stata ultilizzata come set cinematografico più volte e da essere inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO fin dal 1987.

Per arrivare a Ait Benhaddou si deve percorre la strada spettacolare che collega Marrakech a Ouarzazate e cioè la N9 che culmina con il passo di Tizi-n-Tichka a 2260 m d'altitudine.
Da qui si inizia la lunga discesa che porta fino ad Ouarzazate.

Scendendo lungo la strada N9 si presentano a questo punto due alternative: o piegare a sinistra poco dopo il passo in direzione di Telouet, che merita sicuramente la visita, e poi proseguire lungo la strada sterrata e malandata (consigliato un fuoristrada 4x4) per Anguelz ounila e che poi arriva attraverso panorami spettacolari alla Kasbah de Tamdaght e fino ad Ait Benhaddou, oppure proseguire sulla strada asfaltata N9 fino a Tazentout e da qui deviare verso Ait Benhaddou raggiungendola in pochi minuti da sud. Ait Benhaddou rimane a circa 30 km a nord di Ouarzazate.

La zona di Ait Benhaddou è caratterizzata da un clima desertico e caldo, e quindi il periodo migliore per visitare l'area è sicuramente la primavera o l'autunno. In primavera la strada che proviene dal passo di Tizi n'Tichka risulta molto più spettacolare per le cime dell'Atlante che sono ancora coperte dalla neve, in autunno la magia è data dalla luce più radente che accende i colori rossastri delle rocce e disegna ombre fantastiche nei canyons.

In estate il caldo diventa torrido, è facile superare massime intorno ai 35 °C fino a punte di oltre 40 gradi centigradi, causando problemi alla visita della Kasbah, specialmente durante le ore centrali della giornata.
In inverno la forte escursione termica rende molto pungenti le ore del primo mattino e consiglia di avere un abbigliamanto a multi strato, in modo di poterlo adattare al cambiamento termico lungo il corso della giornata. Le precipitazioni a Ait Benhaddou sono scarse un po' lungo tutto il corso dell'anno.

Cosa vedere e cosa fare a Ait Benhaddou
L'arrivo a Ait Benhaddou è da lasciare senza respiro. Lo scenario è sicuramente uno dei più spettacolari dell'Atlante marocchino, un fiume ghiaioso separa il parcheggio da questo complesso di case fortificate del colore del fango che s'addossano, come fossero un grande presepe, in modo confuso, ma spettacolare, sulla collina. E' davvero straordinario esplorare questa magica kasbah fortificata, ed è facile che alla fine il numero di foto che cattureranno la vostra attenzione sarà decisamente cospicuo.

Tecnicamente, Ait Benhaddou è un ksar, un raggruppamento di kasbas collettive (case famiglia), di altri edifici e zone comuni all'interno di mura difensive. Le mura sono rafforzate da torri angolari, ciascune con mattoni di fango ed elaborate decorazioni a zig-zag a forma di porta. Gli edifici all'interno comprendono una moschea, piccoli castelli, case modeste, stalle, granai e silos. Tutti sono collegati da un dedalo di tortuose e strette stradine.

Ait Benhaddou anche se potrebbe apparire a prima essere una città fantasma, ha ancora circa 700 abitanti. E poco meno di 150.000 sono i turisti che visitano il paese ogni anno. E 'difficile dire se vengono ad ammirare l'architettura o a camminare attraverso il "set" di un film. Forse entrambe le cose!

La bellezza del luogo è infatti testimoniata dall'intensa produzione cinematografica che ha utilizzato questo straordinario fondale desertico: "Lawrence of Arabia" diretto da David Lean apre la serie nel 1962. Poi venne il turno del "Jesù di Nazareth" (1977), diretto da Franco Zeffirelli; "Il gioiello del Nilo" (1985), di Lewis Teague; "Il lume dell'intelletto" (1987), di John Glen; "L'Ultima tentazione di Cristo" (1988), di Martin Scorsese; "Il Tè nel deserto" (1990), di Bernardo Bertolucci; "Kundun" (1997), di Martin Scorsese; e "La Mummia" (1999), di Stephen Sommers. In tempi più recenti segnaliamo "Il Gladiatore" (2000), diretto da Ridley Scott, e "Alexander" (2004), opera di Oliver Stone.
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