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Blevio (Lombardia), il borgo sulla sponda orientale del Lago di Como

Blevio, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Blevio dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Aristocratico, riservato e terribilmente incantevole: sono forse questi gli aggettivi che meglio descrivono Blevio, borgo antico che dalle pendici che circondano la riva orientale del lago di Como guarda alle sue romantiche acque specchiandovisi e disegnando scenari indimenticabili per il turista che per la prima volta raggiunge questi luoghi.

Inconsueta, la storia del borgo affonda le sue radici nell'età del ferro: a questo periodo risalgono le prime testimonianze che descrivono l'esistenza di insediamenti fortificati lungo le pendici del monte Boletto, anche se il primo documento storico che parla di Blevio è del 1084, quando Reginaldo, l'allora vescovo di Como, lasciò alla Cattedrale di Como diversi possedimenti nel territorio di Blevio utili a garantire la celebrazione di funzioni in sua memoria dopo la sua morte.

Ma ad essere inconsueto non sono certo le sue origini, quanto piuttosto il suo essere da subito un territorio costituito da "sette città" di cui Blevio è la principale: le piccole frazioni di Meggianico, Girola, Mezzovico, Capovico, Sopravilla, Cazzorone e Sorto sono disseminate sulle pendici del monte Boletto a diverse altezze rispetto al livello delle acque del lago; alcune di esse raggiungono i 1.100 metri, mentre Blevio è adagiata sulle sue rive, ed è stata probabilmente la sua posizione privilegiata a farla preferire, tra il '700 e l'800, da personalità illustri dell'epoca.

Oggi il borgo non manca d'ospitare personaggi conosciuti nel panorama internazionale della musica e dello sport: hanno trovato qui fissa dimora le cantanti Milva e Spagna, così come il famoso calciatore Shevchenko, che vi ha soggiornato per gran parte del tempo trascorso in Italia.

Cosa vedere
Una volta raggiunto Blevio col lago alle spalle, e nella parte più bassa del borgo, non sarà difficile scorgere l'incantevole chiesa settecentesca dei Santi Epimaco e Gordiano. Pare che la chiesa, che oggi è possibile ammirare, risalga al XVIII secolo ma è un rifacimento di una chiesa preesistente e risalente al 1500. La nuova chiesa si sviluppa su due ordini con campanile separato e ben visibile sulla destra della facciata. Entrando ci si accorge della presenza di due cupole che campeggiano sull'unica navata centrale che apre verso due cappelle. Le cupole, così come le cappelle, sono arricchite da pitture murali e dipinti, fra cui spicca sulla prima campata l'immagine di San Sebastiano dipinto con ogni probabilità dal Nuvolone.
L'altare è di marmo affiancato dalle statue dei santi cui è dedicata la chiesa. Dirimpetto all'altare, si distingue nella controfacciata l'organo, il quale è stato eletto al rango di monumento nazionale per il suo pregio stilistico e tecnico.
La chiesa dalla metà del '900 non è più la parrocchia principale del comune: al suo posto è stata preferite la più centrale chiesa edificata nel 1967.

A questo edificio religioso di rara bellezza ne corrisponde un altro, simbolo questa volta della forza, del potere e dell'eccentricità dell'uomo: parliamo di Castel d'Ardona, costruito su volere del professor Angelo Ruspini nel 1894. Il maniero, strutturalmente ardito nella forma, passò alla Tintoria Comense per poi essere abbandonato. Oggi di questo simbolo comunale non restano che i ruderi, raggiungibili attraverso due sentieri: il primo costeggia la baita Carla, rinvenibile lunga la strada che conduce a San Maurizio, il secondo lo si trova all'uscita di Montepiatto.

Sebbene questi due emblemi mostrino un volto di questa località che certamente merita di essere ammirato, il borgo è conosciuto e rinomato a livello internazionale per essere un concentrato di ville d'epoca per lo più affacciate sul lago, tanto che, per ammirarle tutte, in un unico colpo d'occhio la migliore soluzione è fare un rilassante giro in battello. Da non perdere sono villa Cademartori, edificata sul design di Gottfried Semper, col suo stile neorinascimentale unico, ma anche Villa Troubetskoy, originalissima e distintiva rispetto alle altre, collegata alla porzione superiore del borgo mediante un ascensore. Tra le ville non si può non nominare Villa Usuelli, conosciuta dagli abitanti del luogo come Ca' degli Imperatori, perché qui vi trovò dimora durante un temporale Giuseppe II d'Austria, così come Villa Ferranti abitata da Giuditta Pasta, la Norma di Giuseppe Bellini, ed infine Villa Belvedere passata ai primi dell'Ottocento fra le disponibilità degli Imbonati e divenuta dimora d'infanzia di Alessandro Manzoni, che la ricorda come la Malpensata.

Un intrico di ville d'eccezione che hanno fatto la storia non solo del lago ma anche dell'intera penisola perché proprio sulle pendici di questo monte decisero di vivere i momenti di svago e piacere alcuni degli uomini e delle donne più illustri della penisola italiana.

Da non perdere
Se è vero che dire "sette città" è come dire turismo artistico e culturale al quale non manca una vena di romanticismo chic, è anche vero che il borgo è il luogo che ospita un'opera considerata Monumento nazionale sin dal 1984: parliamo della leggendaria Pietra Nairola, nota dagli abitanti del luogo come "prea de Nairöla", ovvero un enorme masso piatto di granito lungo 7,4 metri, largo 5 ed alto 5. Il monolite non è l'unico della zona, e tutti i cosiddetti massi erratici che si trovano lungo le mulattiere montane sono legati ad una precisa e bizzarra leggenda. La Pietra Nairola però è la più grande in dimensioni, collocata peraltro a 750 metri d'altezza, sul sentiero che raggiunge Montepiatto a partire da Brunate, attraversando, ovviamente i monti.

L'enorme monolite tra l'altro sporge dalla montagna in un bilico perfetto con gli elementi naturali: un vero spettacolo realizzato dalla natura, perché si tratterebbe di un masso che appartiene alla Val Masino trasportato dai ghiacciai in epoca Neozoica. Come ciascun trovante, altro nome per definire i massi erratici della zona, anche la Nairola porta addosso i segni dell'uomo preistorico: si tratta di incisioni per lo più sotto forma di coppelle, emblemi di rituali del tempo.

Quando visitare Blevio
Con i suoi 200 giorni di sole assicurato tutto l'anno ed un clima mitigato dall'acqua che funge da preziosa riserva termica, il borgo, così come tutti i comuni che giacciono intorno al lago di Como, può essere visitato davvero ogni mese dell'anno. Certo è che tra marzo e novembre si avrà maggiori possibilità di godere del sole e delle giornate più lunghe per visitare ogni angolo più nascosto, mentre luglio ed agosto, saranno i mesi per rilassarsi in riva al lago, fare sport acquatici e prendere la tintarella.

D'inverno può succedere che questa perla incastonata fra i monti assuma il luccichio tipico della neve sui tetti e sul lago: il tepore di un camino acceso e l'immagina del lago ghiacciato non ha prezzo.

Come arrivare
Il borgo delle sette città è perfettamente collegato al resto della penisola con qualsiasi genere di mezzo di trasporto: esistono delle linee di Bus che collegano il borgo al resto della Lombardia e alle principali grandi città e comuni non solo dell'Italia, ma anche dell'Europa.
Chi non amasse i viaggi in pullman può preferire il treno: il borgo prevede una sosta fissa in paese con treni provenienti dal resto dell'Italia.

A 63 km dal comune delle sette città è possibile fare scalo all'aeroporto di Milano Linate, ottimamente collegato ai principali aeroporti nazionali ed internazionali; da qui è poi possibile proseguire verso la destinazione o con taxi, o con un bus oppure affittando un'auto e proseguendo la vacanza in totale libertà.
Chi non può rinunciare all'auto in viaggio una volta raggiunta l'Autostrada dei Laghi (E35) in direzione Como est, dovrà proseguire sulla SS583 sino a quando non incontrerà le indicazioni per Blevio.





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