Leno (Lombardia): visita alla cittą della Bassa Bresciana
Leno, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Leno dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il territorio su cui s’estende tranquillo e serafico il comune di Leno è quello della Bassa Bresciana nella Lombardia amena che piace per la tranquillità e i paesaggi di chiaro imprinting agricolo. Il borgo, attualmente abitato da quasi 15.000 anime, ben coniuga l’attenzione per le colture e la propensione allo sviluppo industriale, propensione condivisa con le sue frazioni, Castelletto, Porzano e Milzanello.
La decisione di far costruire il complesso conventuale è mutuato dall’improvviso fiorire del monachesimo italiano, aderente in particolare alla regola benedettina e preservato anche da Carlo Magno, cristiano fervente che approvò donazioni e lasciti attraverso i quali il monastero crebbe da ogni punto di vista fino a toccare le vette del suo splendore intorno all’XI secolo grazie all’ingente ricchezza accumulata.
Un incendio prima e un’ambigua amministrazione dopo portarono l’ordine monasteriale a decadere e il continuo susseguirsi degli abbaziati non fecero altro che acuire un crescente malcontento presso la popolazione di Leno, ormai defraudata di un vero punto di riferimento, divenuto una mera proprietà retta da famiglie nobiliari, su tutti i Foscari, i Vitturi e i Martinengo. La storia dell’abbazia durò pressappoco un millennio e quanto attualmente resta è emerso dagli scavi archeologici condotti nei primi anni ’90 del XX secolo. I risultati si ritrovano in frammenti di costruzione conservati al Museo di Santa Giulia a Brescia.
Sull’altare della Madonna della Stalla vige un paliotto contraddistinto da elementi marmorei e motivi ornamentali fra i quali spicca la medaglia con l’effige della Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina da Siena. L’eleganza è propria della Cappella di San Carlo Borromeo, ove impera l’Adorazione del Bambin Gesù presentato a San Carlo Borromeo da Sant’Antonio da Padova.
Storia
La storia di Leno ha radici che affondano nel periodo longobardo, contraddistinto dal sopraggiungere di nuovi invasori barbari e popolazioni disgiunte insediatisi per qualche secolo nell’area, ma per saperne di più in relazione alle fasi di crescita successive occorre visitare il sito archeologico il cui fulcro si presenta nelle fattezze moderne di Villa Badia, struttura sorta laddove il re Desiderio fondò nel lontano 758 d.C. l’antica Abbazia di Leno, autentico monumento che perdurò fino all’abbattimento completo avvenuto nel 1758 a opera della Repubblica di Venezia.La decisione di far costruire il complesso conventuale è mutuato dall’improvviso fiorire del monachesimo italiano, aderente in particolare alla regola benedettina e preservato anche da Carlo Magno, cristiano fervente che approvò donazioni e lasciti attraverso i quali il monastero crebbe da ogni punto di vista fino a toccare le vette del suo splendore intorno all’XI secolo grazie all’ingente ricchezza accumulata.
Un incendio prima e un’ambigua amministrazione dopo portarono l’ordine monasteriale a decadere e il continuo susseguirsi degli abbaziati non fecero altro che acuire un crescente malcontento presso la popolazione di Leno, ormai defraudata di un vero punto di riferimento, divenuto una mera proprietà retta da famiglie nobiliari, su tutti i Foscari, i Vitturi e i Martinengo. La storia dell’abbazia durò pressappoco un millennio e quanto attualmente resta è emerso dagli scavi archeologici condotti nei primi anni ’90 del XX secolo. I risultati si ritrovano in frammenti di costruzione conservati al Museo di Santa Giulia a Brescia.
Cosa vedere a Leno
Oggi il culto lenese si concentra nella Chiesa di San Martino, edificio sorto a metà Settecento e poi restaurato e abbellito con diverse opere sia pittoriche che scultoree. All’interno si può infatti osservare un altare maggiore policromo adornato con la Madonna col Bambino in gloria con i santi Martino e Caterina, tela cinquecentesca realizzata da Alessandro Bonvicino, conosciuto come il Moretto. La pala raffigurante la Deposizione nobilita l’aspetto della Cappella dell’Addolorata.Sull’altare della Madonna della Stalla vige un paliotto contraddistinto da elementi marmorei e motivi ornamentali fra i quali spicca la medaglia con l’effige della Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina da Siena. L’eleganza è propria della Cappella di San Carlo Borromeo, ove impera l’Adorazione del Bambin Gesù presentato a San Carlo Borromeo da Sant’Antonio da Padova.