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Giglio Campese: la spiaggia, la Torre medicea e cosa vedere

Giglio Campese, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Giglio Campese dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

E’ luogo comune inflazionato e stucchevole l’idea che la Toscana possa offrire come perla marittima la sola Isola d’Elba, turisticamente conosciutissima eppure non unica a troneggiare nella porzione tirrenica toscana. La regione ha – e va ribadito poiché importante per gli amanti italici – un proprio arcipelago dove i tesori circondati dall’acqua del Mediterraneo occupano ognuno un posto di rilievo specialmente in estate con l’arrivo delle vacanze e della corsa al relax/divertimento.

Cosa vedere a Giglio Campese

L’Isola del Giglio si posiziona in quell’azzurro e cristallino anfratto della provincia di Grosseto e grazie alle spettacolari rocce granitiche, le acque trasperenti e i fondali scoscesi ricchi di pesci e coralli è sicuramente una meta ideale per gli appassionati di immersioni subacquee e snorkeling.

Mentre la costa nord e quella orientale sono quelle che presentano la maggiore propensione turistica dell'isola, non va certamente sottovalutato il versante occidentale dell'isola, dove troviamo la frazione di Giglio Campese, che riveste un ruolo ben delineato: è infatti una moderna località balneare di appena 187 abitanti antistante una baia su cui svetta il fiabesco Faraglione dell’Isola del Giglio, il possente scoglio la cui punta incurvata catalizza da tempo immemore il favore degli ammiratori di questo lembo di terra.

Giglio Campese, dato il carattere esclusivamente costiero, possiede un suo porto di attracco per piccole imbarcazioni e pescherecci ed è qui che volge il suo eloquente sguardo all’orizzonte la Torre Campese a struttura circolare su tre livelli, costruita a metà cinquecento da Cosimo I de’ Medici a scopo difensivo e, di conseguenza, a prevenzione delle scorribande piratesche, alle quali – soprattutto nel tardo ‘700 – riuscì brillantemente a resistere grazie all’acume delle sentinelle e allo spiccato carattere militare, forte di un armamento che poteva sfoggiare cannoniere dalla notevole potenza di fuoco.

Dall’Unità d’Italia, la torre è stata adibita a residenza abitativa, così da godere di una meritata “pensione” con tanto di medaglia al valore sul petto (si parla ovviamente in senso figurato).

Storia

La storia del Giglio si palesa piuttosto recente e con fortune legate in prevalenza al ‘900, il secolo in cui la svolta economica grazie all’apertura della miniera di pirite nel 1938 portò la popolazione a una crescita demografica dettata da un relativo benessere infuso dall’attività estrattiva. A cessazione della stessa nel 1962, subentrò l’accezione turistica e con essa aumento degli abitanti, incremento di appartamenti, negozi e strutture ricettive a coadiuvare logisticamente la bellezza indiscutibile di una spiaggia granulosa che si affaccia su un mare limpido e invidiato. Una delle migliori destinazioni mare della Toscana.

La contemplazione viaggia di pari passo con le opportunità di un turismo attivo in un luogo ideale per praticare diving e snorkeling alla ricerca di varie specie ittiche tra le quali emergono il pesce pelagico, saraghi, dentici, tonni e persino barracuda, ma anche scorci subacquei suggestivi in fondali che arrivano anche a 35 metri lungo le profondità di siti quali Capel Rosso, Fenaio, Scole e punta delle Secche. Per chi desidera restare all’asciutto è possibile passeggiare facendosi immergere da una natura variegata, fra sentieri selvaggi entro una genealogia in gran parte montuosa ma dalle basse altimetrie che danno ampio respiro a escursioni piacevoli senza rischi.

Eventi, sagre e manifestazioni

Feste e tradizioni convogliano tutte nell’Isola del Giglio, a cominciare dall’apprezzatissima Festa dell’Uva, con Bacco gran cerimoniere dell’ultimo weekend di settembre. In tale occasione le cantine vengono allestite in modo da mutare il proprio aspetto in “grotte del gusto” dove assaporare tipicità locali (salsiccia e fagioli, tripudi di legumi e tanto altro) e, specialmente, il vino Ansonico, risultato di un mosto derivato da coltivazioni sussistenti in terrazzamenti a picco sul mare.

Il profano, a ogni modo, s’alterna al sacro e non manca la celebrazione di San Rocco, il patrono a cui il 16 agosto viene dedicata una giornata scandita in primis dalla processione del Santo, fuochi d’artificio, giochi e concerti. 24 ore dopo arrivano i balli in piazza e la sagra del totano, appuntamento imperdibile per gli autoctoni e i forestieri, che non possono esimersi dal gustare ottimo pesce fresco.
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