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Lanzo Torinese: il Ponte del Diavolo, gli eventi e la visita alla cittą

Lanzo Torinese, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Lanzo Torinese dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Le Valli di Lanzo sono tra i luoghi eletti a fare la felicità di tutti quei piemontesi che, in provincia di Torino, desiderano trascorrere i weekend delle belle stagioni lontano dalle convulsioni del capoluogo, in cerca di itinerari immersivi nella natura, escursioni all’aria aperta e fra i prati gettonatissimi per grigliate e pic nic. In questo comprensorio s’inscrive il centro urbano economicamente più rilevante, Lanzo Torinese, posto in prossimità delle Alpi Occidentali e diviso in centro storico e periferia, ubicati rispettivamente sul Monte Buriasco e alle sue pendici.

Storia

La sua particolare posizione in un territorio altisonante della regione sabauda era già presidiato nell’antichità, sicché i primi abitanti s’insediarono in epoca romana, sebbene il paese venga nominato soltanto a partire dal 1029 per essere confermato come realtà esistente nel 1159, anno in cui Federico Barbarossa accenna nel Diploma di Occimiano a un dominio dell’Arcidiocesi di Torino, la “Curtis Lancia”. In epoca feudale salì alla ribalta il primo signore della città, Robaldo, succeduto da Tommaso II di Savoia prima della conversione di Lanzo in castellania.

Proprio il castello, nel corso delle guerre franco-spagnole, venne assediato, espugnato e distrutto dalle truppe transalpine nel novembre del 1551, fatta eccezione per un residuato di gran pregio, la Torre civica di Aymone di Challant, costituente la porta d’accesso al borgo, oggi tenuta in gran conservazione. Nel Trecento questo edificio era provvisto di ponte levatoio ma orfano del tetto, aggiunto solo nell’Ottocento come la campana del Comune. I vicini d’Oltralpe avanzarono pretese anche durante la Rivoluzione Francese, ma il tiramolla secolare con i Savoia si concluse con l’affermazione dell’egida imposta da Vittorio Emanuele II, sotto il quale Lanzo decollò come uno dei massimi luoghi di villeggiatura, arricchito con diverse eleganti residenze e implementato con vari stabilimenti industriali, in prevalenza industrie meccaniche, cartarie e tessili. Lo sviluppo s’interruppe provvisoriamente con l’avvento tragico delle due guerre mondiali, la seconda delle quali portò nelle Valli gli occupanti tedeschi post armistizio e la conseguente formazione di gruppi partigiani che, in due fasi distinte (1944 e 1945), riuscirono ad aver la meglio sui despoti nazisti. Le vittoriose azioni valsero a Lanzo nel 1976 la Medaglia d’argento al Valor Militare.

Ponte del Diavolo

La turistica Lanzo inizia a raccontare la sua parabola architettonica riferendosi in primis al leggendario Ponte del Diavolo, detto anche Ponte del Ròch, risalente al 1378 e necessario per attraversare il fiume Stura così da collegare le Valli di Lanzo a Torino aggirando, però, Balangero, Mathi e Villanova, allora governati dai Principi d’Acaja.

Costruito a schiena d’asino, misura 16 metri di altezza, 65 di lunghezza e 2,27 di larghezza, ed è figlio di una leggenda secondo la quale a erigere il ponte fu niente di meno che il Diavolo, che però pretese in cambio l’anima del primo passante, un cagnolino inviato apposta dalla popolazione. Il fatto suscitò la rabbia del demonio, che sbattè le zampe originando, sempre a quanto si racconta, le “Marmitte dei Giganti”, in realtà fenomeni geologici indotti da accadimenti erosivi sulle rocce circostanti.

Il ponte è circondato da un’area protetta di 30 ettari, denominato Parco del Ponte del Diavolo e facente parte della zona di salvaguardia della Stura di Lanzo.

Cosa vedere a Lanzo Torinese

E’ nelle chiese che la vera anima di Lanzo riposa manifestando un’incredibile vitalità. La Parrocchiale di San Pietro in Vincoli s’erge sui resti della struttura originaria, datata XI secolo ma fatta abbattere da Gian Giacomo Medici per non precludere la difesa del Castello. Consacrata nel 1591, la chiesa venne abbellita tra Settecento e Ottocento e l’ultimo implemento si costituisce del campanile alto 31 metri e dotato di cuspide. L’interno è uno spettacolo specialmente per la presenza di numerose opere d’arte, vedesi il gruppo statuario ligneo di San Pietro in Vincoli con l’Angelo liberatore e la guardia addormentata (portato in processione il 1° agosto, Festa Patronale), l’organo Mola a mille canne, le volte affrescate dal Guglielmino e, fra le altre, la pala d’altare San Francesco che riceve le stimmate di Carlo Saraceni.

Duecentesca è la Chiesa di Santa Croce, che all’esteriorità gotica contrappone la più ostentata finezza dell’ambiente interno, ch’è poi una pletora di stili diversi coesistenti in un unico impianto grazie a un’armoniosità di tutto rispetto, rara da rilevare. Il culto mariano portato avanti nel corso della storia dai lanzesi si traduce nella Chiesa di Santa Maria del Borgo, ex parrocchiale ed ex sede comunale. Appartiene invece all’epoca seicentesca il Santuario della Madonna di Loreto, un edificio record considerando che è stato costruito in soli 3 mesi. In cappella giace la statua lignea della Vergine Nera, là riposta su volontà di Margherita di Savoia, che ne sovvenzionò peraltro la realizzazione.

Affianco al santuario trova posto la Casa dell’Eremita, ch’era in passato dimora del custode della chiesa: l’ultimo fu Vallino, che operò a metà dell’Ottocento. L’altro Santuario, più piccolo, è quello di Sant’Ignazio, anch’esso eretto nel Seicento e oggi meta di pellegrinaggi e ritiri spirituali. Strutture minori ma da vedere sono l’Eremo dei Camaldolesi e la Chiesa Evangelica.

Molto attiva dal punto di vista culturale, Lanzo mira a una formazione che investa anche il turista di nozioni localmente utili per conoscere il territorio e rinvigorire l’immagine stessa del borgo. Il Centro di Documentazione di storia contemporanea e della Resistenza “Nicola Grosa” raggruppa materiale e carteggi del XX secolo, inoltre promuove studi, ricerche, pubblicazioni e mostre. Stando in prossimità delle Alpi, il paese non poteva non prevedere un Ecomuseo Storia dell’Alpinismo delle Valli di Lanzo, che raccoglie sci evinti da diverse epoche, racchette da neve, piccozze e strumenti di arrampicata.

Il Museo dell’Arte tessile lanzese si trova nell’ex istituto delle Suore Immacolatine e ha lo scopo di valorizzare il ricordo delle attività manuali in auge fino al recente passato, soprattutto filatura e tessitura. Il Museo dell’Utensileria Silmax esalta l’opera sopraffina di Paul Alessio, che nell’Ottocento produsse strumenti di lavoro eccellenti. Il Museo Minerologico delle Valli di Lanzo, infine, si focalizza sull’esposizione vetrinata di minerali, pietre e fossili ritrovati nel corso del tempo nelle Valli di Lanzo.

Eventi, feste e manifestazioni

Oltre alla festa patronale, il borgo imbastisce altri due appuntamenti che sono la Festa della Madonna di Loreto nella prima settimana di settembre (presso l’omonimo santuario) e il Jazz around the clock, consesso di musicisti jazz, blues, soul e funk che si ritrova ogni anno nella seconda metà di luglio.

Per gustare appieno la tradizione culinaria lanzese, fatta di piatti come la consueta polenta cunsa, la toma piemontese (inserito nel Paniere dei Prodotti Tipici della provincia di Torino), il grissino, il salame di turgia e i succulenti torcetti (celebrati a settembre dalla Sagra del Torcetto), bisogna affidarsi alle tante trattorie dentro e fuori l’abitato. Ce ne sono parecchie e tutte, a lor modo, mantengono alti standard di qualità.

Come arrivare a Lanzo Torinese

In auto si imbocchi la A55 Tangenziale Nord di Torino con uscita a Caselle (RA 10 ed SP 2) o a Borgaro (SP 501 ed SP 1); la stazione di Lanzo si trova sulla linea ferroviaria Torino-Ceres; sono ben 10 le tratte autobus che consentono di raggiungere Lanzo, ad esempio la Chiaves-Monastero-Lanzo, la Torino-Ceres-Ala-Balme-Pian della Mussa e la Corio-Lanzo; l’aeroporto più vicino dista 18 km ed è il “Sandro Pertini” di Caselle Torinese.

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