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Nusco (Campania): il suo centro storico e cosa vedere

Nusco, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Nusco dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Terzo comune più alto (914 metri s.l.m.) della provincia di Avellino, Nusco non è soltanto bello ma persino incantevole, ammaliante e disciplinato a livello urbano, tanto da assomigliare a una rigorosa località svizzera. Eppure il tessuto di appartenenza del "balcone dell’Irpinia" – denominazione conferita al borgo per il panorama ammirabile dal castello (ma c’è chi l’ha soprannominato "paese meraviglioso", "cantuccio di luce" e persino "conca paradisiaca") – è quell’area compresa fra la Valle dell’Ofanto e la Valle del Calore, angolo di Campania dalle vivide suggestioni senza tempo, ricco di rilievi trionfanti e orgogliosi: prendiamo la maestà del massiccio del Vulture, il Montagnone di Nusco, il Terminio e il Partenio che a testa ritta rimirano impetuosi l’orizzonte.

Storia

Questo autentico gioiello fatto di terrazze che digradano, case che si abbracciano e scorci abbacinanti era all’atto di nascita un esiguo castrum, velocemente evolutosi in civitas nell’alto Medioevo e inquadrato dal punto di vista civile e religioso. Il fortilizio iniziò a comprendere entro le proprie mura casali, relativi abitanti e una chiesa. La roccaforte, posta in una zona strategica a presidio dei valichi appenninici, fece da rifugio per diversi personaggi di storico rilievo, da Guglielmo duca di Puglia a Manfredi, impegnato nel 1254 a conquistare il regno di Napoli.

Il borgo rimase fino al 1806, data dell’estinzione del regime feudale, in atteggiamento guardingo nei confronti degli eventi che si susseguirono nei secoli, il più disastroso dei quali fu lo sciame di terremoti capace di devastare l’Irpinia intera fra il 1688 e il 1732 (senza contare il più recente sisma del 1980, una tragedia). Gioco forza, l’abitato andò incontro a una lenta ricostruzione, tale per cui moltissimi edifici risalgono al ‘700, tal altri a epoche più vicine alla contemporaneità.

Cosa vedere a Nusco

Oggi Nusco, nonostante soli 5.000 residenti, vanta orgogliosamente il titolo di “città” restando fedele ai valori intrinseci di un semplice paese siffatto, tranquillo, pacifico, ameno e pieno di vita. Qui non ci si sente isolati, tutt’altro, e il turista ha modo di constatarlo non appena messo piedi nel centro storico, armonia di docili atmosfere, radicate tradizioni e sempiterne memorie.

Il primo saluto spetta al campanile la cui altezza sfiora i 33 metri facendo da cristiano scudiero alla nobile Cattedrale di Sant’Amato, originaria del’XI secolo come testimoniato dalla cripta romanica custode delle ossa del Santo. Gli interni sono stati in buona parte rifatti fra Duecento e Cinquecento, contemplando una struttura a triplice navata e numerose cappelle laterali. Da vedere apici di bellezza ecclesiale incarnati dal presbiterio, dal coro dalla volta pluriaffrescata, il pulpito ligneo e il grande tesoro di Amato. La facciata, più che maestosa, è sorvegliata dal citato campanile e dalla torre dell’orologio.

A permettere l’accesso alla piazza antistante la cattedrale è l’antica Porta Superiore adombrata dai resti del castello longobardo. Può essere un valido punto di partenza di un percorso atto a rivelare le meraviglie di Nusco, i suoi eleganti portali in pietra piuttosto che i tanti stemmi delle casate nobiliari, logge ed edicole votive, archi, volte, gradinate e balconi in ferro battuto. Tra i palazzi fatti costruire da illustri famiglie quali i De Paulis, i Del Giudice e i Sagliocca, s’erge la sagoma sacra della Chiesa della Santissima Trinità, non lontana dalla più composta Chiesa di San Giuseppe sfoggiante un prospetto tardo barocco. Bisogna spostarsi nella periferia per la visione appagante dell’Abbazia di Santa Maria a Fontigliano, sorta nel XII secolo ma rifatta nel 1950 mantenendone sostanzialmente inalterato il magnetismo estetico. Vi è annesso l’antiquarium.

Lungo gli itinerari campestri ci si apre a opportunità di escursioni fantastiche, toccando fontane e vecchi casali che offrono la misura della ruralità di Nusco.

Eventi, sagre e manifestazioni

Sono fonti di piaceri, sapori ed emozioni i tanti eventi che si susseguono nel corso dell’anno, a cominciare dalla vibrante Notte dei Falò in scena la terza settimana di gennaio con i suoi fuochi propiziatori e fiamme calorose. La Via Crucis è il classico appuntamento del Venerdì Santo che chiama a raccolta tutti i fedeli, i quali tempo dopo prendono parte alla Festa patronale di Sant’Amato, riproposta a fine maggio e a fine settembre. nel mezzo la Festa dell’Emigrante, la processione a Fontigliano per la Festa della Madonna Assunta in Cielo e la Festa della Madonna del Carmelo.

Prodotti tipici e ricette

Le abitudini alimentari dei nuscani mirano a rispettare il passato accentuando un po’ di sana golosità, perciò non si commette peccato alcuno deliziandosi con gnocchi, tagliatelle, ravioli e ogni sorta di pasta fatta in casa condita con sugo di agnello o ragù. La ricotta e il formaggio pecorino sono le eccellenze della tradizione casearia locale. Ottimi anche i salumi come la soppressata e le salsicce ma anche i legumi, in particolare fave, ceci e fagioli che si sposano con qualunque ricetta.

Come arrivare a Nusco

Dall’Autostrada A3 SalernoReggio Calabria uscire a Contursi, seguire per Lioni e infine imboccare la SS Ofantina in direzione di Nusco; in treno si arriva alla stazione di Avellino e si prosegue poi sulla linea ferroviaria Avellino – Rocchetta Sant’Antonio per Nusco; dall’aeroporto di Napoli Capodichino, posto a ca. 80 km dal borgo, occorre procedere con l’autobus Air fino al capoluogo avellinese e continuare in treno o in autobus fino a destinazione.

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