Volta Mantovana (Lombardia): il Palazzo Gonzaga e cosa vedere
Volta Mantovana, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Volta Mantovana dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Volta Mantovana è indubbiamente uno dei più espressivi e loquaci comuni delle Colline Moreniche del Garda in termini di risorse territoriali, arte e architettura, con uno stuolo di eventi distribuiti in un anno carico di fermento emotivo. Il borgo ha poco più di 7.000 abitanti ma si mostra impettito e fiero, ansioso di palesare tutta la bellezza del proprio grandioso costrutto.
La sua posizione strategica costituisce un eccezionale vantaggio nell’ottica di un turismo dinamico: si trova infatti a soli 20 km dal lago di Garda - perennemente al centro degli itinerari lombardo-veneti - a 26 da Mantova e 29 da Verona.
La maggior consistenza storica si rileva ogni modo nel periodo altomedievale in virtù della strutturazione progressiva di curtis e castrum, un sistema fortificato tessuto, consolidato e dominato dall’influente famiglia Canossa, di cui faceva parte la celeberrima Matilde. Fra l’XI e il XIII secolo il borgo prese seriamente corpo, organizzato in un centro dotato di mastio e cinta muraria, curtis vescovile, Pieve e case raggruppate lungo la strada diretta al castello. Per inciso, quest’ultimo è sopravvissuto poiché ristrutturato a più riprese. Pezzo forte la “porta mantovana” con l’elegante arco gotico.
In seguito a lotte intestine fra casate nobiliari, Volta Mantovana passò sotto il dominio dei Bonacolsi prima e dei Gonzaga poi. Questa signoria ha più di tutte le altre lasciato un’impronta ben definita, riconoscibile in particolare nelle vestigia architettoniche.
Attualmente è la prestigiosa sede municipale, peraltro aperta a visite di natura museale. Questo perché si è pensato di non nascondere al pubblico tutte le meraviglie ivi contenute, interni di pregevole fattura le cui decorazioni, affreschi e soffitti accentuano di molto la beltà delle sale. Nel novero degli ambienti a quattro mura si citino il salone delle feste evinto dal neoclassicismo mantovano: qui pesa il trompe l’oeil inscritto nell’opera pittorica di Paolo Zandalocca. Esternamente, invece, lascia a bocca aperta la vista degli ariosi giardini all’italiana, costruiti sul concetto di armonia, ordine e disciplina ai quali ottempera la disposizione delle siepi e delle statue. Antistante il palazzo si estende il piazzale dove le vecchie scuderie porticate ben si prestano all’allestimento di mostre e manifestazioni.
A Volta Mantovana non si può proprio dire che manchino le chiese. Già solo osservando la Parrocchiale ci dà la misura di quanto la comunità conferisca importanza all’aspetto religioso, non preponderante ma comunque incisivo in certa maniera. Nacque come pieve intorno all’anno Mille, romanica e a navata unica, poi andò incontro a una massiccia trasformazione cinquecentesca e a una lunga ristrutturazione nel corso del ‘700 che la rese a tre navate. Allungata e risistemata, la parrocchiale ottenne una nuova facciata nel 1960. Notevoli il paliotto seicentesco in scagliola dipinta di scuola emiliana e la Pala dell’altare maggiore (del veronese Pietro Rotari l’immagine pittorica raffigurante la Maddalena e il Cristo nella casa del fariseo) scolpito nel marmo e intarsiato.
Nel quadro ecclesiastico complessivo rientrano poi la Parrocchiale in frazione Cereta e la piccola Chiesa della Madonnina di mezzacampagna. La prima ammalia per lo splendido altare marmoreo intarsiato, la seconda (eretta a fine ‘200) stupisce per semplicità e linearità, utili a dare risalto un ciclo di affreschi cristiano risalente al Trecento, emblema dell’arte popolare.
Il borgo si distende nel bel mezzo del Parco del Mincio, un territorio dal paesaggio vivo e magnetico, le cui attrazioni maggiori corrispondono ai pendii, alla ragnatela fitta di sentieri percorribili a piedi, a cavallo o in bicicletta, ai graziosi boschetti e alle rive del fiume lungo le quali prosperano moltissime specie faunistiche.
In una terra di confine la cucina subisce delle piacevolissime contaminazioni intavolate nei ristoranti e nelle trattorie. È solito dunque trovare nei menù i tortelli di zucca e i capünsei, gnocchetti gustosi a base di pane e formaggio, un primo della consuetudine contadina e dunque un piatto povero per antonomasia. Salame mantovano e cotechino emergono fra le specialità conosciute in tutto il mondo.
Il sapore s’intreccia col folklore in un calendario di manifestazioni molto denso che vede trionfare per gradimento e coinvolgimento il Convivium Voluptatis, lo storico banchetto che rievoca i convivi rinascimentali verso la fine di giugno. A esso si collega la Mostra permanente della convivialità e del vino nel Rinascimento.
La sua posizione strategica costituisce un eccezionale vantaggio nell’ottica di un turismo dinamico: si trova infatti a soli 20 km dal lago di Garda - perennemente al centro degli itinerari lombardo-veneti - a 26 da Mantova e 29 da Verona.
Storia
Parliamo allora di un piccolo ma sensibile gioiello urbanistico incastonato nel caleidoscopico anfiteatro morenico, un’area che ha caldeggiato le antichissime origini di Volta cullando il transito di parecchie civiltà, dai Celti agli Etruschi, assistendo all’immancabile colonizzazione romana.La maggior consistenza storica si rileva ogni modo nel periodo altomedievale in virtù della strutturazione progressiva di curtis e castrum, un sistema fortificato tessuto, consolidato e dominato dall’influente famiglia Canossa, di cui faceva parte la celeberrima Matilde. Fra l’XI e il XIII secolo il borgo prese seriamente corpo, organizzato in un centro dotato di mastio e cinta muraria, curtis vescovile, Pieve e case raggruppate lungo la strada diretta al castello. Per inciso, quest’ultimo è sopravvissuto poiché ristrutturato a più riprese. Pezzo forte la “porta mantovana” con l’elegante arco gotico.
In seguito a lotte intestine fra casate nobiliari, Volta Mantovana passò sotto il dominio dei Bonacolsi prima e dei Gonzaga poi. Questa signoria ha più di tutte le altre lasciato un’impronta ben definita, riconoscibile in particolare nelle vestigia architettoniche.
Cosa vedere a Volta Mantovana
Fra gli edifici illustrissimi spadroneggia il bel Palazzo Gonzaga-Guerrieri - realizzato da Giovanni Battista su commissione dei marchesi di Mantova Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo - osservatore protagonista di accadimenti bellici straordinari come le Guerre d’Indipendenza.Attualmente è la prestigiosa sede municipale, peraltro aperta a visite di natura museale. Questo perché si è pensato di non nascondere al pubblico tutte le meraviglie ivi contenute, interni di pregevole fattura le cui decorazioni, affreschi e soffitti accentuano di molto la beltà delle sale. Nel novero degli ambienti a quattro mura si citino il salone delle feste evinto dal neoclassicismo mantovano: qui pesa il trompe l’oeil inscritto nell’opera pittorica di Paolo Zandalocca. Esternamente, invece, lascia a bocca aperta la vista degli ariosi giardini all’italiana, costruiti sul concetto di armonia, ordine e disciplina ai quali ottempera la disposizione delle siepi e delle statue. Antistante il palazzo si estende il piazzale dove le vecchie scuderie porticate ben si prestano all’allestimento di mostre e manifestazioni.
A Volta Mantovana non si può proprio dire che manchino le chiese. Già solo osservando la Parrocchiale ci dà la misura di quanto la comunità conferisca importanza all’aspetto religioso, non preponderante ma comunque incisivo in certa maniera. Nacque come pieve intorno all’anno Mille, romanica e a navata unica, poi andò incontro a una massiccia trasformazione cinquecentesca e a una lunga ristrutturazione nel corso del ‘700 che la rese a tre navate. Allungata e risistemata, la parrocchiale ottenne una nuova facciata nel 1960. Notevoli il paliotto seicentesco in scagliola dipinta di scuola emiliana e la Pala dell’altare maggiore (del veronese Pietro Rotari l’immagine pittorica raffigurante la Maddalena e il Cristo nella casa del fariseo) scolpito nel marmo e intarsiato.
Nel quadro ecclesiastico complessivo rientrano poi la Parrocchiale in frazione Cereta e la piccola Chiesa della Madonnina di mezzacampagna. La prima ammalia per lo splendido altare marmoreo intarsiato, la seconda (eretta a fine ‘200) stupisce per semplicità e linearità, utili a dare risalto un ciclo di affreschi cristiano risalente al Trecento, emblema dell’arte popolare.
Il borgo si distende nel bel mezzo del Parco del Mincio, un territorio dal paesaggio vivo e magnetico, le cui attrazioni maggiori corrispondono ai pendii, alla ragnatela fitta di sentieri percorribili a piedi, a cavallo o in bicicletta, ai graziosi boschetti e alle rive del fiume lungo le quali prosperano moltissime specie faunistiche.
Prodotti tipici ed eventi
Tanti i mandorleti da cui si coglie frutta secca per un dolce tipico di queste zone, la sbrisolona. E se di tipicità dobbiamo parlare, giusto porre l’accento sulla coltivazione della vite che ha una tradizione secolare specialmente in riferimento alla Vernaccia di Volta, etichetta apprezzatissima insieme al Chiaretto, al Pinot e al Cabernet, uve che costellano la Strada del Vino e dei Sapori mantovani.In una terra di confine la cucina subisce delle piacevolissime contaminazioni intavolate nei ristoranti e nelle trattorie. È solito dunque trovare nei menù i tortelli di zucca e i capünsei, gnocchetti gustosi a base di pane e formaggio, un primo della consuetudine contadina e dunque un piatto povero per antonomasia. Salame mantovano e cotechino emergono fra le specialità conosciute in tutto il mondo.
Il sapore s’intreccia col folklore in un calendario di manifestazioni molto denso che vede trionfare per gradimento e coinvolgimento il Convivium Voluptatis, lo storico banchetto che rievoca i convivi rinascimentali verso la fine di giugno. A esso si collega la Mostra permanente della convivialità e del vino nel Rinascimento.
Come arrivare
Il paese è attraversato dalla SP 19 Goito - Ponti sul Mincio; molti i collegamenti con Mantova, dove c’è la stazione di riferimento. L’aeroporto più vicino è invece quello di Verona Villafranca.- HOTEL SCONTATI Volta Mantovana
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