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Squinzano (Puglia): visita al comune del Salento

Squinzano, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Squinzano dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il comune di Squinzano vive degli aneliti salini del meraviglioso Salento, prolungando fino al mare la propria presenza così da mostrare la sua appendice paradisiaca al limite settentrionale della provincia di Lecce, in Puglia.

Cenni di storia

Protagonista fin dalla sua nascita in Magna Grecia, progredisce a partire da una condizione di casale denominato in epoca romana Quintianum, in merito alla quale uno sviluppo parabolico si proporzionò inversamente all’antica città di Valesio, i cui abitanti fuggirono alla distruzione totale trovando rifugio nella vicina urbis. Nel 1560, ergo dopo un salto temporale senza grosse vicissitudini, Squinzano divenne libero Comune demaniale ma solo fino al 1623, anno in cui venne nuovamente infeudato dal nobile spagnolo Don Giovanni Enriquez e in seguito dal figlio Gabriele Agostino.

Gli ultimi proprietari furono i Filomarino di Cutrofiano, prima cioè che la dissoluzione del regime feudale e il corso del Risorgimento portasse i venti dell’Unità d’Italia fin dentro l’abitato, desideroso di espandersi e crescere specialmente dal punto di vista economico. Questo avvenne e con irruenza carica di volontà covata da tempo ma repressa: la stazione ferroviaria conferì al paese nuova linfa vitale, centralità commerciale e dilatazione demografica che toccò quota 10.000 residenti fra le due guerre mondiali (oggi siamo a ca. 14.000). Superata anche la subdola piaga scintillante del fascismo, Squinzano approdò sulle sponde di un ardore felice destinato a produrre le basi di una storia eterogenea ricca di slancio, tradizione e maturità sociale.

Mai in odore di progresso alienante né di industrializzazione snaturante, la località ha preferito costruirsi una piena rispettabilità culturale permanendo le condizioni di ruralità e cura del territorio intesa come preservazione dalle orde massive cui la Puglia è abituata ritenendo imperituro il proprio patrimonio regionale fatto di propensione all’arte, dedizione al sapore e abnegazione alla causa enologico-casearia (Museo dell’Olio e del Vino del Parco del Negroamaro).

Si spiega in questo modo la fitta presenza di chiese, che altro non sono che una testimonianza di radici forti ammantate di culto tradizionale tipico delle zone invise al caotico tran tran del millennio più burrascoso.

Le chiese di Squinzano

Il filo rupestre lega ecclesiae gioiello, prima fra tutte la Chiesa dell’Annunciazione, nata in seguito all’apparizione della Madonna alla pia Maria Manca nel 1618 e divenuta simbolo di una credenza popolare talmente influente da giustificare l’erezione di un luogo sacro attraente pellegrini da ogni dove del mondo (la correlata Festa dell’Annunziata si celebra a marzo con una grande Fiera Mercato).

Il Convento di Santa Maria delle Grazie con chiesa annessa fu costruito quand’ancora a Squinzano vigeva il regolamento feudale nel vivo del ‘600: Giovanni Enriquez ne curò la gestazione abbellendolo di continuo, abitudine portata avanti dai frati dei vari ordini che si avvicendarono traducendo l’amore per il complesso religioso in interventi di pittura parietale e restauri protrattisi fino almeno al 1954.

La Chiesa Matrice è dedicata al patrono San Nicola e qui la convivenza di opere d’arte (il coro ligneo dell’ebanista Giuseppe Fella di Oria, le tele e gli affreschi) raggiunge l’apice quanto il campanile, meraviglia barocca di 32 metri d’altezza. La Chiesa Mater Domini sposa il culto mariano nella sua semplicità, nascendo come cappella oggi relegata a sacrestia: ha acquisito il titolo di parrocchia nel 1921 e possiede all’interno due begli altari dedicati rispettivamente alla Beata Vergine di Sanarica e alla Madonna del Buonconsiglio.

La generazione ecclesiastica si raccoglie inoltre in un corredo di composte cappelle differenziate fra loro e osservanti uno status del tutto particolare, dato dal distaccamento territoriale delle strutture dentro e fuori l’abitato. Alla seicentesca Cappella della Madonna del Carmine (ha all’interno un altare marmoreo intarsiato e ornato dalla tela raffigurante appunto la Madonna del Carmine) seguono le cappelle di San Giovanni Battista (con la sua intima grotta entro la quale s’annicchia la statua della Vergine di Lourdes), Madonna di Loreto, Maria Regina dei Martiri, San Giuseppe Patriarca, Santa Elisabetta, San Salvatore e Calvario, senza scordare la Cappella Perlangeli.

L’apporto civico è il frutto di una raffinatezza realizzativa che nobiltà e borghesia dei tempi meno recenti hanno voluto esprimere in contrasto con il carattere rurale del paese, come se intendessero affermare un’anima nascosta della Squinzano meno timida e più spregiudicata. Ne sono un esempio Palazzo De Castro, Villa Cleopazzo – dove hanno luogo manifestazioni importanti come il Settembre Squinzanese e le Notti di San Giovanni - e altri sontuosi re dell’architettura autoctona.

Alieno a questo stile le costruzioni sul poggio di Sant’Elia, ovvero un convento ora a fruizione pubblica e la Chiesa della Madonna dall’Alto, purtroppo abbandonata.

Le Spiagge nei dintorni

Squinzano si pronuncia anche in tema vacanziero ergendosi a valido compromesso fra mare e campagna in quanto dispone di prolungamenti verso la costa adriatica, dove le sue frazioni hanno spiagge e lidi in abbondanza, concentrati specialmente a Casalabate, centro in cui il turismo è focale durante la bella stagione.

Come arrivare a Squinzano

In auto si possono percorrere la SS 613 Brindisi-Lecce e la SS 7 ter Salentina arrivando dall’Autostrada A14, uscita Bari Nord; la linea ferroviaria Bari-Lecce ferma alla stazione di Squinzano; l’aeroporto di riferimento è quello di Brindisi, a una trentina di chilometri dal paese.

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