Cavagnolo e l'Abbazia di Santa Fede in Piemonte
Cavagnolo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cavagnolo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Tra gli opulenti borghi che saziano di storia il bel Piemonte c’è Cavagnolo, che si perde dolcemente fra le morbide colline del Monferrato, a 47 km dalla città di Torino che ne determina la provincia.
L’inizio della sviluppo dovette aspettare una relativa stabilizzazione politica, tant’è che solo dal 1631 – anno dell’entrata effettiva nel regno sabaudo – fu possibile rilevare il reale trasferimento degli abitanti dal castello alla pianura e dunque l’embrionale assetto economico-sociale che portò nel 1900 alla fondazione della Cassa Rurale Internazionale, senza precedenti in Italia.
La fortuna seguitò a girare e con essa l’operosità complessiva da cui si evinse la ferrovia a copertura del tratto Cavagnolo-Asti-Chivasso, destinata a essere prolungata per volontà di Benito Mussolini, sicché s’instaurarono collegamenti supplementari con Brozolo, Brusasco, Marcorengo e Moransengo, opere suggellate nel 1957 dalla definitiva autonomia comunale (fino ad allora l’assetto contava il binomio Brusasco-Cavagnolo, oggi realtà rivali cariche di un rancore figlio d’epoca medievale).
Riguardo al civile lato urbano, il corredo permane esiguo ma colpisce la sintomatica semplicità di capisaldi come il composito e minimale Municipio, la ben più sontuosa Villa Martini nascosta fra le colline limitrofe, quel che resta del castello risalente con tutta probabilità agli anni fra il 1164 e il 1167, un periodo contraddistinto dalle mire espansionistiche quanto tiranniche dell’imperatore Federico I Barbarossa.
Storia e origine del nome
I 2.200 abitanti appartengono a un comune il cui passato affonda le radici nell’antico terreno dove hanno imperversato prima i Celti e successivamente i conquistatori romani, i quali diedero all’insediamento il nome di Cabannolum, annesso poi fino al X secolo al Marchesato di Ivrea, almeno prima di passare al marchese Guglielmo IV nel 1164 e al Vescovo di Vercelli nel 1215.L’inizio della sviluppo dovette aspettare una relativa stabilizzazione politica, tant’è che solo dal 1631 – anno dell’entrata effettiva nel regno sabaudo – fu possibile rilevare il reale trasferimento degli abitanti dal castello alla pianura e dunque l’embrionale assetto economico-sociale che portò nel 1900 alla fondazione della Cassa Rurale Internazionale, senza precedenti in Italia.
La fortuna seguitò a girare e con essa l’operosità complessiva da cui si evinse la ferrovia a copertura del tratto Cavagnolo-Asti-Chivasso, destinata a essere prolungata per volontà di Benito Mussolini, sicché s’instaurarono collegamenti supplementari con Brozolo, Brusasco, Marcorengo e Moransengo, opere suggellate nel 1957 dalla definitiva autonomia comunale (fino ad allora l’assetto contava il binomio Brusasco-Cavagnolo, oggi realtà rivali cariche di un rancore figlio d’epoca medievale).
L'Abbazia di Santa Fede
A recare fedele testimonianza dei tempi trascorsi resta stoica e inamovibile l’Abbazia di Santa Fede, edificata nel XII per volontà dei Benedettini di Saint-Foy-De-Conques, che la dedicarono appunto a Santa Fede, giovane martire sacrificata ad Agen sotto la dominazione di Diocleziano nel 303. Quest’edificio sacro s’erge da secoli a monumento romanico la cui estetica si mostra rara nella regione ed è imperniata in primis sulla stupenda facciata la cui punta di diamante è rappresentata con assoluta magnificenza dal portale a forte sguancio con colonnine, capitelli finemente scolpiti, notevole archivolto strombato, architrave e, come se non bastasse, lunetta adornata di rilievo e semicolonne. L’interno s’allunga a tre navate pilastrate con abside centrale, navata principale con copertura a botte e laterali con volte a crociera… insomma una meraviglia che mai si penserebbe essere stata utilizzata – nelle parentesi di sconsacrazione – come magazzino, stalla e persino porcile.Cosa vedere a Cavagnolo
L’altra struttura di culto presente entro confine comunale è la Parrocchia dei Santi Eusebio e Secondo, che in pratica nacque e crebbe insieme a Cavagnolo essendo la sua esistenza documentata ben prima dell’anno 1000, sebbene del vecchio impianto architettonico rimanga soltanto il campanile poiché il resto è stato riadattato e modificato, facciata compresa. Implementi significativi constano del nuovo altare in marmo e della cappella di San Giuseppe, una ventata d’aria fresca necessaria per giustificarne la riapertura dopo un lungo ventennio di inattività e abbandono.Riguardo al civile lato urbano, il corredo permane esiguo ma colpisce la sintomatica semplicità di capisaldi come il composito e minimale Municipio, la ben più sontuosa Villa Martini nascosta fra le colline limitrofe, quel che resta del castello risalente con tutta probabilità agli anni fra il 1164 e il 1167, un periodo contraddistinto dalle mire espansionistiche quanto tiranniche dell’imperatore Federico I Barbarossa.