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Marrakech cosa vedere? Consigli utili al viaggiatore

Marrakech, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Marrakech dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Se avrete la fortuna di cominciare il vostro viaggio a Marrakech al tramonto, assisterete ad uno dei migliori spettacoli che questa città vi può offrire: sulle chiome immobili delle palme esploderanno i colori di un tramonto africano, la "Città rossa" saluterà il vostro arrivo con un incendio di colori.

La preziosa porta in legno traforato della Medersa Ben Youssef, un'antica scuola coranica che risale al sedicesimo secolo. Tutto l'edificio è decorato con mosaici, piastrelle e stucchi. La sala detta "delle dodici colonne", nel mausoleo dei sultani Saaditi. Qui dormono i discendenti del Profeta, i guerrieri venuti dal deserto. Questo monumento, costruito nel 1500, è considerato il capolavoro dell'arte marocchina. Nel 1600, il sultano Mulay Ismail, per cancellare iI ricordo dei suoi predecessori, lo fece murare, dato che non poteva osare di distruggerlo. Le tombe restarono così precluse per secoli interi allo sguardo dei visitatori, e furono riaperte soltanto nel 1917.

Una delle figure più tipiche del folklore marocchino: il venditore d'acqua, che indossa il caratteristico costume con il grande cappello di paglia ornato di fiocchi multicolori. Porta a tracolla l'otre di pelle di capra e le ciotole di ottone e una campanella per annunciarsi alla gente. Nota per il turista: bevete solo acqua imbottigliata, il nostro stomaco non è allenato all'acqua marocchina non depurata, pena passare la vacanza in bagno!

Visita al suk dei tintori, nella Medina di Marrakech, con il vivacissimo spettacolo delle matasse di lana multicolori esposte ad asciugare. Il lavoro dei tintori marocchini si svolge con procedimenti primitivi, tramandati di secolo in secolo nelle famiglie, senza innovazioni o varianti. I suk sono situati a nord della grande piazza Djema-el-Fnaa. Artigiani e commercianti sono raggruppati secondo i mestieri, in anguste botteghe che si affacciano sul fittissimo intrico delle stradine, costantemente affollate. In tutte le ore del giorno la vita vi si svolge con un'animazione instancabile.
E' consigliabile prendere una guida ufficiale per non smarrirsi nel dedalo di stradine e viuzze tutte uguali. Verrete anche contattati da guide improvvisate, ma non cadete in questa tentazione: il costo più basso verrà ampiamente vanificato dalle innumerevoli soste nei negozi degli amici e parenti della finta guida che, alla fine, vi renderanno del tutto impossibile la visita della Medina.

Il palazzo di El Glaoui, ex-pascià di Marrakech. Questa favolosa residenza, con i suoi giardini e i suoi padiglioni tra il verde, è di costruzione "recente", ma riassume tutti i motivi tradizionali dell'arte islamica. In particolare la colossale porta d'ingresso in legno di cedro, traforata con minuziosità da orafo. I saloni hanno i soffitti dello stesso legno, dal quale emana un sottile profumo, e le pareti sono ricoperte di piastrelle policrome. La decorazione si ispira a una serie di vivaci motivi geometrici.

Il pascià di Marrakech, è stato l'ultimo grande feudatario marocchino. Regnava su numerose tribù di agricoltori e di nomadi, e le sue poderose Kasbah (castelli) controllavano le principali vie carovaniere che collegano il Nord con il Sud attraverso il massiccio montuoso dell'Alto Atlante. Negli anni della lotta per l'indipendenza del Marocco, EI Glaoui si schierò al fìanco dei francesi contro iI sultano, divenuto poi re Maometto V padre del sovrano Hassan Il. Lo Stato marocchino confiscò poi le vastissime proprietà di EI Glaoui.

Una "fantasia" di cavalieri berberi, spettacolo ormai raro nel Marocco moderno.

Gli antichi ruderi della città, quasi sommersi dalla ricchissima vegetazione. Le mura di Marrakech, la Città è circondata da una cinta di tredici chilometri, fatta di mura d'argilla disseccata, alte 8 metri e fiancheggiate - da massicce torri. Queste fortificazioni, erette verso il 1130, sono state in parte smantellate nel corso di successivi assedi, e più volte ricostruite. Il colore che assumono al tramonto ha valso a Marrakech il nome di "città rossa".

Il minareto della Koutoubia, un gioiello d'arte della dinastia almohade, che regnò nel dodicesimo e nel tredicesimo secolo. La snella torre di settanta metri domina la piazza Djema-el-Fnaa, sempre brulicante di folla intorno alle bancarelle dei venditori ambulanti, anche di sera al lume di torce fumose e di lampade a petrolìo.

Il pittoresco mercato settimanale che si svolge presso Bab-Khemis (la "Porta del Giovedì"). Qui affluiscono in gran numero i compratori di cammelli, provenienti dai villaggi montagnosi dell' Atlante e dalle zone del deserto.

Gli occhi delle donne marocchine, sapientemente truccati e messi in risalto da uno più noti simboli dell'antico Marocco tradizionalista: lo haik, il leggero velo dietro il quale le donne celano iI volto. Questi veli tendono ormai a scomparire. Le donne del Marocco infatti preferiscono vestirsi all'europea.

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